Ciao a tutti eccomi anche oggi…
oggi vi volevo parlare un pochino della solitudine che proviamo noi ristretti.
Come ben sapete essendo qui reclusi noi non abbiamo nessun contatto con il mondo esterno,in quanto privi di libertà.
Abbiamo molte poche cose che ci possano donare un minimo sorriso, un attimo di gioia… ad esempio ricevere una lettera da amici, dai propri cari, può essere un attimo di felicità che ti fa pensare che al di fuori abbiamo qualcuno che ci pensa.
La lettera per noi è molto molto importante, come le 3 telefonate settimanali che ci sono concesse… sono solo di 10 minuti l’una, però per noi è tanto bello.
In quei pochi minuti il nostro cervello si scollega dai pensieri di dove siamo, e si concentra solo sulle parole, sulla voce della persona dall’altra parte del telefono… sembra poco… ma per noi è veramente tantissimo!!
Tipo io quando mi sento giù di morale, ho dei pensieri, prendo carta e penna e mi metto a scrivere alla mia famiglia e devo dire che un pochino mi dà sollievo;
Primo perchè voglio che loro sentano la mia vicinanza a loro anche se fisicamente non ci sono…
Secondo perchè a loro fa piacere ricevere una lettera per avere informazioni, novità in generale.
Io sono dell’idea che anche il poco, anche uno può fare tanto.
Come scritto negli articoli precedenti in questi posti la solitudine, la noia è di casa… ogni giorno è sempre uguale a quello di prima e a quello del giorno successivo, “monotonia assoluta “.
Ne studiamo di tutti i colori per cambiare le giornate, ma purtroppo l’istituto non offre niente, quindi … restiamo con la noia dentro, e con i mille pensieri che ci avvolgono.
La monotonia delle giornate molte volte crea molta tensione fra noi detenuti, e basta poco per creare situazioni non gradevoli.
Io spero solo che tutto questo incubo finisca al più presto, perchè questo è un tunnel lungo dove pochi vedono la luce in fondo…
MA NON BISOGNA MAI SMETTERE DI CREDERCI FINO IN FONDO, LOTTARE… LOTTARE SEMPRE!!
IVREA 21/09/2020
CARLO M.
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