Non c’è niente da ridere

Riprendiamo la pubblicazione degli articoli della Fenice con un testo di Valerio che ci aveva consegnato prima della chiusura della redazione. La chiusura, speriamo temporanea e secondo noi immotivata, della stanza della redazione è stata decisa dalla Direzione il 28 febbraio “nelle more dell’acquisizione della documentazione richiesta” e la notizia è già stata riportata dalla stampa locale e Tg regionale. Speriamo di riprendere regolarmente dopo il superamento degli intoppi “burocratici”.

Redazione Varieventuali

NON C’È NIENTE DA RIDERE

Mi sembra di non avere voglia di niente e nessuno.

Quando penso che alla fine quello che mi servirebbe più di tutto sarebbe un po’ d’affetto e d’amore, ma dove trovarli in un posto come questo? Che ti può offrire solo l’opposto.

Passo le giornate sperando che  in un modo o in un altro le cose vadano meglio, che prima o poi riuscirò a riprendere in mano la mia vita e riuscirò a fare finalmente qualcosa di buono, se ci penso bene alla fine so che non mi manca tanto, un anno più o meno.

Trovare la voglia qui dentro di alzarsi tutte le mattine alle 7.30 e andare in bagno/cucina a preparare il caffè e fumare una sigaretta mentre sono in bagno, questo è il mio buongiorno da tanti anni ormai. Il water ha di fronte una grande finestra ma tutta sbarrata e come non bastasse ci sono pure 2 grate sovrapposte  … io tutte le mattine bevo il caffè e fumo la mia prima sigaretta della giornata guardando quella finestra. È deprimente, ma che devo fare?

 Sì,  a volte mi abbatto e ho pensieri negativi ma devo farmeli passare per forza perché se ti lasci prendere dallo sconforto e dall’angoscia qui dentro sei finito. Lo ammetto, ci sono periodi più o meno lunghi dove sono giù di morale, cerco di nasconderlo agli altri mascherando la mia tristezza con la rabbia, sentimento molto meno imbarazzante per i tempi e il luogo in cui vivo. La tristezza non viene vista di buon occhio, vieni preso per un debole. Quando penso che alla fine ognuno di noi esseri umani su questa terra abbia provato la tristezza più di quanto si possa provare rabbia, eppure questo sentimento, questo stato d’animo viene spesso demonizzato, alla TV non vedi la tristezza nei programmi, ma non perché non esista, semplicemente non vince la tristezza, non fa ascolti, sanno bene i programmatori cosa piace alle persone che trasmettono sui TG morte, violenze, terrorismo, catastrofi oppure gossip, storie d’amore nate e finite, oppure una superstar che mangia insetti per promuovere un nuovo tipo di dieta o una nuova moda.

 Ed è tutto così tremendamente triste e assurdo che ormai non guardo nemmeno più i TG e mi limito a guardare qualche film solo la sera. Le TV infettano le nostre vite riempiendole di ansia e paura, però allo stesso tempo ti dicono che per farcela nella vita devi essere un vincente. Come puoi essere un vincente in un paese come l’Italia dove per avere una possibilità devi accondiscendere a qualcuno d’importante o essere raccomandato, o peggio ancora abbassarti a qualche vile e squallida richiesta da parte di chi potrebbe darti una mano a realizzarti?

Mi lavo la faccia, i denti e mi vesto e mi preparo per passare un’altra giornata all’interno della redazione (ultimamente non sto andando a correre perché ho mal di schiena e male al ginocchio destro), la mia zona di comfort, “la fenice” stupendo animale mitologico che rappresenta perfettamente quello che ognuno di noi qui dentro vorrebbe fare, rinascere dalle proprie ceneri, io voglio rinascere dalle mie ceneri, ma non voglio più bruciare in fretta, voglio godermi anche i piccoli momenti della vita, voglio passare del tempo con la mia famiglia, con mia madre, con la mia donna, con i miei fratelli e nipotini e i miei nonni e tutte le persone a me care. La famiglia: la cosa più importante della vita.

 Poi sento al TG una mamma o un padre che ha ucciso suo figlio/a, perché magari piangeva troppo e non sopportava più le grida mentre era sotto effetto di sostanze stupefacenti. Un figlio/a che uccide sua madre o sua padre, magari perché non hanno acconsentito a qualche loro richiesta o gli hanno negato soldi o altro. Una madre che abbandona il figlio/a dentro qualche cassonetto. Un figlio tossicodipendente che picchia i suoi genitori o i suoi nonni perché vuole da loro i soldi di cui ha bisogno per drogarsi. Sento di fratelli che si uccidono fra di loro o che si fanno la guerra tra di loro per un eredità, quando magari molti anni prima quando ancora erano piccoli giocavano affettuosamente insieme.

Mi chiedo: ma siamo sicuri che per l’uomo la famiglia è cosi importante? Poi sento che un’altra donna è stata uccisa dall’uomo che diceva di amarla, o una donna o un uomo che sfigura con l’acido una sua ex o un suo ex o che lo brucia vivo, sento che una ragazza è stata violentata e poi fatta a pezzi e messa dentro una cazzo di valigia come fosse nient’altro che uno straccio da buttare via. Ormai in TV si sentono le cose più cruente e assurde e mi chiedo veramente: ma cosa ci sta succedendo, come siamo arrivati a questo punto? Chi ci ha spinto o cosa ci ha spinto a fare quello che facciamo o anche semplicemente solo pensare a quello che potremmo fare?

Torno in cella verso l’ora di pranzo perché fra poco passerà il carrello del vitto che passerà per ogni cella a dar da mangiare a tutti i detenuti e sento che due persone che conosco stanno litigando violentemente per un po’ di riso in più, chiudo il blindo, mentre mangio non voglio sentire queste cose, mi sembra assurdo litigare per un po’ di riso. Accendo la TV e puntualmente c’è il TG che trasmette le immagini di una catastrofe che sta avvenendo da circa due settimane in Turchia e Siria e che oggi ha colpito anche un’altra zona di cui non riesco a scrivere il nome, terremoti devastanti che nella sola Turchia hanno fatto più di 50mila morti, cavolo 50mila morti, sembra una guerra, ma non è una guerra, le vere guerre sono altrove, in altri 96 paesi in giro per il mondo compresa la Siria che era in guerra anche durante il sisma, sento che i governanti Siriani non vogliono che gli altri Stati aiutino con cibo e coperte gli oppositori del governo e cosa dire tutto questo … è rivoltante, assurdo, paradossale, ma è proprio ciò che accade mentre io sono qui a scrivere questo articolo.

Mi fermo a riflettere ancora a cosa stia succedendo nel mondo, mi rallegra il pensiero che fuori di qui ho qualcuno che non vede l’ora di riabbracciarmi e di rivedermi, con cui stiamo progettando di andarcene via dall’Italia perché ormai qui non penso ci sia più un futuro che valga veramente la pena di vivere e mentre penso questo sento sempre al TG che in Iran e in quelle zone la gente sta lottando per i propri diritti contro un governo che li arresta e li uccide impiccandoli e mi chiedo quanto valga la vita in quei posti?

Forse da un lato sono fortunato ad essere nato italiano perché qui la vita vale molto di più e i nostri diritti vengono rispettati perché siamo un paese civilizzato, una Repubblica Democratica che si fonda sul lavoro. Il TG come se volesse comunicare con me sta trasmettendo immagini di file lunghissime fuori dai centri di distribuzione di generi alimentari della Caritas o altre associazioni, file lunghissime di anziani che hanno lavorato una vita e ora per mangiare devono rivolgersi alla Caritas, sento che ci sono 6 milioni di poveri in Italia nel nostro Bel Paese, cosi industrializzato e civilizzato che quando degli operai muoiono mentre lavorano perché i capi hanno voluto risparmiare sulla sicurezza i famigliari di questi malcapitati neanche ricevono un indennizzo o se lo ricevono devono combattere per anni pagando con il sangue le guerre in tribunale contro i capi delle ditte dove lavorando hanno perso la vita gli operai per mantenere le proprie famiglie, sento uno dei capi affermare che la colpa è degli operai che non sono stati attenti e che è colpa loro se sono saltati in aria, o se sono stati bruciati vivi per un’esplosione o schiacciati e maciullati dentro grossi macchinari.

Mi viene quasi da ridere, una risatina isterica, che non è nient’altro che un meccanismo di difesa quando vediamo o sentiamo cose che ci fanno paura. Il nostro cervello in automatico si difende dal trauma e dallo shock facendoci ironizzare sull’accaduto. È assurdo.

Poi penso che mentre io sono qui a marcire in carcere ci sono persone, se così posso chiamarle, che sono libere, nonostante siano colpevoli di stragi e di drammi inimmaginabili, persone che hanno costruito dei palazzi senza il sistema di sicurezza antisismico e i palazzi crollano durante i terremoti che fanno migliaia di morti, i responsabili scappano e non si sa neanche che fine facciano, oppure persone che dovrebbero verificare lo stato di sicurezza dei vari ponti o dei vari edifici edificati in condizioni rischiose e che invece di dare l’allarme per la mancata revisione e ristrutturazione e bonifica dei luoghi se ne stanno in alberghi lussuosi o in spiagge in isole da sogno perché corrotti si sono venduti l’anima per fare la bella vita, e la gente continua a morire per colpa di questi tizi.

Mi chiedo alla fine se veramente l’Italia è cosi civilizzata quando poi sento che Salvini, il nostro caro Vice Premier Salvini, quando era Ministro degli Interni nel famigerato governo giallo – verde con i mitici 5 stelle, osava affermare che se Stefano Cucchi era conciato così  era a causa della droga “ … la droga fa male” e non del  trattamento barbaro (pestaggio) al quale fu sottoposto e che l’ha portato alla morte.

Oggi l’ex vice Premier e ex Ministro degli Interni è di nuovo al governo ed è stato nominato ancora una volta vice Premier e Ministro delle Infrastrutture. Mi chiedo cosa spinga gli italiani a votare una persona come Salvini che invece di fare il suo lavoro in Parlamento andava a citofonare a casa di persone per chiedere se c’erano degli spacciatori all’interno delle case dove citofonava e mi viene da ridere pensando che se una persona così fa quello che fa ed è vice Premier allora io posso diventare Presidente della Repubblica.

Quindi sorrido e mi rallegro pensando che alla fine sì, c’è ancora speranza per me e che finalmente l’anno prossimo potrò tornare in libertà in un grande paese come il nostro che lascia i mostri in circolazione e i poveracci, disagiati, nelle carceri, luoghi di distruzione dei buoni sentimenti. Sì perché ancora adesso che sono sotto la doccia nascondo il fatto di essere triste, sorridendo a una battuta che mi fa il mio compagno di cella, sì, non è possibile essere tristi e me ne vergogno perché qui in Italia le cose vanno bene, ma mentre rido entra in doccia un 75enne sulla sedie a rotelle in carcere per una vecchia truffa di 20 anni prima e mi dice: “ eh ragazzo ragazzo, qui si ride per non piangere vero, povera Italia e poveri noi che ci viviamo. Il Bel Paese dove non c’è proprio un cazzo da ridere!!!”. Poi si mette a ridere.

Non nasconderò mai la mia tristezza, mai più, perché è ciò che mi rende umano quando tutti intorno a me ridono e mi chiedo sempre più spesso chi siano i veri criminali.

Penso che alla fine sì, sono molto più fortunato di quello che penso, nonostante tutto.

Nonostante tutto sono ancora uomo.

Mentre la gente continua a morire, a morire di fame, a essere sfruttata, violentata, a vedere i propri diritti schiacciati da chi dovrebbe garantirli, donne che vengono rapite e obbligate a diventare schiave del sesso, uomini che pur di mandare un poco di soldi alla propria famiglia si rendono quasi schiavi.

Io sono molto fortunato perché posso ancora provare tristezza per tutti loro.

Spero come sempre di essere riuscito a trasmettere qualcosa di positivo a tutti voi. Ciao a tutti.

Valerio

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Autore dell'articolo: feniceadmin