Giustizia e ingiustizia

Difficilmente nei miei articoli parlo di malagiustizia, concetto molto più ampio della parola stessa, poiché ogni singolo caso andrebbe studiato a fondo e di solito son tante, se non troppe, le verità celate. Il caso di Enzo Tortora è storico, ma anche la tragedia di Ustica per noi italiani è un esempio concreto in questo senso di una ferita ancora aperta.

Ma fin da bambino mi hanno insegnato a riconoscere e combattere le ingiustizie che mi circondavano, piccole o grandi che fossero, ed in coscienza profonda ho formato un pensiero molto severo nei confronti di situazioni contraddittorie o di chi abusa dei più deboli.

Oggi continuo maggiormente su quella via e mi trovo veramente in un luogo dove ognuno racconta la sua verità…gridando le sue ragioni.

Di storie particolari in carcere ne ho viste e sentite tante, tanto già da avere molti termini di paragone e più di una volta ho avuto il dubbio sulla vera imparzialità ed efficacia della legge italiana con tutte quelle sfumature ed interpretazioni che talvolta decretano verdetti diversi per simili colpe.

Poi ho conosciuto un uomo che assolutamente non doveva finire in galera.

Anonimo Toscano è una persona educata, preparata e rispettosa…parlo a tutti voi di lui poiché avete avuto modo di apprezzarlo per alcuni scritti di ottimo livello in cui con un linguaggio a volte “boccaccesco”, tra il serio ed il faceto, è riuscito a dare un doppio e profondo significato ai suoi messaggi. Lui finalmente è uscito.

Per la nostra redazione “La Fenice” è stato una firma importante sbocciata nel finale della sua pena, scovato quasi per caso ed invogliato a forza proprio per la sua riservatezza ed umiltà che celavano un fresco talento. E’ un signore a volte solitario, ma che apprezza la buona compagnia con cui io volentieri mi son confrontato su argomenti vari, godendo con soddisfazione della sua opinione! (così ho fatto la rima come nel suo stile).

Lui scontava una pena di un anno appena…diventatata poi di dieci mesi e mezzo per il beneficio della buona condotta…per un definitivo arrivatogli addirittura sette anni dopo il misfatto, quindi potete facilmente intuire la minima portata del suo reato.

Ha sempre avuto un lavoro fisso, dove è molto stimato ed una casa di proprietà pagando puntualmente il mutuo, le compagnie se le sceglieva a suo gusto, ha sempre condotto una vita retta e coerente con i suoi principi, come del resto ha fatto in galera con tanta dignità.

E’ stato indiscutibilmente seguito male dal suo legale sia in fase processuale, sia nell’iter burocratico che lo ha sancito (ahimè) detenuto. Con una pena così ridotta un avvocato intraprendente e preparato avrebbe sicuramente proposto al Giudice una pena alternativa viste le solide e concrete basi su cui poggiava la sua vita.

Io le ragioni della sentenza non le ho lette, ma ho conosciuto la persona ed anche ammettendo un’imperizia lassista della difesa…mio Dio, mi chiedo… come è che quel Giudice così scrupoloso e zelante ha visto un criminale così aggressivo con pericolo di reiterazione del reato!?

“Ha applicato la legge letteralmente per casi di questo genere”, così più volte miseramente Lui mi ha raccontato con un groppo alla gola che sapeva tanto di senso di colpa che sinceramente non gli doveva gravare, poiché in pratica quel che gli era capitato succede a molti, anche più volte.

Per riservatezza e correttezza non trapelo nulla su di lui, né del suo reato e neanche descrivo la sua situazione personale…sarebbe inutile ai fini del mio discorso…poiché quest’uomo ha subito una grande ingiustizia che ha come colpevole lo Stato nel suo apparato giuridico, ingiustizia che poteva dar seguito ad un’altra ben maggiore, rovinandogli ciò che aveva seminato nella vita facendogli perdere lavoro e casa.

Grazie alla sua rettitudine ed a qualche persona lungimirante e fidata, fortunatamente così non è stato… perciò, spronandolo a continuare a scrivere per noi, con sollievo non posso far altro che augurare un futuro sereno ad un uomo gentile…in arte Anonimo Toscano.

Vespino

Autore dell'articolo: feniceadmin