Sì, abbiamo sicuramente sbagliato qualcosa per essere qua dentro ed è “GIUSTO” pagare la pena ma non penso sicuramente sia giusto vivere il tempo dietro le sbarre come un tempo per niente rieducativo che al posto di migliorarti tende a peggiorare e deteriorare la persona.
L’idea che si ha di un detenuto nell’immagine quotidiana non è sempre riscontrabile nei fatti, nella maggior parte vogliamo riscattarci sfruttando le potenzialità dapprima utilizzate nel negativo sfruttandole nel positivo.
L’altro giorno un detenuto ha DOVUTO tagliarsi tutto il corpo tranne il volto con tagli da parte a parte: il torace, le braccia e le gambe erano piene di sangue e minacciava di tagliarsi un orecchio per poi lanciarlo in sezione, avrebbe potuto farlo semplicemente per essere ascoltato e io in questo articolo voglio essere la sua voce…
La voce di persone colpevoli di reato ma vittime perché la possibilità di essere assistiti e ascoltati è fondamentale come l’assistenza sanitaria, l’igiene, la rieducazione e il reintegro del detenuto nella società.
Siamo stanchi di non aver diritti ma solo doveri e l’unico modo per essere considerati è andare oltre!?
E’ palese visti gli innumerevoli suicidi e situazioni spiacevoli all’interno del carcere che qualcosa non funziona e chi patisce non sono solo i detenuti ma pure la polizia penitenziaria di pari passo.
L’appello che vogliamo fare è di gettare fondamenta solide e soprattutto valide per un modello istituzionale, nel quale la pena deve essere proporzionale e non abbattere per sempre qualsiasi sogno di una vita fuori. Nel tempo in cui viene emanata una custodia cautelare/detenzione nella giusta misura deve l’istituto carcerario adeguarsi per far ottenere al detenuto i diritti che gli spettano con la giusta rieducazione mettendolo in condizione di potersi reintegrare in una società civile se no è inutile lamentarsi di una recidiva troppo alta.
E’ necessario far capire ai magistrati, ma anche alle forze dell’ordine, che davanti a loro ci sono persone fatte di carne e ossa come loro. Sbagliare è umano, quindi non vogliamo essere trattati come carne da macello.
Con l’applicazione di riforme bilanciate si troverebbe a nostro parere un equilibrio, con l’obbiettivo in comune di abbattere la possibilità di sbagliare commettendo reati di nuovo ma soprattutto vorremmo avere la possibilità di riscattarci, sia all’interno che all’esterno.
Ale7
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