La mia prima carcerazione
Mi chiamo Saverio e sono in carcere dal 2010.
Sono in carcere per tantissimi reati, il primo nel 2001. Ma il primo arresto è stato ad agosto del 2004 e io penso che se in quel arresto mi avessero fatto pagare subito la mia pena, io avrei capito che ero su una strada sbagliata e credo che una volta uscito dal carcere non avrei fatto più tutti quei reati, invece dopo solo un mese di carcere mi fanno uscire libero.
Così ricomincio, mi arrestano di nuovo nel 2005 e dopo 6 mesi di carcere esco di nuovo libero. Mi arrestano di nuovo per la 3ª volta nel 2010 e non sono più uscito, perché mi sono arrivati tanti definitivi, questo perché la legge italiana è troppo lenta e a distanza di anni si ricordano che tu hai fatto dei reati.
Per il reato del 2001 la condanna di 1° grado l’ho presa nel 2013.
Il 2° grado me lo hanno discusso nel 2017, la Cassazione di sicuro non ci sarà per reato prescritto, buon per me, ma è tanto per farvi capire quanto è lenta la legge italiana e di reati prescritti fino ad oggi me ne sono arrivati già tanti.
La mia ansia , il mio dolore , la mia gioia e la mia speranza
Ogni volta.., ogni singola volta, quando mi chiamano gli assistenti per comunicarmi che c’è posta per me, percorro il cammino, dirigendomi verso loro e mi affligge quel pensiero, di poter ricevere brutte notizie dai miei parenti.
Una lettera, un telegramma, la paura di leggere di mia madre: che non sta bene o, peggio, che mi ha lasciato, senza quel desiderato, da lungo atteso, incontro o ultimo saluto.
Ogni volta, apro la lettera, leggo notizie dei miei parenti, è tutto normale.
In seguito cerco di ravvedermi, di non pensare sempre al male, o al peggio.
A volte, mi accorgo che è un’altra cartella esattoriale di Equitalia, che mi chiede un pagamento di altre migliaia di euro, anche 500.000, e mi posso rasserenare, mia madre sta bene.
Aspetto ogni domenica di poter telefonare a mia madre, così vivere per dieci minuti la mia più grande gioia e speranza.
Saverio C.
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