Da anni ormai non si fa altro che parlare. Il sistema carcere è al collasso, il sovraffollamento, i suicidi di detenuti e detenute e pure degli agenti di polizia penitenziaria lasciati sempre più spesso soli a compiere un lavoro ingrato.
Non si fa altro che parlare delle possibili soluzioni e che, in un modo o nell’altro, bisognerebbe comunque intervenire. Ma alla fine nessuno interviene mai.
Si fa un gran parlare di diritti e di doveri, ma le persone continuano a morire, continuano a uccidersi e ad essere uccise da un sistema che purtroppo ormai da troppo tempo e sotto gli occhi di tutti ha evidentemente fallito.
Se sostengo questo è perché me lo posso permettere, sono in questo “mondo” da più di 10 anni e credetemi non ne vado fiero, però questo mi da la possibilità di poter mettere la voce e la faccia laddove altri non immaginano nemmeno cosa voglia dire questo “mondo” e laddove i politici usano le sofferenze nostre e degli agenti per slogan propagandistici senza nemmeno sapere di cosa stanno parlando ed intanto la situazione non cambia, anzi peggiora.
Il titolo di questo scritto può essere travisato, è vero, si parla e basta, senza attuare mai alcuna soluzione alle problematiche che affrontiamo da molti anni, però d’altronde è bene anche che se ne parli e dovessero allo stesso tempo rimanere solo parole, bisogna parlare, bisogna che persone come me provino a far uscire la verità su quello che viviamo sulla nostra pelle.
Ovviamente non tutte le carceri sono uguali, ci sono carceri dove si sta peggio e altre dove si sta meglio.
Vorrei a questo proposito aprire una piccola parentesi su questo carcere (Casa Circondariale di Ivrea).
Ieri è uscita una notizia che parlava di una rivolta in questo Istituto: “rivolta”, una parola grossa e assolutamente falsa per la situazione che in realtà è successa l’altra sera. Un detenuto ha dato fuoco al materasso della sua cella e per colpa sua i detenuti dei tre piani del braccio DX delle sezioni detentive sono dovuti scendere ai passeggi per poter respirare, ma gli agenti avevano la situazione sotto controllo e sono prontamente intervenuti rimettendo le cose a posto.
La nuova Direttrice e la nuova Comandante di questo Istituto sanno benissimo fare il proprio lavoro tanto che mi sento di dire che da quando sono subentrate ai loro colleghi la situazione in questo carcere sta migliorando sensibilmente. Ovviamente non posseggono una bacchetta magica. ma dei passi avanti sono stati fatti. E voglio assolutamente affermare che la notizia che è uscita sui giornali per nulla corrisponde con la realtà dei fatti.
Dico questo anche per tranquillizzare le nostre famiglie che si sono preoccupate per niente.
Soprattutto io che vivo il carcere eporediese non sento questo livello di degrado e condizione disumane. Non percepisco questa sensazione di “fuori controllo” come hanno definito i giornali il carcere di Ivrea.
Le parole di qualche giornalista e di qualcuno del sindacato Osapp che creano allarmi sociali, dichiarando che il carcere è fuori controllo, non fanno altro che sminuire il lavoro degli agenti di polizia penitenziaria e della nuova direzione che lavorano con impegno e dedizione, senza in realtà sapere neanche i fatti.
Posso affermare di essere fortunato a trovarmi in carcere qui ad Ivrea per come si sta meglio rispetto ad altri carceri dove sono stato, alcuni agenti a volte si spogliano della divisa per diventare addirittura psicologi che ascoltano il detenuto e cercano sempre di trovare soluzioni alle problematiche di ognuno di noi, parlo del 2° piano, circuito semi-protetti.
Questo era solo per dimostrare che non in tutte le carceri come dicevo prima si sta male. E parlo da detenuto contro il sistema carcere. Però bisogna anche dire la verità e dare a Cesare quel che è di Cesare, potrei cavalcare l’immagine distorta che i giornali stanno dipingendo di quest’istituto, ma se lo facessi mi sentirei sporco dentro.
D’altro canto però penso che ormai nel 2024 abbiamo capito che il carcere così com’è non serve a niente, se il tasso di recidiva è cosi alto. Se il tasso dei suicidi aumenta di anno in anno. Sono sempre di più le persone che entrano in carcere per reati minori o per aver litigato con la propria moglie e non essendo gente di strada si ritrovano in mezzo a delinquenti non sapendo come comportarsi, questo anche per colpa del codice rosso.
Sia chiaro io sono contro la violenza sulle donne ed è giusto aver messo in atto questa forma di soluzione che funge da deterrente, ma come sempre in Italia si passa da un estremo all’altro. Infatti le carceri si stanno riempiendo di uomini che a volte meritano di starci per ciò che hanno fatto alle proprie mogli, compagne o fidanzate, ma che in alcuni casi con il carcere non c’entrano niente e non dovrebbero passarci nemmeno una giornata, poi come ormai sostengo da tempo secondo me tra la libertà e la privazione completa della stessa ci vorrebbe un filtro, delle strutture apposite con organi preposti a confermare che le persone che entrano in carcere siano davvero così pericolose da doverci restare.
In 10 anni ho visto il carcere mutare e riempirsi sempre più di tossicodipendenti anche giovanissimi buttati in carcere pur essendo al primo reato, persone con problemi psichiatrici buttati in mezzo a detenuti “normali”, è un caos, un disastro completo, prima quando giravi per i corridoi dei carceri sentivi di essere in mezzo a gente poco raccomandabile, delinquenti, brutte facce, gente pericolosa insomma. Ora non è più così, quando passeggio nel corridoio vedo soltanto disperazione, paura, disorientamento e alienazione negli occhi e nel comportamento di molti detenuti.
Poi ci domandiamo perché certe persone a volte più fragili e sensibili di noi arrivano a compiere atti estremi.
Senza dimenticarci delle mele marce del sistema che abusano del proprio potere picchiando anche senza motivo i detenuti e facendoli vivere in uno stato crescente di frustrazione che inevitabilmente li porterà a non vedere luce in un tunnel oscuro in cui vivono. E questo lo dico per averlo vissuto in altri carceri.
Qualcuno mi potrebbe rispondere che esistono misure per risolvere o ridurre le problematiche che si vivono nelle carceri italiane, ma in realtà quelle misure non vengono messe in atto. E’ assurdo.
Ci sono in questo carcere così come in altri istituti tantissimi detenuti con un residuo pena di un anno o addirittura inferiore all’anno e dopo averne scontati già parecchi sono ancora in carcere, detenuti che hanno passato anche 20/30/40 anni di reclusione, eppure la magistratura, i tribunali ecc… sembrano non voler far uscire nessuno.
È vero, esistono le misure alternative ma l’ultima parola spetta sempre al magistrato di turno che deve decidere se farti uscire oppure no. Quindi mi chiedo: a cosa servono queste misure, come ad esempio gli affidamenti, da quello terapeutico per i tossicodipendenti a quello lavorativo? La detenzione domiciliare? La semiliberta? L’art. 21? I permessi? ecc… se poi non vengono messi in pratica se non in quei pochissimi casi rispetto al numero dei detenuti di ogni carcere.
Siamo al collasso. Ragazzi di neanche 25 anni che si tolgono la vita perché non vedono un futuro, uomini riconosciuti innocenti dopo magari più di 20 anni di reclusione a cui il futuro è stato rubato, è davvero un dramma.
Spero che qualcuno prenda seriamente la questione a cuore e metta in atto delle vere soluzioni senza perdere altro tempo perché, se le carceri sono a questo punto, la colpa non è ne dei detenuti né dì tutto l’apparato di chi li gestisce, ma di chi continua a buttare gente in carcere e di chi continua tenercela e soprattutto delle istituzioni che non prendono in mano la situazione seriamente.
Intanto detenuti e agenti, esseri umani prima di ogni altra cosa, continuano a uccidersi e ad essere uccisi, in una continua lotta tra poveri, in un continuo gioco a guardie e ladri, che arrivati a questo punto quasi mi viene da pensare che a chi sta in alto le cose vadano bene così, intanto che tutti si volteranno dall’altra parte, pensando che il problema non sia il suo.
Proprio come funziona in Italia per ogni cosa. Ecco perché siamo messi così male, pensiamo sempre che finché il problema non ci tocca da vicino allora non ci riguarda.
Ragionando così, le cose non cambieranno mai, e le carceri continueranno a restare delle bombe pronte ad esplodere finché veramente non esploderanno e allora sarà troppo tardi.
Ci sono pochissimi carceri dove veramente si cerca di fare qualcosa per aiutare i detenuti, bisognerebbe adottare quei modelli per tutti gli istituti di pena.
Un altro punto è il seguente, siamo davvero sicuri che il 100% delle persone detenute siano così pericolose da dover restare ancora dentro? Oppure, siamo davvero sicuri che siano ancora così pericolosi come quando sono entrati? Dopo aver scontato magari anche decenni dietro le sbarre.
Le persone cambiano col tempo, è inevitabile, per tutti. Prima o dopo il ragazzino immaturo diventerà maturo. Così è anche per i detenuti, non siamo mica una razza a parte.
Questo discorso vale soprattutto per gli ergastolani, crediamo davvero che dopo aver scontato più di 40 anni ed essere stato arrestato quando era poco più che ragazzino sia ancora la stessa persona con la stessa mentalità? Ovviamente no, quindi anche la pena dell’ergastolo è inutile così come è pensata come tutto il resto del sistema carcerario. Non funziona.
So di aver messo molta carne al fuoco in questo mio scritto, ma d’altronde è proprio quello che volevo fare, per questo ho scelto il titolo di cui sopra. Anche perché in effetti quando sì parla di carcere sono tante le cose da dire, per questo ho cercato di toccare più argomenti ma con un solo scopo, far capire che non si può più andare avanti così.
Spero comunque di non confondere nessuno scrivendo di questi temi, perché a tal proposito di confusione ce n’è già abbastanza.
Mi auguro come sempre di essere riuscito a farmi capire e vi ringrazio per l’attenzione
Ciao a tutti.
V.R.