INTRODUZIONE
Carcere: Luogo in cui sono custoditi, o perché in attesa di giudizio (carcere giudiziario) o per scontare una pena detentiva (istituto di pena), i soggetti ritenuti autori di reati. Nel tempo esso ha subito, in quasi tutte le società, un’evoluzione
SOCIETA’ ANTICHE E ANCIEN RÉGIME
Secondo il Codice giustinianeo, il carcere doveva “presiedere alla custodia, non alla punizione”, in quanto il reo scontava pene diverse: morte, esilio, lavori forzati. Il carcere era quindi un luogo di custodia, spesso sotterraneo per ragioni di sicurezza, come, per esempio, il Carcere Mamertino a Roma. Anche nelle civiltà orientali, come in Europa, si possono vedere luoghi di custodia, spesso inseriti in castelli o fortificazioni, come le celebri “segrete”. Ma non si trattava di luoghi di detenzione prolungata, se non in casi rarissimi, come quelli di personaggi molto potenti, tolti dalla circolazione dai loro rivali e tenuti prigionieri in veri e propri alloggi custoditi, non di rado confortevoli secondo gli standard dell’epoca: celebre è il caso della torre di Londra.
La pena più diffusa per i reati comuni, una volta superato lo stadio della vendetta, consistette invece a lungo — e in molti paesi consiste tuttora — non nella detenzione, ma nei lavori forzati, che nell’antica Roma venivano svolti perlopiù nelle miniere e ai remi delle navi, consuetudine ripresa anche dalla Repubblica di Venezia, che ha in tal modo consegnato alla lingua italiana il sinonimo di carcere: la galera. Il confine tra pena e schiavitù era quindi piuttosto labile.
Il carcere restò anche per l’Inquisizione un luogo privilegiato della custodia del reo in attesa di giudizio. Neppure la Bastiglia era un vero e proprio carcere: quando fu presa d’assalto, il 14 luglio 1789, vi erano rinchiuse sette persone.
LA DETENZIONE COME PENA PRIVATIVA E RIABILITATIVA
In età moderna, col capitalismo e il sopravvento del lavoro salariato, al concetto di libertà individuale cominciò a fare da contrappeso quello di privazione della libertà come pena, soprattutto davanti a insolvenza pecuniaria. Grazie in seguito alla diffusione dell’opera di Cesare Beccaria, si fece poi strada il concetto di recuperabilità del reo, per cui alla detenzione, volta soprattutto a porre la società al riparo dalla contaminazione di colui che ne aveva violato le regole, venne collegata la riabilitazione, dapprima con l’intervento puramente edificante dei religiosi, e quindi, in tempi più recenti, con l’introduzione di programmi formativi e ricreativi appositi, contemplanti anche una attività lavorativa retribuita.
GLI ISTITUTI DI PENA IN ITALIA
Secondo la Costituzione italiana le pene “non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.” In omaggio al dettato costituzionale, la riforma carceraria del 1975 ha sostituito il sistema vessatorio ed esclusivamente punitivo risalente al regime fascista con un trattamento penitenziario il più possibile aderente alla personalità individuale o di gruppo, che riserva un ruolo fondamentale alle attività formative, in particolare di formazione professionale.
DALL’ANTICHITA’ DEL CARCERE AL CARCERE “MODERNO
Nel 1986 a ciò si è aggiunta la legge che prende il nome dal suo presentatore in parlamento, il senatore Giovanni Gozzini, con la quale è stato strutturato un sistema di misure alternative alla pena detentiva (assistenza sociale, semilibertà, permessi per lavoro, periodi di attività esterna, abbreviazione dei termini) da applicare caso per caso e in presenza di determinate condizioni, tendente, oltre che a fini riabilitativi, anche a sollevare il sistema penitenziario da un carico eccessivo di detenuti.
Sempre e sempre ancora carcere, nulla o poco è cambiato. Si parlava in grandi epoche fa di reinserimento e rieducazione e non accadeva, oggi si parla di reinserimento e rieducazione e nulla accade. Sono grandi parole lasciate al vento, mai applicate o applicate a modo proprio a seconda del carcere, saremo ripetitivi ma oggi vi abbiamo voluto portare indietro nel tempo per farvi capire che non sempre il tempo sistema o migliora le cose.
Omar P.
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