L’abbandono e la solitudine sono due fattori molto presenti quando si è in carcere, la mancanza d’affetto, la mancanza dei propri cari, la libertà … insomma tutto messo insieme ti fa soffrire.
Sono delle sensazioni veramente bruttissime con le quali dobbiamo imparare a convivere giorno dopo giorno, dobbiamo farcele “amiche” perché se no impazzisci!
Purtroppo il carcere non è come tutti pensano che è rieducativo, anzi è tutto il contrario … ad esempio;
1 telefonata a settimana di 10 minuti verso la famiglia …
6 ore al mese di colloquio o video colloquio con i propri cari…
anche questo oltre a fare stare male, a fare soffrire rende il detenuto nervoso, stressato … troviamo detenuti con problemi in famiglia (genitori, figli, parenti) che non stanno bene di salute e uno vorrebbe avere un po’ di più di chiamate per poter assicurarsi sullo stato di salute del proprio caro.
Eppure se guardiamo all’interno dell’ordinamento penitenziario, l’ Art 28 prevede:
Art. 28. Rapporti con la famiglia. Particolare cura è dedicata a mantenere, migliorare o ristabilire le relazioni dei detenuti e degli internati con le famiglie.
Ora una domanda sorge spontanea; come si può mantenere, migliorare un rapporto famigliare con solo 1 chiamata a settimana, e con 6 ore di colloquio mensili … come si fa?
Diciamo come le cose veramente stanno … l’ordinamento penitenziario non viene quasi mai messo in atto, anzi molte volte viene messo nel dimenticatoio.
E noi siamo costretti a subire questo distacco non da poco, ma tanto a soffrire siamo noi.
Tutti noi siamo consapevoli che abbiamo sbagliato e che dobbiamo pagare il nostro debito con la legge, ma quello che chiediamo e di scontarlo in maniera dignitosa, senza che ci levano i nostri pochi diritti che abbiamo.
Ci sono tante domande che ci facciamo … ma il 99% delle volte tutte sempre senza risposte.
Se nessuno ci dà voce, se nessuno ci ascolta non cambierà mai nulla … anzi andrà sempre a peggiorare con il tempo.
Voglio solo ricordare che il detenuto che sconta una pena, non è un NUMERO come veniamo classificati, ma siamo ESSERI UMANI con emozioni, sensazioni, sentimenti.
Concludendo, ringrazio per la vostra attenzione.
C.M.