Due poesie di T.R.23

LA VOCE DEL SILENZIO

noi detenuti abbiamo troppo bisogno di aiuto.
stare qua dentro mi andrebbe anche bene dato che è colpa mia.
mea culpa, mea culpa mea grandissima culpa.
ma così mi sembra esagerato.
ora mi rivolgo a voi cari lettori,
vi sembra giusto che si debba aspettare mesi e mesi,
per svolgere una delle tre/quattro
mansioni che ti offre l'istituto carcerario.
uno dice va bene, sto bravo, aspetto.
dato che siamo veramente in tanti
i detenuti che hanno bisogno di lavorare.
senza pensare che di questi, tanti hanno una famiglia
fuori, e tu pensi finalmente tocca a me così posso
magari fare un pensiero ai miei figli, oppure
alla moglie o fidanzata, oppure aiuto a casa a pagare una bolletta,
una rata del mutuo, l'affitto o semplicemente l'avvocato.
ma la realtà e completamente diversa quando vedi la busta paga.
si può anche dire che ti crolla il mondo ulteriormente addosso.
perché non ti aiuta per niente il carcere...! anzi...
se andiamo a vedere bene siamo noi detenuti
ad aiutare loro come sistema e come istituto.
e sì..! e già.
perché quando ti arriva una busta paga di circa 150 euro,
dentro di te dici; “é poco” ma va bene dai, mi accontento.
ma quando vedi che di quella somma, te ne viene detratta ancora la metà,
sempre circa, per il mantenimento carcerario, allora lì sì che ti arrabbi.
anche perché qui in carcere le cose costano come fuori,
ma alcuni prodotti veramente sono esagerati ed
i prezzi dei vari prodotti sono in continuo aumento.
ora mi chiedo ma hanno una coscienza queste persone,
che permettono questo scempio.
tu da detenuto devi pure stare zitto e lavorare anche il sabato e le domeniche.
é normale che poi le persone danno di matto,
perché non hanno la loro tranquillità nè emotiva nè economica .
siamo arrivati al limite dello sfruttamento a cui ci si debba adeguare.

t.r.23

TORNASSI INDIETRO

Tornassi indietro,

in quanti mi hanno detto

Non giocare col fuoco…

Se no poi ti bruci.

Beh! Sapete,

io sono ancora qua,

non sono bruciato.

Ma, “ho attraversato il fuoco

e sono sopravvissuto”.

Non mi sono ridotto in cenere

ma sono emerso dalle fiamme come una fenice.

Non lo rifarei per nessun motivo.

Ma ve lo consiglio.

Solo morendo, si può rinascere.

T.R.23

Autore dell'articolo: feniceadmin