Carcerazioni disfunzionali. Lo spazio tra vittima e carnefice

Cosa succede quando le pene dovrebbero essere riabilitazioni, come nel caso di maltrattamenti o piccole estorsioni compiute sotto uso o in astinenza di sostanze, e quando le famiglie, forse in buona fede, denunciano i propri figli alle forze dell’ordine nella speranza di fare entrare in comunità il proprio famigliare?

Questa problematica è ormai sempre più diffusa. I nodi iniziano proprio qui, quando le famiglie inconsapevoli di dove porta questa scelta e le forze dell’ordine che, vuoi per non conoscenza o per abbreviare il loro lavoro, promettono e credono che denunciando avranno messo su di un piatto di argento l’ingresso in comunità del famigliare e di conseguenza aperto la strada verso la salvezza.

Purtroppo la realtà non è assolutamente questa e riporto un caso come esempio nella speranza che più persone possibili si sensibilizzino ed almeno si rivolgano ad un buon avvocato ed alla assistenza sociale prima di presentare una denuncia che segnerà a vita la sorte del proprio caro con la detenzione che, più che riabilitare, renderà nella maggior parte dei casi la persona ulteriormente rabbiosa, chiusa ed incapace di chiedere aiuto.

Quando per esempio abbiamo un ragazzo che in preda all’astinenza chiede soldi (anche solo 30 euro) e spintona o colpisce qualche famigliare, e quest’ultimo mette in atto una procedura penale, quello che otterremo non sarà la cura ma una vera e propria querela che poi, quando il famigliare sarà detenuto non si potrà più ritirare perché per la gravità dei reati la procedura andrà avanti di ufficio lasciando il parente in carcere con l’accusa di maltrattamenti ed estorsione per magari tre o quattro anni e prima di entrare in comunità o agli arresti domiciliari dovrà rimanere detenuto per anche due anni di pena.

È proprio qui che lo spazio tra vittima e carnefice sparisce, punendo con una inutile carcerazione qualcuno che, pur non essendo un criminale si ritrova ad affrontare la dura vita carceraria lontano a volte dai figli innocenti e dalla famiglia, ritrovandosi a dover fare un percorso che spesso, se non si riesce ad entrare in comunità, trasformerà una persona con dei problemi comportamentali legati soltanto all’uso di sostanze nel potenziale criminale che prima non era.

Riflettete.

E.B.

Autore dell'articolo: feniceadmin