… Non mi aspettavo un vostro errore
Uomini e donne di tribunale
Se fossi stato al vostro posto
Ma al vostro posto non ci so stare
Se fossi stato al vostro posto
Ma al vostro posto non ci so stare …
( Fabrizio De Andrè, Nella mia ora di libertà)
Vi ricordate di Maria Soledad Rosas ed Edoardo Massari alias “Sole e Baleno”? Due persone estremamente innamorate l’una dell’altra, con una lotta in comune: essere “NO TAV”, è una storia che risale agli anni tra il 1996 e il 1998.
Ebbene io vorrei spendere alcuni pensieri su di loro.
Erano persone comuni, non armate, con un’idea loro che uno può o non può condividere ma deve
rispettare, ambientalisti, un po’ troppo rivoluzionari. “Forse” tutto gli si può dire ma non che erano dei
criminali.
Facevano propaganda politica contro la costruzione della linea adibita a treni ad alta velocità che dovrebbe attraversare la Val Susa, perché ecologisti forse si resero conto che ciò avrebbe avuto un impatto ambientale drastico?! Bèh, perché rendersi conto, esprimere, divulgare e organizzare manifestazioni pacifiche è commettere reato?! Purtroppo si se vai a toccare le “linee” dello Stato, gli interessi economici, possono inventarsi qualunque cosa per addossarti colpe pur di riuscire a metterti a tacere ed è quello che è successo a loro.
Per allinearmi a loro in un campo diverso anche io sono oggi quello che loro sono stati ieri, ne sto pagando le conseguenze ma per ora la Magistratura non ha vinto su di me, diversamente ha vinto con loro, perché la Magistratura non può ucciderti, ma a volte ti costringe a farlo perciò certi SUICIDI io li chiamo: OMICIDI SOTTO COPERTURA.
Comunque ritornando alla loro storia che comprende anche una terza persona “Silvano Pelissero”. Vennero arrestati con svariati dei capi d’accusa nel marzo del 1998, riuscendo così lo stato “liberarsi di loro “, diminuire il numero di dissidenti, per il momento.
Il processo di Primo grado è stato un vero obbrobrio e quello d’Appello non molto da meno, ma d’altronde si sa che il primo processo per molti è così: capi d’accusa di tutti i tipi condanne come se fossero solo numeri di matematica, istanze di liberazione sempre rigettate ma d’altronde questa è la “routine” dei tribunali da anni indietro a quest’oggi.
Purtroppo Edoardo “Baleno” non ha retto già da subito il duro colpo del carcere e dopo qualche istanza di
liberazione rigettata decide di mettere fine a questa sofferenza impiccandosi, almeno così noi sappiamo ma di dubbi potremmo averne molti vista poi la sentenza finale.
Dopo questo suicidio Soledad “Sole” scrive una lettera al suo movimento anarchico dove esprime tutto il dolore che solo le sue parole sanno e possono descrivere, e per questo voglio qui riproporla:
Compagni,
la rabbia mi domina in questo momento. Io ho sempre pensato che ognuno è responsabile di quello che fa, però questa volta ci sono dei colpevoli e voglio dire a voce molto alta chi sono stati quelli che hanno ucciso Edo: lo Stato, i giudici, i magistrati, il giornalismo, il T.A.V., la Polizia, il carcere, tutte le leggi, le regole e tutta quella società serva che accetta questo sistema.
Noi abbiamo lottato sempre contro queste imposizioni è per questo che siamo finiti in galera.
La galera è un posto di tortura fisica e psichica, qua non si dispone di assolutamente niente, non si può decidere a che ora alzarsi, che cosa mangiare, con chi parlare, chi incontrare, a che ora vedere il sole. Per tutto bisogna fare una “domandina”, anche per leggere un libro. Rumore di chiavi, di cancelli che si aprono e si chiudono, voci che non dicono niente, voci che fanno eco in questi corridoi freddi, scarpe di gomma per non fare rumore ed essere spiati nei momenti meno pensati, la luce di una pila che alla sera controlla il tuo sonno, posta controllata, parole vietate.
Tutto un caos, tutto un inferno, tutto la morte.
Così ti ammazzano tutti i giorni, piano piano per farti sentire più dolore, invece Edo ha voluto finire subito con questo male infernale. Almeno lui si è permesso di avere un ultimo gesto di minima liberà, di decidere lui quando finirla con questa tortura.
Intanto mi castigano e mi mettono in isolamento, questo non solo vuol dire non vedere nessuno, questo vuol dire non essere informata di niente, non avere nulla neanche una coperta, hanno paura che io mi uccida, secondo loro il mio è un isolamento cautelare, lo fanno per “salvaguardarmi” e così deresponsabilizzarsi se anche io decido di finire con questa tortura. Non mi lasciano piangere in pace, non mi lasciano avere un ultimo incontro con il mio Baleno.
Ho per 24 ore al giorno, un’agente di custodia a non più di 5 metri di distanza.
Dopo quello che è successo sono venuti i politici dei Verdi a farmi le condoglianze e per tranquillizzarmi non hanno avuto idea migliore che dirmi: “Adesso sicuramente tutto si risolverà più in fretta, dopo l’accaduto tutti staranno dietro al processo con maggiore attenzione, magari ti daranno anche gli arresti domiciliari”. Dopo questo discorso io ero senza parole, stupita, però ho potuto rispondere se c’è bisogno della morte di una persona per commuovere un pezzo di m …, in questo caso il giudice.
Insisto, in carcere hanno ammazzato altre persone e oggi hanno ucciso Edo, questi terroristi che hanno la licenza di ammazzare.
Io cercherò la forza da qualche parte, non lo so, sinceramente non ho più voglia, però devo continuare, lo farò per la mia dignità e in nome di Edo.
L’unica cosa che mi tranquillizza sapere è che Edo non soffre più. Protesto, protesto con tanta rabbia e dolore.
Sole
P.S. Se mettermi in carcere vuol dire castigare una persona, mi hanno già castigata con la morte o meglio con l’assassinio di Edo. Oggi ho iniziato lo sciopero della fame, chiedendo la mia libertà e la distruzione di tutta l’istituzione carceraria. La condanna la pagherò tutti i giorni della mia vita.»
Poi, come sappiamo, “Sole” qualche mese più tardi, era l’11 luglio, decide anche lei di impiccarsi, mettendo fine alle sofferenze e ritrovandosi così con il suo amato Edoardo “Baleno”.
Le sentenze di Primo grado e d’Appello come già detto orribili, solo nel 2002 vengono smontate dalla Corte di Cassazione di Roma, – “Nel 2002 la Corte di Cassazione di Roma smonta le tesi dei pm torinesi . Non si trattava di un’associazione terroristica, ma di tre persone che al massimo si erano macchiate di reati comuni. Venendo a cadere l’accusa più grave (le finalità eversive e terroristiche dei reati contestati) la Corte d’Appello di Torino riduce la pena per Silvano Pelissero a 3 anni e 10 mesi.”
Solo Silvano Pelissero, arrestato con Sole e Baleno, sopravvive all’assurda condanna.
Questo è quello che accade anche a noi tutt’oggi, nei miei anni di carcere ne ho viste di impiccagioni di suicidi, e poi quando arrivarono le sentenze totalmente diverse dalle accuse queste persone ormai non c’erano più, come successo a “Sole e Baleno”.
Una storia d’amore e voglia di lottare insieme, bellissima, avrebbero meritato di ” viversi” felicemente finché una morte naturale non li avrebbe separati ma così non è stato, a tutto ciò ci ha pensato la Magistratura. Loro comunque vivono dentro a chi ancora tutt’oggi ha il loro spirito e la voglia di combattere contro le ingiustizie.
Omar P.