Clangore di chiavi, cigolii di blindi, 62 passi avanti, ferro, 62 passi indietro, cemento.
30,40,50 persone stipate come sardine, come si suol dire, in 25 metri di corridoio.
La “vita” si svolge tutta qui, in questo spazio angusto.
In cella 4 metri per 2 di spazio vitale, da dividersi in due o più. Parole, parole parole cantava una ancor giovane Mina, di questo è fatto il penitenziario: chiacchiere e discorsi a vuoto, spesso sconclusionati, spessissimo ripetitivi.
Buona condotta, processi, pene, reati, camere di consiglio, anni, mesi, giorni.
45, il numero di giorni di sconto di pena per aver tenuto una buona condotta.
62 passi avanti, 62 passi indietro…
Pace, inesistente. Momenti di solitudine, inesistenti. Svaghi, inesistenti. Promiscuità, quanta ne vuoi. Latrati, a bizzeffe. Lamenti, continui.
Storie, troppe. Risate, poche. Tristezza, molta. Menzogne, innumerevoli.
Caffè: a raffica, sigarette: a iosa.
Stanchezza, perenne. Stress, ai massimi livelli di tolleranza.
62 passi avanti, 62 passi indietro…
Facciamo le “vasche”, ma non siamo né in piscina né lungo i corsi principali delle nostre città.
Una piramide nera, circondata e pervasa da nebbie verdi, venti mortiferi e pestilenziali… Questo è stato il mio sogno di una di queste notti… Rappresentava il carcere, credo… O forse la mia vita avviluppata dalle tenebre, chi può dirlo…
Sono molto stanco, ultimamente. E’ una stanchezza mentale, che attanaglia anche il corpo, somatizzandosi in disturbi fisici.
Non fa nulla, prima o poi finirà questo supplizio.
Devo far ricorso a psicofarmaci per placare l’ansia, che del resto era sempre presente anche fuori da queste mura; spesso non riesco a dormire, e allora via, un’altra pastiglia per riuscire a prendere sonno e finalmente, esausto, cadere tra le braccia di Morfeo, così almeno un’altra schifo di giornata è finita. Proprio io, che sono di principio contrario ad ogni tipo di farmaco e, fuori di qui, non prendevo nemmeno un’aspirina quando mi veniva un mal di testa.
62 passi avanti, 62 passi indietro.
Sono 10 mesi che non vedo mia Madre.
Inizio a sentire la sua mancanza. Ma del resto ha ragione lei, è stanca di vedere suo figlio costantemente in ginocchio, incapace di affrontare in maniera costruttiva e sana la vita.
Magari questo periodo di forzato distacco farà bene ad entrambi.
Non che quando fossi fuori la vedessi poi così spesso, vivendo io per conto mio.
Cercavo spesso un qualche contatto con lei, ma mi sentivo spesso respinto…
Fa nulla…
62 passi avanti, 62 passi indietro.
Anche questa giornata è finita, domani è un altro giorno di sofferenza da scontare. Mancano solo 600 giorni, del resto. Cosa volete che siano 🙂
Riccardo N.
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