Come si legge sempre più spesso nelle notizie di cronaca dei giornali, i reati commessi dalle baby gang sono in costante aumento soprattutto nelle grandi città.
Riflettendo qui, nella mia cella, ripercorrendo il passato, osservando gli evidenti cambiamenti sociali, vedo di fronte a me una società dove si trascorre sempre più tempo davanti alla TV, “assorbiti” da internet, in balia dei social e delle relazioni virtuali. Le figure tradizionali di riferimento: genitori, insegnanti, educatori perdono sempre di più la loro capacità di avere un ruolo centrale nella formazione dell’identità e nella possibilità di trasmettere valori, ideali e regole sane e ben definite.
In questa società “liquida”, dove si è tutti costantemente sottoposti al condizionamento dei media, troppo spesso ci si nutre di veleni , disvalori, falsi miti … come ho fatto io. Alle regole si contrappone il fascino della trasgressione, alle relazioni vere di amicizia basate sul rispetto reciproco si preferiscono le mille relazioni virtuali, il fascino della fiction, delle seduzioni del piacere immediato, del denaro, del potere, del successo a tutti i costi.
Tutto sembra andare nella direzione di una società “liquida” che plasma identità sempre più “liquide”. Questo nuovo modus vivendi genera e accelera certamente atteggiamenti e modi di persone che sentono sempre più la necessità di indossare nuove maschere, di identificarsi in diversi personaggi a seconda delle aspettative, delle pressioni ricevute. Così facendo molti tendono a perdere la propria identità, non sanno più chi sono realmente e quali sono i bisogni più veri e profondi. Si fa di tutto pur di sentirsi accettati, ammirati … ma di fatto ci si sente più soli.
Nella società del piacere compulsivo, dello “sballo”, del divertimento a tutti i costi si inizia a scegliere di fare questa o quella cosa che in un primo momento ci pare piacevole e spesso si instaura poi un bisogno, una necessità sempre più incontrollabile di reiterazione. Ci accorgiamo poi di essere diventati dipendenti senza neanche essercene resi conto.
Sono tante le dipendenze che subdolamente si insinuano nella nostra vita fino a privarci di tempo, energie, della nostra libertà di decidere ciò che è meglio per noi e per gli altri. Dipendenze che ci portano anche a sperperare considerevoli risorse economiche: droghe, sesso “usa e getta”, alcool, sigarette … Si inizia ad esempio a bere e fumare per sentirsi parte del “gruppo”, ci si ubriaca ogni volta che si fa festa con gli amici, poi non si riesce più a smettere di fumare, di bere..
Puoi fare il ribelle quanto vuoi, ma se vuoi diventare una persona adulta non puoi continuare a fare il “trasgressivo” a vita, presentarti al lavoro con il piercing, con la cresta viola, o con la maglietta e i jeans strappati. Non puoi presentarti “sballato” di pastiglie e alcool per non fare fatica …
“Eh, ma io sono un ribelle!”
E’ solo questione di tempo. Se non ti decidi a rispettare gli altri e continui a fare il “trasgressivo”, l’egoista a tutti i costi, resterai solo. Questa è la conseguenza sicura! Certo è più facile continuare a ripetere “… ma io sono ribelle!!!, sono fatto così … non ci posso fare niente …” Bell’ideale! “ E vai .. facciamo tutti quello che ci pare, pensiamo solo a noi stessi, non diamo ascolto a chi davvero ci vuole bene e non si stanca di dirci di non andare in mezzo al fuoco: ti bruci! Non assumere droghe: ne diventerai dipendente! “Rispetta i tanti semafori rossi nel viaggio della tua vita, ti sarà di grande aiuto per evitare drammatici incidenti”.
Persino Dio ti dà i suoi comandamenti, suggerimenti, ma poi ti lascia libero! L’unica cosa che non può fare è privarti della tua libertà … ti lascia libero! Proprio perché lui è Amore, ma se tu hai la presunzione di sapere di più, di non avere dubbi ma solo certezze, se vuoi continuare, in nome di una falsa, egoistica libertà a non rispettare nessuno … continuerai a “bruciarti”.
Ti scoprirai , col tempo, sempre più solo, con il tuo bullismo.
Michelangelo D.
Uomo Ombra
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