Manette facili

Troppo spesso, soprattutto negli ultimi anni, si stanno verificando casi di persone che vengono arrestate e che dopo aver scontato pene anche consistenti vengono riconosciute innocenti, un vero e proprio dramma che sconvolge non soltanto la vita di queste persone ma anche delle persone e degli affetti del povero malcapitato.

Troppo spesso, anche, si mette in carcere gente che non ci dovrebbe stare, persone che rubano dei generi alimentari dai supermercati evidentemente per fame, non dovrebbero a parer mio ritrovarsi catapultati in una realtà come quella delle carceri italiane, dove è facile, facilissimo entrare, ma molto difficile, difficilissimo uscire. Senza esagerazioni. Purtroppo è proprio così che stanno le cose nel nostro bel paese.

A prescindere dal fatto che secondo me al giorno d’oggi il carcere cosi com’è non ha alcun senso di esistere. Ma quando vedo entrare in carcere gente che viene condannata a uno o due anni di carcere per aver rubato del salame o altre cose da mangiare mi viene la pelle d’oca e mi chiedo sempre di più, ma dove cazzo vivo?!?

Un alcolizzato ruba una bottiglia di whisky da un negozio e viene prima arrestato e poi condannato a 18 mesi di carcere, ho avuto modo di conoscerlo nei miei primi anni di galera, purtroppo era un poveraccio solo al mondo, ma non era un criminale, aveva problemi di alcool, perché metterlo in carcere? Perché le istituzioni preposte hanno dovuto schiacciarlo come uno scarafaggio per una sciocchezza come quella di rubare una bottiglia di vetro con del liquido dentro. Perché purtroppo in questa società malata in cui viviamo non c’è posto per questi “reietti” come li apostroferebbe qualcuno, nessuno vuole vederli, barboni sui marciapiedi, che se rubano per mangiare vengono arrestati e considerati delinquenti, perché nessuno si cura di loro.

Vi posso assicurare che la situazione sta peggiorando sempre di più. Avevo già scritto in passato che ormai in carcere non ci sono più criminali, è raro e sono pochi rispetto alle altre persone detenute: tossicodipendenti, alcolizzati, malati mentali, tutte queste persone hanno commesso reati, siamo d’accordo, ma siamo d’accordo anche sul fatto che il loro posto non dovrebbe essere il carcere? Io penso che non dovrebbero stare in carcere ma in apposite strutture adibite per le opportune verifiche del problema ed eventuali trattamenti.

Penso che prima di mettere in carcere una persona, chiunque esso sia e per quasi tutti i tipi di reato, bisognerebbe effettuare dei controlli, delle verifiche, dei test sulla persona che si sta arrestando, si dovrebbero allestire strutture apposite per l’osservazione di questi soggetti, con organi che sorveglino il tutto certo, in modo che ciascuno prima di essere buttato in carcere possa avere il diritto di dimostrare quantomeno di non essere così pericoloso da essere messo dietro le sbarre.

Se ci pensiamo bene non sarebbe poi così difficile, è piena l’Italia di psicologi, psichiatri, criminologi, sociologi, educatori, assistenti sociali, che potrebbero verificare in poco tempo o comunque non dopo anni se la persona debba realmente essere messo in mezzo ai criminali o se ha soltanto bisogno di un percorso di riabilitazione, per disintossicarsi dalle sostanze, per smettere di bere, percorsi anche sull’affettività e su come gestire le proprie emozioni. Perché invece si buttano subito le persone in carcere?

Perché lo Stato non vuole perdere tempo dietro le persone che chi per un motivo, chi per un altro, commettono un reato, poi magari si scopre che la persona in questione era innocente ma dopo 20 anni di galera la sua vita è distrutta come pure quella dei suoi cari, e lo Stato a quel punto che fa? Sborsa milioni di euro, per risarcire il malcapitato, che con quei soldi non potrà riavere indietro i suoi 20 anni passati dentro un carcere da persona innocente. E se ci fossero stati degli organi preposti all’osservazione e alla prevenzione e all’individuazione di eventuali problematiche dell’arrestato per capire effettivamente chi sia, perché ha fatto quello che ha fatto e soprattutto se si è sicuri che sia la persona che ha realmente commesso un brutto delitto. Non si sarebbe forse risparmiato molto dolore, sofferenza e anche soldi. Senza buttare via una vita perché qui in Italia funziona così, al contrario, sì qui da noi le cose funzionano al contrario, ovvero se ti arrestano e sei innocente non è l’accusa che deve dimostrare la tua colpevolezza o il tuo coinvolgimento ma sei tu che devi dimostrare la tua innocenza e devi farlo in un posto ostile come il carcere dove neanche nei tuoi incubi peggiori avresti mai pensato di finire perché hai sempre fatto una vita regolare, ma adesso invece ti ritrovi accusato magari di omicidio e tu sapendo che non lo hai fatto speri che le istituzioni scoprano in fretta di essersi sbagliate e ti lascino andare, ma così non è.

Passano gli anni, tu non hai più neanche la forza di vivere perché non credi possibile che tutto questo stia succedendo proprio a te e ti chiedi Dio perché non mi aiuti? Ma qui non c’è Dio che può aiutarti, ma solo il Diavolo, e comunque tante volte anche se i Magistrati, il PM o la Polizia, arrivano a capire di aver sbagliato, procedono lo stesso perché per loro tornare indietro non è possibile, si metterebbero in ridicolo davanti ai loro colleghi, quindi procedono sbagliando coscienti di sbagliare distruggendo una vita anzi più di una se hai famiglia. E nella loro convinzione di star facendo la cosa giusta sbagliando se ne lavano le mani pensando che se dovrà salvarti qualcuno quel qualcuno dovrà essere un Giudice d’Appello o di Cassazione, come sempre succede nei casi di malagiustizia. Quindi poi si ricorre ai risarcimenti.

Ma tu quel risarcimento non lo vuoi neanche, a te bastano i 20 anni della tua vita indietro e il nome ripulito da un accusa infamante come quella di un omicidio. Ma questo non è possibile e disperato ti fai prendere dallo sconforto e ti togli la vita.

Quante volte abbiamo visto ripetersi queste storie? Ma cosa cambia? Non cambia nulla, perché allo Stato non importa, appena vieni arrestato e condannato anche solo al 1° grado di giudizio, a volte anche prima, vieni etichettato come delinquente come criminale e quindi giustamente detenuto e poi si arriva a dover spiegare alle famiglie del detenuto “giustamente” che si è tolto la vita, e i segnali c’erano ed erano forti ma nessuno ha voluto vederli perché hanno pensato che faceva finta di stare male per scampare alla galera, ma così non è e allora si chiede scusa nel peggiore dei casi, una semplice richiesta di scuse.

Ma tutto questo è assurdo, paradossale, ingiusto, disgustoso, soprattutto nell’epoca in cui stiamo vivendo. Ma ormai siamo abituati a vedere i deboli e i poveri schiacciati e quelli più indifesi di altri che vedono schiacciati o ignorati i propri diritti che purtroppo non hanno né la forza né il potere di dimostrare che sono innocenti e dall’altra parte nessuno gli crede e nessuno vuole vedere la verità nei suoi occhi e nelle sue parole. È agghiacciante quello che sta succedendo in Italia e la maggior parte di noi si gira dall’altra parte e fa finta di niente.

Come oggi al TG: dopo 17 anni hanno arrestato un barbone che appunto 17 anni prima aveva rubato dei generi alimentari del valore di 5 euro e rotti e dopo il 1°, 2° e 3° grado di giudizio viene riconosciuto ovviamente colpevole e condannato a 2 mesi, ma non vi sembra ridicolo tutto questo? Un poveraccio che deve pagare con 2 mesi di carcere il semplice fatto che aveva fame e che davanti a sé ha trovato gente ignorante e ripugnante quali il direttore del posto in cui sono stati rubati i generi alimentari, la polizia o i carabinieri che hanno accolto la denuncia (invece magari di pagare al posto del malcapitato quegli stramaledetti 5 €), il PM che ha richiesto si procedesse nei suoi confronti per furto e pure i Giudici che hanno accolto la richiesta del PM. Gentaglia senza un briciolo di buonsenso senza un minimo di intelligenza, di empatia, perché se non fosse stato cosi, il clochard non sarebbe stato condannato a 2 mesi di carcere per 5 euro.

Che dire, bisognerebbe mettere veramente un organo che faccia da filtro tra arresto e galera. Ma qui continuo a scrivere roba da utopia perché nonostante tutto spero che ancora qualcosa possa cambiare, anche se la vedo dura. L’unica cosa che posso continuare a fare è non smettere di scrivere come realmente stanno le cose da questa parte.

Ciao a tutti.

Valerio

Per contattare la Redazione La Fenice o commentare l’articolo scrivi a  [email protected] oppure accedi a Facebook alla pagina “La Fenice – Il giornale dal carcere di Ivrea”

Autore dell'articolo: feniceadmin