L’ Assistenza sanitaria in carcere, oltre pregiudizi, ideologie e risorse limitate.
Questo è un argomento molto delicato da trattare in modo sensibile e veritiero. Secondo i dati del Ministero della Giustizia si contano nelle carceri italiane 58.745 detenuti di cui 19.860 stranieri al 17/07/2018.
Il D.M. Giustizia del 5 Dicembre 2012 ha istituito la Carta dei diritti e doveri del detenuto e il D.L. n. 146 del 23/12/2013 ha istituito il Garante Nazionale dei diritti dei detenuti.
L’Ordinamento Penitenziario è ispirato a garantire la tutela della salute dei reclusi ugualmente a quella dei cittadini liberi, nel rispetto della dignità umana, a ridurre il sovraffollamento carcerario ed a conferire all’esecuzione penale un reale valore rieducativo, finalizzato al recupero sociale del recluso, come previsto dall’art. 27 della Costituzione.
La pena può svolgere una funzione rieducativa solo in una persona capace di comprendere il significato di pena giusta.
La Corte Costituzionale con sentenza n. 21748/2007 ha affermato che la salute non si identifica con la sola assenza di malattia, ma con lo stato di completo benessere fisico e psichico della persona.
L’assistenza sanitaria rappresenta solo uno dei tanti fattori determinanti per il benessere psicofisico.
Ai sensi dell’art.11 della legge n. 354/1975 (O.P.), sono previsti in carcere tre tipi di controlli sanitari, effettuabili indipendentemente dal consenso informato dell’interessato recluso (legge n. 219/2017): la visita medica generale per i nuovi giunti all’atto d’ingresso per attivare un piano di cura individuale e integrata da un colloquio psicologico (art.23 del D.P.R. n. 230/2000), la visita medica periodica e la sorveglianza sanitaria medica per i detenuti adibiti a mansioni lavorative (D. Lgs. n. 81/2008).
La prima visita del nuovo giunto verifica anche l’eventuale presenza di segni di maltrattamenti, a tutela del detenuto.
All’ingresso in istituto, e durante il periodo di detenzione, viene attivata “l’osservazione scientifica della personalità” del recluso per valutare e trattare le cause del disadattamento sociale ritenute alla base della condotta deviante, secondo l’art. 13 dell’O.P. e gli artt. 28 e 29 del DPR 230/2000.
L’equipe d’osservazione è composta da educatore, assistente sociale, personale di polizia penitenziaria, medico e, quando necessario, da psicologo e psichiatra (art. 80 O.P. o dell’Azienda Sanitaria).
La detenzione in carcere, il distacco dalla propria quotidianità e famiglia, il futuro incerto per le conseguenze dei reati commessi possono indurre nel detenuto un disturbo di adattamento e richiedere un monitoraggio degli indizi comportamentali di rischio suicidario.
La prevenzione del rischio suicidario è una priorità che richiede una presa in carico congiunta del recluso da parte di tutti gli operatori coinvolti nella cura e custodia, secondo protocolli condivisi tra Istituto Penitenziario e Azienda Sanitaria, conformi al Piano Nazionale per la Prevenzione del Suicidio in Carcere e alle evidenze della letteratura scientifica.
Compete al medico penitenziario il rilascio di certificazioni sanitarie e valutazioni medico-legali, quando vi sia una vincolante richiesta da parte di un’autorità competente.
Il medico deve tutelare la vita e la salute dei detenuti da rischi prevedibili ed evitabili ed, allo stesso tempo, deve vigilare su eventuali aggravamenti di patologie esistenti.
La tenuta diligente della cartella clinica è un preciso dovere per garantire la tracciabilità di valutazioni ed interventi sanitari. (Cassazione civile, sez III, ordinanza 23/03/2018 n. 7250). Il foglio unico di terapia (FUT) deve essere compilato in modo chiaramente leggibile ed esauriente (Raccomandazione Ministeriale Sanità n. 7 Marzo 2008 per la prevenzione della morte, coma o grave danno derivati da errori in terapia farmacologica).
Secondo il Garante della Privacy l’assistito ha il diritto all’accesso ai suoi dati sanitari che pertanto devono essere sempre chiaramente decifrabili e comprensibili (Provvedimenti Garante Privacy 30/09/2002 e 26/03/2001).
Mi avvio alla conclusione del mio scritto sperando di essere stato chiaro ed esauriente nell’esplicarne il suo contenuto.
Attendo i vostri, sempre graditi, commenti.
Luca D.
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