Prima puntata
Guarda i casi della vita. Sono dovuto venire in carcere per conoscere due persone diventate anche a loro volta detenuti come me. Tutti e tre con la stessa passione del calcio, essendo appassionati ma tifosi di tre squadre completamente diverse.
Era l’anno 2021 post Covid, Il campo della casa circondariale d’Ivrea era chiuso essendo inverno e per tenerci in forma si andava in palestra e all’aria. Parlando con gli assistenti abbiamo saputo che l’apertura del campo era al mese di giugno. Nell’attesa progettavamo tra noi detenuti di svolgere amichevolmente delle partite per tutto il periodo dall’apertura fino alla chiusura di ottobre e cosi fu.
Svolgendo delle partite, ognuno di noi tre ha formato la sua squadra e così abbiamo fatto dei mini tornei. Un giorno il mio amico Andrea giocando a carte ebbe una strabiliante idea: perché non facciamo solo una unica squadra? Poi lanciamo agli assistenti la sfida di giocare una partita di calcio, noi contro loro. Bravo! Così abbiamo formato una squadra costituita dai detenuti della seconda sezione, lato destro e sinistro. Abbiamo presentato la richiesta alla direzione seguendo la prassi e questioni burocratiche. Subito ci venne detto che ci avrebbero fatto sapere.
Passato il 2021 aspettando la risposta arriva giugno 2022, all’apertura del campo ci avevano informato che la partita era difficile da fare per motivo ignoto! Nel frattempo continuavamo a fare le nostre partite settimanali tra noi detenuti. Intanto giravano voci nella casa circondariale di un coinvolgimento di eventi che hanno portato al commissariamento della medesima con sostituzione del personale. Così con il nuovo commissario abbiamo riproposto e ribadito di aver già inoltrato la prima richiesta per effettuare la partita contro gli assistenti, nel frattempo ci viene detto che il campo sarebbe stato aperto anche nel periodo invernale cioè tutto l’anno. Bene! Abbiamo accolto la notizia con entusiasmo, e aumentano le speranze di effettuare la famosa partita.
Nel frattempo l’artefice della idea della partita esce per aver finito la sua carcerazione. Ma come si sa! in questo “albergo” c’è chi va, e c’è chi viene, senza essere prenotato né dai parenti né dai conoscenti ma accompagnati da coloro che vigilano per far rispettare la Legge. Finisce il commissariamento e la casa circondariale risolve i suoi problemi, con sostituzione della direzione e parte del personale.
Tornando al discorso generale su come é nata l’idea della partita, ora eravamo solamente in due: Andrea e il sottoscritto Emilio sopranominato “Ometto”. Ovviamente non ci siamo arresi, ormai era una questione di principio riuscire a svolgere la partita: nel frattempo abbiamo presentato nuovamente la richiesta per svolgere la famosa partita.
Passò un anno. (Io Emilio ero poco felice per un evento che mi ha toccato il cuore personalmente, la perdita del mio caro amico Andrea deceduto nella sezione dove abitavamo. E tutti eravamo delusi per la mancanza del rispetto della persona la quale aveva necessità di essere trasportato all’ospedale per essere assistito adeguatamente in quanto i sintomi erano evidenti, cosa che non venne fatta. Tanto che passava il dolore cresceva la voglia di fare la partita voluta e tanto da noi tre voluta. Confessando il mio stato d’animo ad altri compagni detenuti, mi hanno ulteriormente motivato a non desistere, soprattutto in memoria di Andrea (riposa in pace).
Colsi l’occasione di un evento proposto dal Comune di D’Ivrea per collaborare con la Casa circondariale che proponeva una collaborazione per reintegrare nella società tramite posti di lavoro e corsi di formazione i detenuti. Così scrissi all’Assessore (Dottoressa Colosso) e nel medesimo tempo alla Direttrice della casa circondariale. All’assessore chiesi le magliette, che arrivarono durante la premiazione e consegna degli attestati di fine corsi, nel mese di luglio 2024, cioè tre anni e otto mesi dopo la prima richiesta. Alla Direttrice rinnovammo la richiesta di poter effettuare l’agognata partita, se non con gli assistenti, almeno tra noi detenuti, così da un’unica squadra ne formammo due costituite dal lato destro e quello sinistro.
Ecco fatto, la pazienza e la tenacia sono la virtù dei forti! E ovviamente noi siamo forti, mille grazie alla Direttrice d’Ivrea per la conferma e l’autorizzazione della partita che si svolgerà il 13 settembre 2024, e altrettante mille grazie all’Assessore per la donazione delle magliette. Come si è detto, le squadre saranno composte da otto giocatori (8 lato destro e 8 lato sinistro) più le riserve. Si effettueranno cambi per dare la possibilità, a chi lo desidera, di giocare. Finalmente é arrivato il giorno tanto atteso da non dimenticare. Un grazie va innanzitutto alla fondazione casa di carità arti e mestieri ONLUS per i corsi lavorativi integrati a formare noi detenuti. Altro ringraziamento speciale soprattutto alla nostra mascotte Emilio, (l’ometto), che ha portato avanti l’idea coinvolgendo tutti noi detenuti. Soprattutto per non dimenticare il nostro amico caro Andrea che ci ha lasciato prematuramente, e sicuramente da lassù ci guarderà.
E quel giorno tanto speciale faremo un minuto di preghiera in silenzio in memoria di tutti coloro deceduti nelle carceri italiane, e tutti quelli che soffrono e auguriamo loro pace, salute, e serenità. Vi aspettiamo.
Seguirà la seconda puntata dopo la partita
Giovanni ed Emilio