rubrica Libere visioni

La cimice ardente

Anonimo Toscano

Madre natura Divina creatura, Regina dell’universo, all’inizio vuoto e senza luce, trascinava la sua eterea essenza avvolta da quell’immenso spazio oscuro, da lei stessa creato, nel quale non si sentiva più a suo agio. Le venne una brillante idea, creare una marea di luci di varie dimensioni, ognuna con precise funzioni, le chiamò stelle, erano calde e lucenti, diamanti splendenti, ornamento regale di quell’infinito immenso che così cominciava ad avere un senso.

Era tutto un pullular di luci in movimento, vorticosi girotondi cominciarono a creare galassie ed altri mondi.

Si distinse, fra le tante, una stella assai lucente, lingue di fuoco d’immenso calore ed è così che nacque il sole. Sotto lo sguardo della natura Divina, presero forma rocciosi agglomerati dal perpetuo movimento, che ne causò un vario posizionamento.

In quel turbinio itinerante di luci e di colori un blu particolare andava a rivestire un pianeta, che i raggi del novello sole la sua cromaticità andava ad esaltare.

Il pianeta dal blu preponderante al materno sguardo parve molto interessante e dopo tanto faticare, per potersi riposare, quel mondo volle visitare. Terra gli sembrò il nome più appropriato e lei stessa rimase abbacinata dalla bellezza così variegata che su di essa si era creata.

Molti laghi e mari immensi, alberi e piante di varie dimensioni, erbose vallate impreziosite da petali odorosi che la natura chiamò fiori.

Nel girare attorno al globo si trovò davanti un uovo che si stava dischiudendo a quel mondo variopinto, lasciando in libertà un piccolo pulcino che muovendo i primi passi già cercava disperato qualche chicco nutriente essendo un essere vivente.

Questo non fu solo che l’inizio, altri esseri viventi si apprestavano al debutto e l’elenco dei partecipanti era composto da animali assai aitanti; dinosauri, oranghi ed elefanti, aquile, falchi, civette e barbagianni. La natura emozionata non andò per il sottile e lasciò continuare in assoluta autonomia che il pianeta così si popolasse, fino al momento in cui arrivò un insolito insetto alato, a volte in base alla stagione un po’ verde, un po’ marrone. La natura osservò con attenzione quell’insetto dal ronzio particolare che a forza di toccare finì con lo schiacciare ed esalando l’ultimo respiro anche la natura si sentì mancare per l’odore nauseante che l’insetto prese ad emanare.

“Ma cosa ho combinato”? Esclamò Madre natura, ho creato una tortura puzzolente a cui darò il nome di cimice ardente; sarà la giusta punizione per il vivente più evoluto, l’essere umano conquisterà il mondo, ma questo insetto non si toglierà mai di torno, sarà imparziale perché a tutti disturberà la vita, s’insinuerà in ogni evento che ci sia sole, pioggia o vento e converrà lasciarla stare se non vorrete per l’eternità puzzare!

Questa è la vicenda della cimice ardente, così definita da Madre natura, per la passione e la sua resilienza nel rovinare la nostra esistenza!

Autore dell'articolo: feniceadmin