Il problema delle manette facili in Italia e non solo…
Ebbene sì, Signore e Signori, è successo ancora, questa volta a suicidarsi è stato un ragazzo, alcuni giornali scrivono di 22 altri di 36 anni arrestato solamente 2 giorni prima del suo drammatico gesto. E sapete per cosa era stato arrestato questo ragazzo? No? Ve lo dico io, aveva rubato semplicemente un paio di cuffie auricolari Bluetooth, che siano stati della Apple o di sottomarca il valore credo non superasse i 24 €, ma il discorso non è questo, si può arrestare una persona perché ha rubato un paio di semplici auricolari??? senza ombra di dubbio è stato commesso un reato, ma a quanto pare sembra che il ragazzo fosse addirittura incensurato allora perché metterlo in carcere? Sì, ha commesso reato, nessuno vuole giustificare il gesto ma sicuramente l’extrema ratio ovvero il bisogno della custodia cautelare in carcere deve essere messa in atto solamente in soggetti pericolosi e non mi pare che un ragazzo incensurato possa essere stato giudicato pericoloso per aver rubato un paio di cuffie, non ci voglio credere. Voglio piuttosto credere che ci sia stato un errore.
Ma qui non c’entra quello a cui voglio credere io o meno, c’entra il fatto che un uomo si è tolto la vita solamente dopo due giorni dal suo arresto, tutto questo è avvenuto nella sezione “nuovi giunti” del carcere “Lorusso e Cotugno” di Torino.
Ancora una volta Torino.
Una delle carceri peggiori che abbiamo in Italia, sia a livello di struttura decadente e fatiscente ma anche a livello di trattamento e reinserimento se così si può dire, in quanto quella specie di carcere-lager a titolo di trattamento e reinserimento non ha nulla. Parlo perché ci sono stato per quasi 2 anni e su 8 anni di carcere è stata una delle più brutte esperienze carcerarie che ho passato, mi rincuorava solo il fatto di essere lì con mio fratello maggiore.
Ma questo povero ragazzo non aveva nessuno, era solo con se stesso e magari con la vergogna di essere in carcere per un paio di auricolari, oppure con la pesante consapevolezza di essersi rovinato la fedina penale per una banalità, oppure forse rendendosi conto di essere stato arrestato per così poco non ha retto all’angoscia e alla frustrazione della consapevolezza del vivere in un paese come questo che ha un sistema giudiziario a dir poco vergognoso che lascia alla Polizia e ai Carabinieri la libertà di poter quasi decidere per il PM, che in realtà è lui poi a dare l’ordine effettivo per l’arresto, quindi mi chiedo se questo PM abbia mai lavorato prima di quest’arresto o se era il suo primo giorno di lavoro, mi sembra comunque che abbia peccato riguardo al “troppo zelo” se così posso dire, che ha messo in questa assurda vicenda.
E i giornali per non far sì che tutto ciò passasse agli occhi dei cittadini come l’ennesimo segno, l’ennesima dimostrazione che c’è qualcosa di sbagliato nel sistema giudiziario e penitenziario, hanno aggiunto che ci sono molti agenti che molto spesso vengono aggrediti violentemente dai detenuti. Io che sono stato a Torino posso dire che nessuno sano di mente si sognerebbe mai di aggredire un agente del carcere di Torino, perché chiunque ci è stato sa a cosa va incontro e in quanto ha la fama di essere una delle più brutali carceri Italiane, e vi posso assicurare che è così.
Comunque sembra che il ragazzo, di nome Tecca Gambe, originario del Gambia, lo stesso giorno poche ore prima di togliersi la vita abbia avuto l’udienza di convalida o non convalida dell’arresto. Quindi se il ragazzo abbia deciso di togliersi la vita, pare lo abbia fatto forse rendendosi conto durante l’udienza di convalida che con tutta probabilità il giudice lo avrebbe fatto restare in carcere convalidando l’arresto e credo che sia stato questo il motivo scatenante del suo drammatico gesto
Sarebbe logico pensarla così, ma non è un dato certo quindi non posso dire con certezza cosa sia effettivamente successo.
Quello che posso dirvi con certezza è che abbiamo perso un altro fratello, che il sistema giuridico e penitenziario dell’Italia ha fatto l’ennesima vittima e che io sono rimasto sgomento nell’apprendere tale notizia, per me inconcepibile e sconvolgente.
Non è possibile arrestare un ragazzo per così poco, e poi lamentarsi che c’è un serio problema di sovraffollamento quando si ricorre troppo spesso e volentieri alle manette.
Un sistema che da anni e soprattutto negli ultimi anni con le nuove leggi mette in carcere sempre più innocenti, tossicodipendenti e malati mentali il cui posto non dovrebbe sicuramente essere in carcere, ma a curarsi in specifiche strutture di cui tra l’altro è piena l’Italia.
Vi parlo personalmente, mi ricordo il primo anno che passò dal mio arresto, ero circondato da criminali, delinquenti, di tutti i tipi. Rapinatori, spacciatori, ladri, assassini, truffatori ecc… e sapete cosa avevano in comune queste persone? Essere consapevoli del reato commesso e del sapere di essere colpevoli.
Ad oggi non è più così, i carceri sembrano ormai diventati case di cura, comunità per tossicodipendenti o scappati di casa, alloggi dormitori per i meno abbienti, case famiglie per ragazzini.
Col passare degli anni ho visto sempre di più un cambiamento drastico e anche un calo dell’età media dei detenuti in carcere, sempre più ragazzini dai 18 ai 24 anni vengono arrestati e non rieducati, ma semplicemente abbandonati a sè stessi come tutto il resto della popolazione dei detenuti.
Ormai mi rendo conto di non essere più in mezzo a veri delinquenti che diciamo così “meritano” di stare in carcere sicuramente più di altri detenuti (e mi scuso per aver scritto che qualcuno lo merita più di qualcun’altro perché la galera non si augura mai a nessuno, però così stanno le cose), quando cammino per il corridoio vedo gente che è in carcere per cose di poco conto.
C’è gente che si lamenta e invoca la certezza della pena, e ragazzi credetemi che la certezza della pena esiste in Italia anzi è fin troppo certa, ma ci sono tanti modi di scontare le pene, stabilite dalla legge, che però sembrano essere considerate pochissimo dalla Autorità Giudiziaria che ricorre sempre più spesso alla misura della custodia cautelare in carcere perché pare essere l’unico sistema per prevenire forme di reati. Semplicemente rinchiudendo chi li commette pensano di aver risolto il problema. Non capiscono che così facendo se ne crea un’altro gigantesco. Creando col passare degli anni dei mostri, che entrando in carcere per uno schiaffo a una donna o per avere rubato come in questo caso un paio di auricolari, diventano poi dei delinquenti stando in mezzo a chi lo è per davvero. Usano la rabbia per aggrapparsi a uno scorcio di sentimento che fa in modo di non farli diventare pazzi ma riempirsi di rabbia contro lo Stato non è sicuramente una cosa buona, ed è proprio questo che accade, lo Stato trasforma queste persone in mostri oppure in marionette. E ripeto non voglio giustificare chi commette reati, perché chi sbaglia è giusto che paghi, ma bisognerebbe distinguere fin dall’inizio chi è così pericoloso da dover stare in carcere e chi invece potrebbe essere sottoposto ad altra misura meno afflittiva.
Abbiamo in Italia centinaia e centinaia di casi ogni anno di carcerati ingiustamente che poi si rivelano innocenti, ma non prima di essere passati per il carcere. Il carcere, dice la legge, deve essere l’extrema ratio) e cioè deve essere preso in considerazione dopo aver vagliato tutte le altre misure possibili di detenzione prima del processo, credetemi ce ne sono tante altre ma quasi mai vengono applicate.
Solo carcere, carcere e ancora carcere come fosse l’unico modo di salvaguardare i cittadini e la società.
Comunque sia torniamo a noi, secondo voi questo ragazzo meritava di essere messo in uno dei peggiori carceri italiani solo per aver rubato un paio di auricolari??? Io penso di no, e credo anche che se, invece di essere messo in carcere, fosse stato messo ai domiciliari o in qualche altro tipo di struttura o con qualche altro tipo di misura, non avrebbe compiuto il gesto di togliersi la vita, che oggi fa male a tutti noi carcerati consapevoli dei nostri errori, consapevoli di essere condannati.
Ma lui no, non meritava il carcere e ora da lassù diventato angelo guarderà in basso noi fratelli detenuti e carcerati e ci darà anche lui la forza insieme a tutte le altre vittime come lui, fratelli che si sono tolti la vita perché non ce la facevano più ad andare avanti, vittime del sistema giuridico e del sistema penitenziario italiano che in Europa è sicuramente uno dei peggiori.
Io vi mando un abbraccio e vi dico che andrò avanti anche per voi lassù e riuscirò a non farmi piegare da questo sistema che ci vorrebbe tutti burattini. Combatterò insieme a tutti gli altri compagni di viaggio e un giorno le cose sono sicuro che andranno meglio. Un abbraccio anche a voi lettori. E grazie per aver prestato quel poco di attenzione su un tema così importante. Grazie a tutti.
Valerio
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