Carcere duro (41bis)

Non mi aspettavo un vostro errore
Uomini e donne di tribunale
Se fossi stato al vostro posto
Ma al vostro posto non ci so stare
Se fossi stato al vostro posto
Ma al vostro posto non ci so stare

 (nella mia ora di libertà Fabrizio De Andrè)

STORIA:

La disposizione venne introdotta dalla cosiddetta legge Gozzini, che modificò la legge 26 luglio 1975, n. 354, ed era in origine applicabile solo a casi di emergenza interne alle carceri, secondo il testo: “In casi eccezionali di rivolta o di altre gravi situazioni di emergenza, il Ministro della giustizia ha facoltà di sospendere nell’istituto interessato o in parte di esso l’applicazione delle normali regole di trattamento dei detenuti e degli internati. La sospensione deve essere motivata dalla necessità di ripristinare l’ordine e la sicurezza e ha la durata strettamente necessaria al conseguimento del fine suddetto”. In seguito nel 1992, dopo la strage di Capaci in cui perse la vita Giovanni Falcone, all’articolo si aggiunse un secondo comma disposto con il decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306 (cosiddetto Decreto antimafia Martelli-Scotti), convertito nella legge 7 agosto 1992, n. 356. Con la nuova disposizione, in presenza di “gravi motivi di ordine e di sicurezza pubblica”, si consentiva al Ministro della Giustizia di sospendere le garanzie e gli istituti dell’ordinamento penitenziario, per applicare “le restrizioni necessarie” nei confronti dei detenuti per mafia, con l’obiettivo di impedire il passaggio di ordini e comunicazioni tra i criminali in carcere e le loro organizzazioni sul territorio.

La misura aveva quindi carattere temporaneo, infatti la sua efficacia era limitata a un periodo di tre anni dall’entrata in vigore della legge di conversione. Tuttavia, fu prorogata una prima volta fino al 31 dicembre 1999, una seconda volta fino al 31 dicembre 2000 e una terza volta fino al 31 dicembre 2002. Il 24 maggio 2002 il Governo Berlusconi II deliberò un disegno di legge di modifica degli articoli 4-bis e 41-bis dell’ordinamento penitenziario, poi approvato dal Parlamento come Legge 23 dicembre 2002, n. 279 (Modifica degli articoli 4-bis e 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di trattamento penitenziario), abrogando la norma che sanciva il carattere temporaneo di tale disciplina e prevedendo che il provvedimento ministeriale non potesse essere inferiore a un anno né superare i due anni, con eventuali proroghe successive di solo un anno ciascuna. Inoltre, il regime di carcere duro venne esteso anche ai condannati per terrorismo ed eversione. La legge 15 luglio 2009, n. 94 ne ha cambiato di nuovo i limiti temporali, tuttora in vigore: il provvedimento può durare quattro anni e le proroghe due anni ciascuna. Secondo le nuove regole i detenuti possono incontrare senza vetro divisore i parenti di primo grado inferiori a 12 anni di età, ma resta il divieto alla detenzione di libri e giornali, tranne particolari autorizzazioni.

Caratteristiche:

La norma prevede la possibilità per il Ministro della Giustizia di sospendere l’applicazione delle normali regole di trattamento dei detenuti previste dalla legge in casi eccezionali di rivolta o di altre gravi situazioni di emergenza per alcuni detenuti (anche in attesa di giudizio) incarcerati per reati di criminalità organizzata, terrorismo, eversione e altri tipi di reato.

Il comma 2-quater dell’art. 41- bis prevede che «i detenuti sottoposti al regime speciale di detenzione» siano «ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari, ovvero comunque all’interno di sezioni speciali e logisticamente separate dal resto dell’istituto…». In tal modo è stata recepita dalla legge – e, soprattutto, resa assolutamente inderogabile – la prassi seguita in linea di massima dall’Amministrazione penitenziaria, sin dai primi anni novanta, di allocare in apposite e selezionate strutture penitenziarie i detenuti in questione.

Soggetti destinatari

Il “carcere duro” è applicabile per ciascuno dei delitti indicati dall’articolo 41-bis della legge penitenziaria:

– Delitti commessi per finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell’ordine democratico mediante il compimento di atti di violenza; – Delitto di associazione per delinquere di tipo mafioso; – Delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’associazione mafiosa ovvero al fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose; – Delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù; – Prostituzione minorile, consistente nell’indurre alla prostituzione una persona di età inferiore agli anni diciotto ovvero nel favorirne o sfruttarne la prostituzione; – Delitto di chi, utilizzando minori degli anni diciotto, realizza esibizioni pornografiche o produce materiale pornografico ovvero induce minori di anni diciotto a partecipare ad esibizioni pornografiche e chi fa commercio del materiale pornografico predetto; – Tratta di persone; – Delitto di acquisto e alienazione di schiavi; – Delitto di violenza sessuale di gruppo; – Delitto di sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione; – Delitto di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri; – Delitto di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope.

Casi di revoca del regime:

Il tribunale di sorveglianza ha revocato l’applicazione della misura nei confronti di Michele Aiello, posto ai domiciliari in quanto sofferente di favismo, e ad Antonino Troia. In entrambi i casi la presidente dell’Associazione familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili Giovanna Maggiani Chelli ha contestato la decisione.

Leggendo sopra si può capire quanto controversa e paradossale sia la misura del 41bis, ed ho voluto specificare a chi e a quali tipi di reati può essere emesso l’istituto del carcere duro. Persone che trafficano sigarette potrebbero esservi rinchiuse e non mi sembra onestamente che il traffico di sigarette sia un reato talmente grave da suscitare il bisogno di attuare una tale misura. Ma siamo in Italia e non mi meraviglio più di niente.

Il 26% del 49% di intervistati che ha risposto al sondaggio sul tanto ultimamente discusso 41Bis, ha votato che per loro la misura andrebbe inasprita, quindi circa 15 milioni di italiani vorrebbero addirittura che il 41Bis fosse indurito, che ne so, passare dall’attuale nome di carcere duro a carcere super duro, non lo so, quando ho letto i dati sono rimasto agghiacciato, ho pensato che non può essere possibile che in Italia ci siano 15 milioni di coglioni, scusate la rima.

Vorrei dire a questi 15 milioni di ignoranti che prima di parlare, fare, giudicare, … bisogna collegare il cervello e pensare bene a cosa si sta facendo o dicendo e soprattutto votando anche perché poi potreste essere strumentalizzati senza neanche saperlo. Vorrei che ognuno di queste persone che ha votato per l’inasprimento del 41Bis, così come a tutti i Magistrati, Pubblici Ministero (PM), procuratori e affini, si facesse una settimana o anche un mese in uno dei “migliori” carceri italiani e poi anche qualche giorno al 41Bis, per capire cosa vuol dire stare in carcere o al carcere duro. Questo soprattutto per i Magistrati e i PM d’Italia che prima di essere abilitati a emettere condanne dovrebbero passarci veramente un brevissimo periodo dietro le sbarre, per capire bene dove stanno mandando le persone condannate.

Questo non è neanche un pensiero tanto strano, che però potrebbe realizzarsi solo in un utopica società degna di questo nome in futuro. Per come vanno le cose in Italia sono consapevole che non cambierà mai niente o almeno non in poco tempo ma io non mi arrendo e continuerò a sperare e continuerò a scrivere perché tutti devono sapere veramente cosa significa la parola carcere, cosa significa essere detenuto e cosa vuol dire anche per le famiglie dei detenuti, ma vorrei anche aggiungere per tutti coloro che pensano che in carcere si stia bene, che lavorando guadagniamo più delle persone fuori, che passiamo le giornate a giocare a carte e a guardare la TV (queste ultime due cose forse sono le uniche due cose che si avvicinano un po’ alla realtà – ma solo perchè in alcuni istituti non c’è nemmeno la possibilità di frequentare corsi di studio o formativi).A loro piacerebbe passare le giornate così all’esterno nelle loro vite quotidianamente? E provate anche a chiedervi per davvero come si potrebbe stare in galera, con persone che non hai scelto attorno a te, dove non hai mai un minuto di privacy, dove l’umidità ti entra nelle ossa e ti consuma da dentro, dove si dorme per così dire su materassi ammuffiti e sporchi di spugna su brande d’acciaio, con lo stesso clima che ci potrebbe essere in una qualsiasi cantina, dove sei circondato di disperazione, depressione, negatività, brutti sguardi, gente che ti osserva, gente che ti butta addosso i suoi problemi senza preoccuparsi dei tuoi, persone che si tagliano il corpo con le lamette e sporcano di sangue i muri e i corridoi dove i detenuti passeggiano avanti e indietro, vivere in un clima costante di oppressione e angoscia. E’ vero, abbiamo sbagliato, ma siamo esseri umani, e per quanto un uomo abbia sbagliato non è la giusta punizione rinchiuderlo in un carcere e in alcuni casi buttare le chiavi o comunque farcelo stare per anni, non facendo altro che farlo incattivire e imbruttire sempre di più, il carcere cari lettori non serve a nient’altro che ad allevare e formare dei mostri, apatici, freddi, indifferenti.

È questo quello che veramente si vuole per i detenuti???

Non sarebbe meglio impegnarli per ripulire volontariamente le strade delle nostre bellissime città, impegnarli come volontari nelle case di riposo nei centri di igiene mentale, per dare supporto e aiuto ai più deboli, impegnarli in percorso di revisione del reato di consapevolezza di progettualità,  impegnarli in mille modi possibili in modo che sia molto più utile e costruttivo per loro stessi e per la società, senza invece invecchiare e in imbruttire dentro uno squallido posto che al giorno d’oggi non ha senso di esistere, anche per i costi elevati che purtroppo grava sulle tasche di tutti gli italiani.

Sì, vorrei dire a quei 15 milioni di ignoranti che inasprendo come vorrebbero loro le carceri, si inasprirebbero anche le spese che graverebbero anche sulle loro di tasche.

Come sempre spero di essere riuscito a mandare il messaggio giusto.

Ciao a tutti.

Valerio

Autore dell'articolo: feniceadmin