L’altro giorno stavo ripensando a farmi rimettere la terapia, una pastiglia di Mirtazapina, stabilizzatore d’umore positivo, una di Olanzapina, ipnotico, e 15 / 20 gocce di En che è un tranquillante.
Finora la Dottoressa Psichiatra è stata molto professionale e buona, oltre che comprensiva. Le dissi dei miei problemi, che sento le voci e ogni tanto ho bisogno di dormire con un aiuto. I suoi consigli e le sue prescrizioni hanno avuto successo, fino a settembre 2020, dopo cominciai a sentirmi meglio come se non sentissi più il bisogno di prendere terapie, così scesi giù al reparto ambulatorio dell’ASL e l’infermiera me le tolse. Poi però, poiché stavo anche ritentando una dieta vegana, a gennaio ricominciai a sentire quelle insopportabili voci, voci che comprendono frasi stupide e arroganti di persone conosciute e no, che non mi dicono cosa fare, ma che tendono a voler insistere su fatti come quello di asserire che loro gestiscono la mia vita, che mi fanno risultare agli occhi degli altri come uno da non frequentare, che mi fanno litigare con chi ho vicino, cose che non succedono insomma e le sento da circa 4 anni. Ricominciai anche ad avere disturbi del sonno e andai di nuovo sotto in infermeria, a farmi riprescrivere la terapia, qui incontrai un altro infermiere, questo naturalmente non poteva prendere la decisione della terapia perciò mi portò nell’ufficio della Dottoressa e ne trovai un’altra, pensai tanto è uguale, ma non fu così.
“Dottoressa buongiorno, vorrei gentilmente la terapia che avevo fino a settembre.”
“Che terapia avevi?”
“Una Mirtazapina, due Olanzapina e goccie di En.”, interviene l’altra dottoressa al computer di fianco, “ah, tutti che ultimamente vogliono queste pastiglie di Mirtazapina, chissà cosa ci fate là sopra con queste pastiglie!”
e la dottoressa di prima: “Ah, allora io non gliele do queste pastiglie, cambiamo tutto.”
“Ma come dottoressa? Io sopra non faccio questi affari, non ne ho bisogno, questa terapia mi è stata data dalla sua collega con i capelli rossi, non possiamo continuare con questa?”
“Non so chi sia.”
Sembrava me la fossi sognata.
“Ti do le gocce di Haldol “.
“No per favore, le gocce di Haldol mi annullano tutto, hanno un sapore davvero brutto, non sopporto.”
E l’infermiere esclama: “mica devi prenderle in base al gusto”.
“E invece con l’altra dottoressa avevamo seguito anche questa linea e andava benissimo, le Haldol non le prendo, non potete cancellarmi la terapia solo perché la sua collega le ha fatto notare una probabile circostanza che non mi riguarda!”
“Invece posso, ti do allora il Risperidone” – pastiglie brutte e amare anche loro!”
“Mah?!”
“Abbiamo finito grazie.”
“Ma come?! Non dovrebbe rispettare la vecchia prescrizione?”
L’infermiere: “ti ha dovuto rivisitare”
“E questa la chiama visita?”
La psichiatra: “Abbiamo finito grazie.”.
Said M.
Per contattare la Redazione La Fenice o commentare l’articolo scrivi a [email protected] oppure accedi a Facebook alla pagina la fenice – il giornale dal carcere di ivrea