Buongiorno a tutti, leggendo i giornali, la cronaca, sembra ora che la nuova pandemia siano le
Baby Gang. Non semina la morte come il virus ma la violenza, l’intolleranza, manifesta la mancanza
di valori e di regole, la totale assenza di educazione e di rispetto per il prossimo e rispecchia purtroppo la triste condizione sociale che stiamo vivendo.
Noi tutti ormai comunichiamo, ci conosciamo e instauriamo rapporti via chat, sui social, la
maggioranza di noi adulti e come sappiamo è così anche per le i più giovani, i nostri figli. Troppo
spesso il rapporto diretto, che poteva essere genitore/ figlio o tra amici è sostituito dalla “rete”, da
una realtà sempre più “virtuale”. Penso che la mancanza di vere presenze, figure di riferimento
induca i ragazzi ad assumere comportamenti senza freni. Nessuno può contrastarli, insinuare il
dubbio, esistono solo autoreferenziali certezze, specchi di una forza inesistente …
Probabilmente questa totale assenza di valori e di riferimenti favorisce la nascita di questi gruppi di
giovani : le baby gang. Gruppi all’interno dei quali ognuno deve dimostrare di essere il “più forte”, e
per essere o apparire tale, per mascherare debolezze e problemi sociali ed esistenziali ci si altera
l’umore facendo uso di alcol, farmaci, droghe di ogni tipo.
La conseguenza di tutto ciò sono riportate ormai quotidianamente nei fatti di cronaca: violenze,
violenza sessuale, distruzione di locali e autovetture, risse e altro.
Mi chiedo come sia possibile … è questo il risultato del progresso?
Non sono Dio, non voglio giudicare vorrei chiedere a questi ragazzi di assumere un comportamento
più responsabile, rispettare il prossimo, riconoscere i propri limiti, imparare ad essere più umili …
Vorrei ricordare loro che viviamo in una nazione “culla della civiltà”, mi sovviene ora una frase
pronunciata da Ulisse nell’Inferno di Dante: “ Fatti non foste per viver come bruti ..”
Voglio sperare questo mio articolo possa seminare qualche dubbio, far si che si agisca seguendo la
ragione e non l’istinto, che si usi la testa e non le mani.
Karo
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