Passano le ore e i giorni, tra malinconia e speranza

Passano i giorni, passano le ore, e passano anche i mesi, e con l’andare del tempo miglioriamo sempre di più, le nostre menti pensano al domani, siamo carcerati ma abbiamo la nostra libertà, sfogandola con i libri, che ci fanno evadere attraverso letterature immaginarie di vari argomenti, libri che riescono a farti uscire, solo leggendo ti trasportano in mondi paralleli al nostro per poi chiudere il libro e ritornare nel nostro regime.

Poi si va in redazione, dove con un gruppo di ragazzi sfoghiamo i nostri pensieri, attraverso dei computer, che gentilmente ci hanno affidato, e una saletta, non con le sbarre come in cella, e da lì si può vedere in lontananza la libertà, montagne davanti a noi, con finestre grossissime, la nebbia che circonda l’isolato, le macchine che passano, una cascina che in lontananza sbuffa dal suo camino, un posto dove posso dire grazie alla redazione La fenice che ci rende per un po’ di tempo liberi come se fossimo in una biblioteca.

Qui si possono creare vari discorsi come sto facendo io in questo momento, seduto su di una sedia, davanti ad un computer, a far rendere più vive, tramite relazioni che vengono poi rese nelle pagine di internet, le nostre giornate.

Ora da poco ho pure incominciato a lavorare, così come me altre persone, e per essere più autonomi, riusciamo a mantenerci con i nostri sudori anche qui dove siamo. Alla fine dove mi trovo l’ho voluto io sbagliando, i nostri famigliari non c’entrano nulla, dobbiamo solo essere consapevoli dei nostri sbagli, e maturare.

Purtroppo non faccio colloqui, per la lontananza, ma questo mi sta facendo capire tante cose. Quando avevo la mia famiglia vicino, io non c’ero, ora che la vorrei, la lontananza ci divide, questo mi rende una persona, sì, un po’ malinconica ma anche forte e deciso e mi fa pensare ai discorsi famigliari che mi facevano. Mia madre che cercava a modo suo di aprirmi gli occhi, per migliorare, per farmi capire la vita in società da uomo, vedevo sempre gli altri andare avanti, farsi una famiglia, come i miei fratelli, mettere al mondo le cose più belle che mi avessero dato, le mie nipotine.

Denis e Michel mi mancano molto, mi é arrivata giorni fa una lettera che di mia cognata che mi diceva che stava per mettere i primi dentini e stava per incominciare la prima elementare.

Avrei voluto essere lì vicino per fare lo zio, come con le mie altre nipotine, una fa calcio e l’altra danza, ma invece mi ritrovo ad aspettare quel giorno che uscirò, finalmente uomo con la testa sulle spalle, e rifarmi una nuova vita, e riacquistare tutte le persone a me care cui avevo con il mio modo di fare voltato le spalle. Ancora non le ho perse, mi stanno vicino, ma vogliono vedere in me una persona che ammette le sue colpe, e le sto pagando, giorno per giorno e secondo per secondo, riflettendo tutte le parole che mi dicevano, me ne sono reso conto troppo tardi, ma come una fenice può risorgere dalle ceneri anche io e altre persone che si trovano nello stesso ambito pure noi risorgeremo dalle ceneri, per essere persone migliori.

Ora vi lascio, mi alzerò dalla mia sedia guarderò fuori attraverso le finestre, mentre sta piovendo e la nebbia circonda il perimetro del carcere vi mando un saluto sperando vi arrivi, spegnerò il computer, e vi saluto tutti con una grossa malinconia e che il vento mi porti via. Saluti miei cari, alla prossima……….

M. 81

Autore dell'articolo: feniceadmin