La Fenice, una semplice stanza in un carcere privo praticamente di ogni cosa, una decina di vecchi computer poggiati su vecchi banchi di scuola, sedie ormai rovinate e due finestroni che permettono di affacciarsi sul mondo esterno, così vicino ma al contempo così lontano ed irraggiungibile.
La Fenice non è solo questo, per me essa è un luogo di aggregazione, un luogo di svago dove poter
estraniarsi dalla pesantissima routine carceraria, l’unico luogo in questo carcere dove possiamo liberare la nostra mente e farla vagare, farla funzionare come un tempo, prima dell’ingresso in questo mondo di tormenti e sofferenze.
In questo ambiente così piccolo e così spoglio, ma dove possiamo con poco trovare tutto ciò che ci serve ad “evadere” mentalmente, ci si scambiano opinioni, si fanno discorsi di senso compiuto, si smette per quel poco tempo di pensare ai problemi che ci circondano e finalmente non si sentono discorsi vuoti e depressivi, per non dire lesionistici sulla permanenza in carcere, sulle vicende giudiziarie e sugli innumerevoli avvocati e tuttologi da corridoio.
Potessi ci passerei più tempo in redazione, scriverei più articoli, mi occuperei di più interessi, ma ultimamente la mia condizione è altalenante a causa delle notizie riguardanti il mio caso, che mi
fanno vivere in un costante stato di inquietudine mista a sbigottimento e quindi la mia scrittura
purtroppo ne risente gravemente.
Nonostante tutto, ora sono di nuovo qui a scrivervi ed a esprimervi cosa è per me questo luogo,
posso tranquillamente dire che appena entrato in istituto è stata la mia salvezza dal baratro della
depressione, l’appiglio a cui mi sono aggrappato per tirare fuori tutto ciò che avevo dentro, tutte le
mie rabbie, le mie paure, ansie e frustrazioni.
In un Istituto (carcere) dove molto, troppo spesso l’aiuto e l’ascolto si può dire praticamente nullo o
inesistente, si finisce per aiutarsi tra detenuti, supportandoci a vicenda e combattendo il dolore che
ognuno di noi si porta dentro, La Redazione La Fenice è una manna dal cielo.
Purtroppo, per motivi burocratici è stata chiusa per un paio di settimane e sinceramente, l’aria era
cambiata, le persone erano più tese ed il morale basso…. Ora che è stata riaperta, tutto è tornato al
meglio (per quanto possa essere il meglio qui dentro) e finalmente i nostri pensieri possono tornare
a sgorgare liberi su questi monitor, nel tentativo di far arrivare al di fuori di queste alte mura le
nostre idee, i nostri ragionamenti, la realtà di cosa vuol dire essere un detenuto e si spera che le
persone prima o poi capiscano che non siamo tutti dei Mostri, ma che perlopiù siamo ragazzi e
uomini che hanno commesso un errore che lo stanno pagando nel migliore dei modi possibile.
Un ringraziamento gigantesco lo devo sicuramente fare ad Olivia ed a Francesco, i due volontari
che seguono La Fenice, coloro che hanno avviato questo progetto e che con grandi fatiche lo stanno
portando avanti, permettendoci di continuare a sognare in questo luogo dove i sogni normalmente
vengono soppiantati dagli incubi.
Vi ringrazio davvero dal profondo del mio cuore.
D.