Il dato nazionale è allarmante, si parla di numeri in continua crescita, 189 istituti penitenziari con 61.297 detenuti di cui 2649 donne e 19.219 stranieri (dati aprile 2024) con una capienza che dovrebbe essere di circa 51.000 posti, 9400 circa sono in attesa di giudizio. Carceri che per la maggior parte sono stati costruiti più di un secolo fa, fatiscenti e senza fondi disponibili per la loro messa in sicurezza totale.
A fine marzo i singoli istituti più affollati erano Brescia Canton Monbello (209,3%), Lodi (200%), Foggia (195,6%), Taranto (184,8%), Roma Regina Coeli (181,8%), Varese (179,2%), Udine (179%), mentre complessivamente gli istituti che avevano un tasso di affollamento superiore al 150% erano ormai 39, sparsi in tutta Italia, ed insieme ospitavano 14.313 persone. (Dati Antigone)
La politica scende ai ripari con varie proposte di legge, tra condono e indulto chiesto dal Papa, non si parla di altro, tempi dove il detenuto perde ogni dignità personale che la nostra Costituzione dovrebbe proteggere si vedono solo spiragli di luce, fievoli speranze come i giorni di riduzione pena che passano dagli attuali 45 a 75 (per due anni, poi 60) per ogni semestre di buona condotta.
Il parlamento ne sta discutendo con la legge Giachetti, non senza le solite resistenze e perplessità politiche tra maggioranza e opposizione, dove tutti si domandano se davvero sia la strada giusta per un inizio di un cambiamento, anche se le paure e i dubbi sono tanti, si ha bisogno di un segnale serio e tangibile come la riforma della giustizia e di tutto ciò che ruota intorno ad essa.
I problemi sono molteplici e comuni a tutti, dalla sanità, con malattie che si propagano con estrema facilità per il sovraffollamento ad un numero sempre maggiore di detenuti che hanno bisogno di terapie specifiche e fanno uso di un sempre maggior quantitativo di farmaci e psicofarmaci ai problemi legati alla sicurezza degli istituti, manutenzioni continue e certi altri che andrebbero demoliti e poi ricostruiti da zero, la mancanza di una riforma completa che stanzi fondi e generi nuovi e urgenti posti di lavoro come per il personale penitenziario che arranca tra mille problemi legati ad un numero sempre minore di agenti.
Malessere e aggressività crescono in soggetti come i detenuti che devono vivere quotidianamente situazioni che hanno poco di costituzionale, ma la speranza e la fiducia rimangono, sperando di vedere sempre meno gesti estremi e magari qualcuno che ascolti e prenda in mano seriamente la questione.
Silvio