di Anonimo Toscano
Non inganni tal definizione che per logica immaginazione si attribuisce a quel sabbioso mare, di grasse piante e oasi rinfrescanti.
Il deserto come rappresentazione metaforica è una condizione dell’animo umano, calzante esempio in condizioni estreme per rappresentare un amor perduto, della desolazione che impera nel cuore di un uomo detenuto, per mancanza della donna amata, per la tenera mano di un bimbo protesa verso l’invisibile amore paterno, costretto alla lontananza perché un magistrato non gli firma l’istanza.
Deserta può esser la vita pur nel pullulare di persone, ognuno vive una sua prigione che sia fisica o mentale, son dolori laceranti anche dietro sorrisi disarmanti, in realtà siamo infelici e stanchi.
Il deserto spesso è in superficie, ma nel profondo risiedono oasi paradisiache, amicizia, amore, tenerezza, solidarietà, sono elementi fondanti che l’esser umano si porta dentro fin dagli albori della Creazione, silenziati dal potere e dal materialismo, il senso del Divino ormai è perduto se non per ritrovarlo in un bicchier di vino.
Torniamo a scavare nell’anime nostre desertificate, permettiamo ad animo gentile di scavare insieme a noi, magari scopriamo con stupore che chi cerca di alleggerirci la fatica, oltre a riscoprire la sorgente a noi celata non è altro che la donna tanto anelata, che altro non chiede d’esser rispettata…solo così esprimerà il suo meglio e renderà più dolce ogni risveglio.
Tutto è un’intenzione, un’espressione da sognatore, ma che si realizza con la collaborazione!