Un’estate infernale in carcere

Carcere di Ivrea, siamo a metà luglio.

Caldo torrido, pesante, afoso… manca l’aria.           

Spossatezza sia fisica che mentale, la voglia di fare “qualcosa” tende a scomparire, il CALDO la soffoca, la Deprime, quasi l’annienta.         

Si suda a stare immobili.       

Se fuori ci sono trentasei gradi, qua ce ne sono all’incirca quarantadue!    

In giro per la sezione c’è “ARIA” di nervosismo, non ci sono né ventilatori, né aria condizionata … tre docce al giorno, almeno per quanto riguarda ME.      

Pian piano mi rendo conto che la gente tende a discutere più facilmente, il caldo ci annebbia la ragione,  discussioni e liti per motivi futili,  si  tende ad esaurire mentalmente.

Si cerca di riparare il più possibile la cella con tende, limitando il più possibile l’ingresso dei raggi solari in maniera tale da tenere sotto controllo la temperatura, temperatura che purtroppo persiste nel non calare.

Gli assistenti alle nove del mattino gridano: “Aria!”, ma se vuoi evitare di ustionarti e/o farti un “bagno” di sudore, “compresi “mancamenti” indotti dal devastante calore” ti conviene rimanere in sezione.

L’aria è rarefatta da questo MOSTRO, se vogliamo chiamarlo così… il Piemonte, la Lombardia ed il Veneto sono in stato di emergenza causa siccità.

Il  mastodontico fiume che attraversa tutta la Pianura Padana chiamato Po, è per lo più prosciugato, soprattutto in Piemonte dove l’allarme è ROSSO!

Sì è vero, siamo in un Carcere, siamo detenuti e sicuramente non ci spettano tutti i BENEFIT delle persone in libertà, ma non credevo si potessero lasciare più di DUECENTO detenuti in queste condizioni, ci sono detenuti che sono cardiopatici, chi soffre di ansia, di depressione o chi ha addirittura disturbi psichici!

E questo CALDO estenuante non aiuta le condizioni di tali detenuti, anzi, peggiora gravemente il quadro generale.

Potrà sembrare banale alle persone “LIBERE”,  leggere queste parole di grande sconforto riguardante codesta situazione all’interno di questo carcere, ma se anche solo per un momento, chi legge queste parole, cercasse di immedesimarsi il più possibile nelle nostre condizioni, magari, si renderebbe conto di che INFERNO viviamo all’interno di queste mura in questo particolare periodo dell’anno.

Nemmeno volendo un detenuto può acquistare un ventilatore, né tenerlo in cella.

Ventilatori  lungo la sezione non ce ne sono, se non uno sopra la testa degli assistenti che stanno in “rotonda”, quel luogo che separa il braccio destro dal braccio sinistro del nostro piano.

Il Sole batte forte, riscalda le ormai vecchie pareti del carcere, trasformandolo in una sauna perpetua.

Come si può, in una Casa Circondariale, nel 2022, mantenere in tali condizioni degli esseri umani? Come mai c’è questo disinteresse riguardante le nostre condizioni psico-fisiche in questo caso aggravate  dal caldo?

La soluzione sarebbe molto semplice, basterebbe installare dei semplici ventilatori o aeratori lungo le sezioni, in maniera da mantenere una temperatura VIVIBILE all’interno di queste mura. Attualmente noi detenuti che cosa possiamo fare riguardo ciò?

Assolutamente nulla, bisogna tenere DURO, e purtroppo per ora, imparare a CONVIVERCI.

Alessandro M.

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Autore dell'articolo: feniceadmin