Il compagno di cella

Sconto una condanna a 12 anni di reclusione dal 31/05/2013, ho fatto 8 anni filati di carcere e 1 anno di comunità per reinserirmi gradualmente nella società, ma poi mentre stavo finendo di scontare la pena sopra citata, mi riportano in carcere per un residuo pena di 18 mesi. Ad oggi il mio fine pena è fissato al 16/09/2024.
In tutti questi anni di galera ho potuto conoscere tantissime persone e altrettanti compagni di cella, il cosiddetto “Concellino” . Nelle carceri del sud invece viene chiamato “Cellante”.
In tutti questi anni come vi dicevo ho potuto conoscere molte persone che divennero poi anche miei compagni di cella, per scelta o per cause di forza maggiore.

All’ingresso in carcere, quando ti mettono in una cella non hai molta scelta, ma poi col passare del tempo, magari leghi con qualcuno e puoi decidere sempre sotto le direttive degli Assistenti e dei Brigadieri che decidono, se sì o no, di metterti in cella con la persona con la quale hai legato di più.
Ho capito in questi anni che il Concellino, Cellante o compagno di cella dovrebbe essere la persona più importante perché è la persona con la quale condividi gli spazi più intimi della vita carceraria, è la persona con cui dividi il sonno, la fame, la sofferenza, ma anche la gioia per una buona notizia, insomma il compagno di cella è colui con il quale si condivide tutto.
Soprattutto in determinati Istituti Penitenziari dove le celle sono composte da 2 persone, quelle due persone se sanno trovarsi diventeranno come fratelli.
In altri carceri invece dove le celle sono occupate da 3 o più persone si diventa una specie di famiglia e non è un’esagerazione!
Quando la cella è da 2 ci sono cose positive e negative, perché si è solo in due all’interno della cella e bisogna trovarsi per forza per andare un minimo d’accordo, altrimenti i rischi sono i litigi e nei casi più gravi anche violenze fisiche.
Questo secondo me per l’ignoranza di alcuni detenuti che non riescono a esprimersi altrimenti.
Ho avuto molti compagni di cella in questi 9 lunghi anni, ci sono state volte in cui mi affezionavo e quasi mi dispiaceva quando li vedevo uscire perché in questo posto creare legami forti è molto difficile, qui si basa tutto sulla superficialità, sull’ostilità e sul non fidarsi di nessuno, tranne appunto del proprio compagno di cella.
Ho avuto anche il “piacere” di condividere la cella con mio fratello di sangue e non sempre è stata un’esperienza positiva perché ti rendi conto della sofferenza di una persona a te cara che non vorresti mai vedere in certe situazioni o condizioni, però dall’altra parte quando si è in cella con un fratello o comunque con un parente ci si fa forza e si va avanti più uniti e guardandosi le spalle a vicenda ed è un legame che nessuno all’interno del carcere può minare, qui sta la forza nell’avere un fratello compagno di cella.
Ci sono stati Concellini con i quali da subito capivo che non sarei durato tanto quindi se ero arrivato dopo di lui in quella cella facevo richiesta per andare in un altra cella, se invece ero arrivato prima io in quella cella, gli dicevo che doveva trovarsi un’altra sistemazione prima di arrivare a litigare. Non vi nascondo che sono arrivato alle mani molte volte con alcuni miei ex compagni di cella, ma questo più nei primi anni di galera quando ero poco maturo e poco esperto di carcere. Ci sono state persone che ho conosciuto nella stessa sezione dove stavo io ed avevamo creato un legame davvero forte ma decidevamo di comune accordo di non metterci in cella insieme per non rovinare appunto il nostro legame, perché la convivenza non è sempre facile nemmeno con le persone con le quali vai più d’accordo ed è cosi anche nel mondo di fuori e tutti lo sappiamo, figuriamoci in posti con spazi ristretti come il carcere.
Quando trovi la persona sbagliata e te ne accorgi meglio parlarne subito ed agire da adulti parlandosi prima di accumulare stress e rabbia verso l’altro e arrivare a determinate situazioni. Cosa che non mi capita più da qualche anno ormai perché come vi dicevo prima se vedo che sono incompatibile con l’altra persona faccio subito richiesta di cambiare cella.
Raramente trovi persone che non ti aspetti, con le quali leghi subito, sembra che vi conosciate da tempo e la cosa un po’ sbagliata che tutti fanno è fare subito richiesta per essere messi in cella insieme, io no, qui negli ultimi mesi ho conosciuto un persona con la quale si è creato un forte legame dal primo giorno che ci siamo conosciuti ma ho fatto passare due settimane prima di proporgli di venire in cella con me, perché devi essere sicuro che ci vai d’accordo abbastanza, bisogna essere compatibili quasi su tutto e non bisogna farsi prendere dall’illusione che ci vai d’accordo solamente perché vi siete trovati concordi su alcuni argomenti.
Con questa persona ormai è quasi un mese che siamo in cella insieme e non mi pento della scelta che ho fatto anche se a volte alcuni contrasti sono inevitabili, siamo pur sempre due persone diverse che si sono conosciute in carcere, ma quando c’è qualcosa che non va ci si chiarisce subito in modo tale da evitare poi futuri fraintendimenti o sovraccarichi di stress e di incomprensioni che ti porterebbero poi inevitabilmente alla rottura.
Io da un paio d’anni ho preso la decisione di cambiare stile di vita e questa mia decisione è stata seguita da un’ azione significativa per tutti quelli che mi conoscevano prima.
Ho sempre scontato la mia condanna nei reparti “comuni” delle carceri ove ero ristretto ma esattamente nel 2020 dopo che mi trovarono un cellulare in cella decisi di cambiare reparto. Per dare un messaggio chiaro e forte sia a chi mi stava intorno sia a me stesso. Con quel gesto ho suggellato la mia scelta di cambiamento.
Cosa che ho potuto mettere in atto a giugno del 2021 al mio arrivo qui al carcere di Ivrea.
Ma torniamo all’argomento principale, il compagno di cella, cosa rappresenta? Rappresenta il tuo specchio, rappresenta tutto quello che sei o che sei stato, altrimenti non sceglieresti di condividere la cella con questa persona … dovete quantomeno somigliarvi un po’, almeno io la penso cosi.
Con il compagno di cella posso parlare di tutto, posso confidarmi, posso parlagli della mia famiglia, delle cose che ho fatto, delle cose che vorrei fare e di quelle che non voglio fare più.
È una cosa fondamentale in carcere soprattutto la fiducia, cosa che è molto preziosa nel mondo di fuori figuriamoci all’interno di un posto dove il più bravo dei detenuti è comunque un ladro di biciclette!
Il compagno di cella per me è un fratello, in certi casi maggiore e cioè da ascoltare per i consigli che può darti e in altri fratello minore da difendere e da guidare su una strada migliore di quella che ho percorso io.
E’ una persona che raffigura ciò di cui hai bisogno in una determinata situazione.
Con questo mio ultimo compagno di cella siamo in sintonia su un argomento per me sempre stato fonte di ricerca, mistero e ispirazione, l’argomento di cui vi sto parlando è la Fede.
Ho trovato risposte nel suo parlarmi di Kr§ua, Buddha, Shiva, Ganesh. Insomma Dio e tutti i nomi nella spiritualità Hindù e Buddhista.
Ho sempre cercato di affrontare un percorso, un cammino spirituale nella Religione Cristiana o Cattolica, ma neanche iniziavo che sentivo subito che quelle cose erano lontane da me, non le sentivo mie, come un vestito che ti sta troppo stretto o largo, quindi ho sempre lasciato passare tempo aspettando il momento in cui mi si sarebbe presentata l’occasione di affrontare un percorso spirituale che sentivo mio.
E cosi è successo con il mio attuale compagno di cella, già prima di conoscere lui questa spiritualità orientale mi ha sempre colpito e ho sempre cercato di informarmi un po’ e di leggere qualcosa a riguardo.
Ma con lui è stato come se la vita ci avesse voluto fare incontrare, mi ha dato e mi sta dando molte spiegazioni su molti argomenti della vita sulla quale avevo tanti dubbi, mi parla con una chiarezza e sicurezza che sono per me fondamentali segni di Verità.
E cosi ho iniziato con lui un cammino nella spiritualità più alta che l’uomo abbia mai potuto praticare.
Ecco cosa può arrivare a diventare anche un compagno di cella, fratellanza, amicizia, ma comunque con una confidenza e sapienza in più rispetto a chiunque altro, perché come dicevo prima con lui condividi più di quanto hai mai condiviso con altre persone che si sono presentate nella tua vita.

Ecco cosa rappresenta per me il compagno di cella e quando trovi quello giusto, la galera ti pesa la metà.

Valerio R.

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Autore dell'articolo: feniceadmin