Io, speriamo che me la cavo

Ho cominciato a vivere, quando vivere era tutto quello che avevo .
Quando ero piccolo vedevo il mondo così grande, così ricco di opportunità.
Non avevo necessità e avevo solo la voglia di crescere, quella voglia di costruire, fare da me, con tutto ciò che potevo avere a disposizione.
Come creare da me il mio spazio, il mio mondo, la mia famiglia .
Come un bambino cerca nella sua fantasia una possibilità di costruzione intorno a sè, di quello che non gli era stato dato, di quello che non aveva, di un diritto negato .
Così cercando il mio posto nel mondo .
Dal basso verso l’alto osservavo, dicendomi che un giorno avrei avuto anche io, mi sarebbe stato dato ciò che mi fossi guadagnato .
I grandi dicevano che tutto sarebbe andato bene, che avrei fatto tante cose, che esiste il bene e il male, le cose giuste e le cose sbagliate, dicevano che Babbo Natale esiste veramente.
Ero un bambino, ostinato, impettito, che di petto affrontava la vita da solo, prendevo scelte e responsabilità come volessi già essere adulto, come potessi già superare tutte le difficoltà. Come fossi solo e già grande .
Arrivò il momento di confrontarmi, di dimostrare le mie capacità, mi aggrappai ad un mestiere, il mio mestiere, la mia passione.
Era un punto fermo nella mia vita, che nessuno poteva togliermi, era qualcosa di mio.
Sono diventato così adulto. Ero un criminale? No. Ero persona pericolosa ? No.
Da adulto, nel mondo dei grandi, oggi come allora. Dove il giudizio è fatto di incartamenti, numeri tra tanti, dove il giudizio è convenienza. Dove il male sta nel bene e il bene sta nel male, dove sento dire ai grandi che la Giustizia é giusta .
Con gli stessi occhi, 32 anni dopo, fuori dal carcere, in un mondo così grande.
Così povero di opportunità, di umiltà, di diritti .
Oggi come allora. Io ? Beh , speriamo che me la cavo .

Robert M.

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Autore dell'articolo: feniceadmin