Partendo da una breve digressione sulla mia grande passione verso la Natura, intesa come desiderio di esplorare posti nuovi, luoghi poco frequentati dalla gente, quali boschi, alta montagna, aree marine quasi incontaminate, in compagnia della mia amata compagna (che ha condiviso e spero tanto potrà condividere ancora con me in futuro tale passione), del mio dolce e fedele cane, oggi colgo ispirazione per scrivere questo articolo, che vuole focalizzarsi su un effetto “contrario’ della pandemia da Coronavirus e parallelamente dell’isolamento forzoso che tutti i cittadini italiani sono costretti ad affrontare in casa durante questi difficilissimi giorni per il nostro Paese.
La mia voce, attraverso le presenti parole, esce dalle sbarre e dalle spesse ed alte mura di un carcere, per cui comprendo empaticamente molto bene ciò che state vivendo là fuori, poiché lo esperisco sulla mia pelle ogni giorno… Ogni maledetto giorno contraddistinto sempre più dall’ansia e dalla preoccupazione crescente nei confronti della salute dei miei cari, esposti al pericolo lì fuori e che non posso incontrare ormai da mesi interi. Inoltre si conferma sempre più la persistente paura per la nostra incolumità dentro gli istituti penitenziari (sia dei detenuti che delle guardie carcerarie).
L’effetto paradossale o contrario di cui parlavo è improntato sulla flebile “rinascita” di una Natura oppressa e devastata dall’Uomo.
Basti pensare che attualmente sono più di un milione le specie vegetali ed animali minacciate dall’estinzione; più del 75% degli ambienti terrestri e marini è deteriorato, se non devastato, dallo sfruttamento intensivo (a scopo di lucro) dalla razza umana. Il 40% degli anfibi, il 33% dei coralli e dei mammiferi marini di tutto il mondo è in concreto rischio d’ estinzione. Dal 1980 al 2000 (in soli 20 anni) sono andate perse oltre 100 milioni di foreste, il che fa pensare ad un raddoppiamento o più conteggiando il ventennio successivo; la quantità delle micro e nano plastiche presenti nei mari e oceani terrestri è decuplicata in soli 30 anni; ma l’assurdità che mi ha colpito maggiormente è che oltre la celere e progressiva distruzione del nostro pianeta, sempre e solamente motivata dall’avidità e da malsane e sfrenate ambizioni di denaro incentrate sull’iperproduzione e lo spreco, si denota una significativa alterazione della vita e del suo stesso equilibrio in moltissimi ecosistemi, dove specie aliene si diffondono e riproducono troppo rapidamente, invadendo l’habitat che li ospita e mettendo a repentaglio la sopravvivenza e l’esistenza delle fragili specie autoctone.
Per anni ed anni, sin da quando ero bambino, mi sono sempre domandato quale fosse la motivazione così importante che spingesse l’Uomo a voler sfruttare sino alla devastazione la Nostra Madre Natura, della quale non siamo altro che solamente piccoli ospiti per un tempo limitato. Ho ascoltato e letto decine e decine di giustificazioni, più o meno sostenibili, ma mai accettabili, per poi scoprire molto recentemente che il 98% del fabbisogno alimentare umano globale è soddisfatto in media da sole 12 specie vegetali e 14 specie animali… Incredibile ed assurdo!
In questi giorni, tra le mille notizie, numeri, informazioni dei telegiornali, ho cercato di focalizzarmi su alcuni pochi ma importantissimi segnali positivi: lo smog delle metropoli si è quasi azzerato, in porto a Genova sono tornati i delfini, l’acqua dei canali di Venezia è trasparente e si possono persino vedere i pesci. Sui navigli a Milano i cigni presenziano sull’acqua eleganti ed indisturbati in totale pace.
E’ vero, se da una parte il mondo sembra diventato uno scenario da film post-apocalittico, dall’altra sembra che la legge dell’entropia naturale si stia facendo strada, dimostrando in così pochi giorni (nemmeno un mese) che la Natura Vive, rinasce come ogni primavera, così come è sempre accaduto dai secoli dei secoli. C0vid19 colpisce solamente la razza umana (sfortunatamente o fortunatamente, che dir si voglia) ed aggiungo un personalissimo dubbio, ma credo abbastanza ovvio: forse è un virus creato in laboratorio e non di entità naturale spontanea. Desidero glissare sulle motivazioni per cui sia stato creato e diffuso, piuttosto vedo con occhi speranzosi un futuro prossimo basato sulla maggior consapevolezza di ognuno di Noi verso un rispetto maggiore e coscienzioso nei confronti della natura a partire dall’eco-sostenibilità, a produzioni limitate e corrette senza sfruttamenti intensivi e vite condotte più a km. zero.
Insomma, una lenta ma lunga rivoluzione che metta al centro del sistema globale il binomio Natura-Uomo e non più solamente il folle eccentrico desiderio di voler essere l’unica razza coi poteri più pericolosi e dalle conseguenze auto ed etero distruttive più gravi.
Cito per concludere una frase che mi rimase impressa, esposta durante una lezione universitaria da un mio caro e stimatissimo docente:
“Non facile, ma corretto e possibile voler plasmare la Cultura attraverso la Natura; Folle ed esasperato il
tentativo fallimentare di voler piegare la Natura attraverso la Cultura”
Diego T.
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