Nel silenzio della notte
ho rincorso e rivisto il mio passato,
e la finestra con le sbarre mi ricorda,
come giudice severo e imparziale
il presente.
Ho spiato il mio futuro
che soltanto un sogno resterà:
un sogno anch’esso
prigioniero di sé stesso,
in un tempo senza tempo,
proprio come me.
Due lacrime lentamente,
lungo il mio volto sono scese:
mi manca la vita.
l’istituzionalizzato
Quante volte
Quante volte
costretto dal tempo a girare la clessidra
l’ego si nasconde il viso con la maschera di un anima pigra
un sentiero spinato mi ha forgiato
sono una persona che si è persa nel personaggio in cui si è calato
adamantina la veste del silenzio passato
si disperde l’anima al vento per ogni persona che ho amato
ad ogni ferita ho messo un cerotto salato
quante volte su volte il tempo ho contato
lui allo stesso modo a secondi su secondi mi ha schiaffeggiato
quante volte mi ha tolto ad ogni opportunità che gli ho dato
cammino nel futuro scappando da un oscuro passato
quante volte ho pensato di essere solo la veste del mio passato
la speranza in lucciole che illuminano l’oscuro abisso di questo sentiero
quante le volte che non ho risposto alla morte quando mi ha chiamato
quante le volte che a mia madre ho pensato i consigli che mi ha dato
mi hanno presso morsicato ho fatto la guerra e ho spesso sbagliato
forse sono conformista senza causa
ed anticonformista per forma di causa
ora rifletti. Un minuto di pausa .
Victor