L’architettura è sempre quella, un posto di costrizione dove tenere dentro detenuti di ogni genere, una
città dentro la città dove esiste un mini mondo che si muove con i propri tempi e con le proprie leggi, dove tutto ciò che è fuori viene dimenticato e desiderato, dove tutte le cose che prima ci sembravano inutili acquistano un valore immenso.
Centinaia di persone di ogni nazionalità colore e religione che hanno da raccontare centinaia di storie tutte diverse, chi non ha nulla, chi ha tutto e chi passa le proprie giornate desiderando la qualunque.
Qui le giornate non finiscono mai, ma ci sono persone che riescono ad essere ottimiste e trasmettere il
proprio essere agli altri, e nonostante tutto c’è sempre la possibilità di far sembrare i due mondi meno diversi e questo è quello che un buon carcere dovrebbe cercare di essere, in modo che un domani quando cadranno i muri non si noterà la differenza tra il dentro e il fuori.
Silvio A.