E’ ora di “fine pena”

Era molto che non scrivevo per questa Redazione, in realtà era tempo che non scrivevo punto e basta, ma questo argomento mi stava troppo a cuore per non parlarne.

Il fine pena è quando esci dal carcere dopo aver finito di scontare l’intera condanna in galera.

Si usa questa frase anche per quei detenuti che ormai sono appunto a fine pena perché gli mancano solo dai 3 mesi in giù ed io sono uno di quelli. Finalmente.

Tra una cosa e l’altra sono 11 anni che sconto una condanna, dal lontano 2013.

Ho provato a scontare anche fuori dal carcere ma pur sempre chiuso in comunità (che comunque è sempre meglio del carcere) con l’affidamento terapeutico ai servizi sociali per problemi di ex tossicodipendenza per due volte, tutte e due finite male, per colpa mia ovviamente.

La prima volta che sono uscito in affidamento avevo già scontato 3 anni di carcere, era il 2016 e sono riuscito a stare fuori poco più di un anno,  poi per una serie di motivi e conseguenze sono stato arrestato di nuovo nel 2017, e la seconda volta che sono riuscito ad ottenere di nuovo l’affidamento in comunità erano passati già più di 4 anni, era il 2021.

Questa volta pensavo ed ero convinto che le cose stavano andando per il verso giusto, mi sentivo bene e molto più consapevole, infatti, dopo 7/8 mesi di programma seguito bene sono riuscito addirittura ad ottenere per la prima volta dopo anni un permesso premio, per poter passare il Natale con la mia famiglia. E’stata una grande giornata, siamo stati tutti benissimo e non ho avuto alcun problema a rispettare tutte le regole e le prescrizioni che dovevo seguire per quei 3 giorni di permesso. Tutt’altra cosa invece il secondo permesso.

Ormai ero convinto di avercela fatta, ero convinto di essere cambiato, mi sentivo forte e pronto per una nuova vita ma così non era, infatti nel secondo permesso durante i 5 giorni che mi avevano accolto per passare il mio compleanno a casa è venuto fuori il peggio di me e tutte le mie fragilità e debolezze che non avevo affrontato negli ultimi 5 mesi di comunità perché come dicevo prima mi sentivo ormai arrivato.

Se non ricordo male già il secondo giorno che ero a casa avevo ricevuto una chiamata da un mio vecchio conoscente che mi aveva chiesto di andare da lui ma quando sono arrivato in quella casa per andare a trovarlo ho incontrato una mia vecchia fiamma e da lì l’inferno.

Dopo 3 mesi sono tornato in carcere.

Causando nuovamente delusioni e sofferenze alla mia famiglia e soprattutto a quella santa donna di mia Madre, che pure questa volta è stata al mio fianco contro tutti ovviamente dandomi l’ultimatum, questa volta al mio minimo errore mi avrebbero giustamente abbandonato tutti.

Ormai sono passati quasi 3 anni da quei fatti e io mi sento e sono un’altra persona,  la cosa che più conta per me è che questa cosa l’ha constatata anche mia Madre e suo marito che per me è come un Padre e anche mia Sorella e mio Fratello più piccolo hanno notato dei cambiamenti in me. E’ questa la cosa che mi rende più felice di tutto e mi dà la certezza che allora sto facendo bene veramente. Dopo avervi spiegato un po’ la situazione che è comunque parte integrante della situazione attuale entro più nello specifico di come vivo il fine pena.

Essere a fine pena è sofferenza e gioia allo stesso tempo perché non vedi l’ora che passino queste ultime settimane che ti dividono dalla tanto agognata LIBERTA’. E’ anche timore per quello che ti aspetta perché tu hai sempre e solo seguito una strada e quella strada la conosci bene, sai bene come muoverti e sai come fare per stare sempre a tuo agio, quindi hai il timore soprattutto per chi come me vuole intraprendere una nuova strada che è una cosa totalmente nuova per me e sappiamo tutti che i cambiamenti ci spaventano sempre un po’. D’altro canto però è anche certezza per chi come me sa che non vuole più sbagliare, e questa volta ho tutti gli strumenti che mi servono per farcela, di avere anche le persone giuste al mio fianco che mi sosterranno e mi aiuteranno a costruirmi una nuova vita.

Pensavo che essere a fine pena doveva essere pesante, frustrante e in perenne attesa del giorno in cui ti chiamano per uscire, per me posso dire che non è così, il tempo mi sta passando e sono in una condizione di crescente e febbricitante gioia e felicità pura, che tengo a bada perché non è ancora il momento di farla esplodere del tutto, certo non mancano i momenti in cui mi annoio ma cerco subito di cambiare pensiero e trovarmi qualcosa da fare.

Il fine pena è sicuramente ed ovviamente la parte più bella ed emozionante della carcerazione perché sai che ormai stai per uscire e quindi tante cose non ti toccano nemmeno più, ma è anche la parte più riflessiva dove veramente fai i conti con te stesso per capire cosa vuoi dalla vita, almeno per me è così, la sera soprattutto mi metto a pensare e mi faccio mille domande, ovvio che ho paura di quello che mi aspetta una volta finito di festeggiare, una volta finita e passata la felicità per quel momento, perché poi inizia la vita vera fatta di tutte le responsabilità che un uomo di 31 anni deve avere e deve giustamente assumersi, e questo sarà solo l’inizio.

 Il fine pena per chi lo sfrutta bene come ha sfruttato bene il tempo passato in carcere è la conclusione di un cammino dove hai combattuto contro te stesso contro tutti gli altri e contro tutti i luoghi comuni che ti vogliono in un certo modo, per chi come me non ha voluto far parte di quei luoghi comuni allora il fine pena è la fine del percorso di metamorfosi dove sai che nonostante le paure e i dubbi comunque sai che non vuoi più seguire la vecchia strada e questo già di per sé è una vittoria.

Io penso di aver vinto, ovviamente ci andrò con i piedi di piombo ma ne ho passate troppe per non aver capito che questa vita non fa per me e che a 31 anni non posso e non voglio più buttare nemmeno un’ora dentro questi posti privi di dignità, di privacy e di umanità. A parte gli Educatori e gli Psicologi e qualche Agente di Polizia Penitenziaria, per il resto è solo degrado, degrado e ancora degrado e io sono troppo intelligente per buttare ancora via la mia vita così.

Questa volta andrà bene perché sono cambiato e non sono io a dirlo, ma tutti quelli che mi stanno intorno e soprattutto la mia famiglia.

Quindi ringrazio il fine pena che mi sta dando la possibilità di crescere sempre di più così come tutto il percorso affrontato negli ultimi 3 anni e poi ovviamente voglio ringraziare di vero cuore la mia Educatrice ministeriale e la mia Psicologa del Ser.D, grazie per il lavoro che avete svolto ed un grazie anche a me che questa volta mi sono rivoltato da solo come un calzino per capire le mie fragilità, da quelle più grandi a quelle più piccole, e poi ovviamente anche le mie potenzialità e le mie abilità intellettive e pratiche. Infine voglio ringraziare la donna più importante della mia vita, mia Madre, tutto questo è anche soprattutto merito suo che mi ha dato la possibilità di dimostrarle e dimostrare a me stesso che veramente avrei potuto farcela.

Ora aspetto solo che questo fine pena arrivi al suo termine per mettere in pratica tutto quello che ho dentro e per affrontare la vita da persona migliore, che per me significa da persona vincente.

Grazie a tutti. Ciao.

VA

Autore dell'articolo: feniceadmin