Gli zombie del carcere

Si parla molto spesso di suicidi in carcere, di violenze di vario tipo in carcere, ma molto poco del problema delle manette facili e in particolare come nel caso in questione degli zombie in carcere.
Vengo a spiegarmi meglio: purtroppo li soprannominiamo così in gergo carcerario, ma la maggior parte delle volte l’unica colpa che hanno è quella di essersi lamentati un po’ troppo del loro trattamento “socio-rieducativo” e quindi per questo vengono sedati.
Gli zombie del carcere sono delle persone normali come tutte ma che, troppo deboli a livello mentale,
cadono nella trappola del sistema sanitario all’interno degli istituti penitenziari Italiani.

Purtroppo negli ultimi anni in carcere vediamo entrare sempre più un maggior numero di persone non pericolose socialmente che vedono come unica soluzione per affrontare la galera e non soffrire troppo quello di imbottirsi di psicofarmaci. Vagano per le sezioni detentive proprio come degli zombie, talvolta vendendo tutti i propri averi (quando ne hanno) per il tabacco (che è l’unica cosa che pare interessare a queste persone). Quando invece non posseggono nulla li vedi girovagare per le sezioni raccogliendo da terra i mozziconi di sigaretta che gli altri gettano via quando finiscono di fumare e queste persone approfittando di quello che gli altri gettano via si fanno anche loro la propria fumata di sigaretta. Non si lavano quasi mai e non pensano a mangiare, il loro unico interesse diventa il tabacco e come procurarselo.
Sembra dispregiativo chiamarli zombie ma purtroppo è quello che diventano, noi li chiamiamo così ma sappiamo che non hanno colpa se non quella di non saper affrontare la galera in modo lucido e presente a sé stessi.

Qui in carcere poi molte persone diventano scomode per il loro modo di relazionarsi con gli altri che crea problemi agli agenti di polizia penitenziaria e all’area sanitaria. Questi ultimi non trovando altra soluzione per “neutralizzare” il problema suggeriscono, impongono e talvolta obbligano i detenuti più “fastidiosi” a imbottirsi di qualsivoglia psicofarmaco atto a tranquillizzare il detenuto.

Ho visto con i miei occhi, miei compagni di cella, da persone “normali” quali erano, diventare poi degli zombie, anche perché, magari un po’ troppo litigiosi, non si facevano mettere i piedi in testa da nessuno ed erano dediti alle risse.

Ma mi chiedo: questo basta a danneggiare in modo permanente i cervelli di queste PERSONE, ESSERI UMANI? Persone forse un po’ troppo inclini alla violenza in alcuni casi, ma non credo che bruciargli il cervello sia la soluzione adeguata a risolvere un problema dilagante che nessuno sembra vedere o di cui nessuno pare voglia parlare nei circa 200 Istituti di Pena Italiani.
Permettetemi di dire che questo è un problema gravissimo di cui si parla veramente troppo poco.
Avete presente gli invisibili, i clochard del mondo esterno? Quelli che nessuno vede o vuole vedere e che sembrano solo una parte della vita quotidiana negli angoli delle strade, di ognuno di voi? Ecco anche noi qui dentro abbiamo i nostri invisibili e sono proprio loro gli zombie che riempiono le carceri italiane. Entrati magari persone normalissime non hanno saputo trovare la forza per andare avanti se non quella di crearsi una pericolosissima dipendenza, altri che invece entrano già con una dipendenza da sostanza stupefacente e ne adottano un’altra perché unico palliativo e “rimedio” semplice a sentirsi un po’ sballati, altri invece come dicevo sopra più inclini a combattere per i propri diritti non riescono a capire quando è meglio stare zitti in questi posti, di conseguenza vengono sedati, marchiati come semi-infermi e mandati molto spesso in sezioni detentive psichiatriche dove il meglio che avranno a disposizione sarà il “lusso” di poter dormire ovviamente sotto sedativi, perché vivere quelle realtà da sveglio può diventare veramente e letteralmente una tortura.
Quindi mentre lo Stato e i governi che si succedono e si riempiono la bocca di belle parole, “riforme della giustizia e del sistema carcerario, di giustizia riparativa e non punitiva” intanto dal carcere usciranno persone che in alcuni casi avranno molti più problemi di quando sono entrati sia a livello comportamentale che psicologico.
Si tratta di persone che per sbaglio sono finite in carcere, magari capita anche per uno scambio di persona e ne sono uscite distrutte. Si tratta di tossicodipendenti che hanno rubato per procurarsi la droga e sottostanno a lunghi anni di carcere che non può far altro che aprirgli la strada all’ennesima dipendenza. Ma si tratta anche di persone già all’esterno con problemi psichiatrici che invece di essere portati in strutture adeguate a risolvere i loro problemi vengono introdotti nel sistema carcere Italiano, che non ha pietà di nessuno!!!
Troppo spesso poi si ricorre alle manette senza che ci sia il vero pericolo o il vero bisogno di neutralizzare questo pericolo, entrano in carcere sempre più persone che hanno commesso reati minori, quasi insignificanti, e questo sottostare a tempi medio-lunghi in carcere non farà altro che incattivire queste persone che poi si, in molti casi diventeranno dei delinquenti a tutti gli effetti.
Quindi mi chiedo, lo Stato, il governo, punta a creare dei mostri? O a risolvere seriamente questi problemi che si protraggono ormai da decenni senza che le cose cambino se non in peggio?

A voi le conclusioni cari lettori. Ciao a tutti.

Valerio

Per contattare la Redazione La Fenice o commentare l’articolo scrivi a  [email protected] oppure accedi a Facebook alla pagina “La Fenice – Il giornale dal carcere di Ivrea”

Autore dell'articolo: feniceadmin