Il mondo che vorrei
Forse non siamo solo noi detenuti, forse in modo astratto siamo un po’ tutti prigionieri, di un sistema, di una cultura, di una politica.
Talvolta è sufficiente non potere, non riuscire a fare ciò che si vuole, per sentirsi obbligati a rinunciare ai propri spazi, ai propri diritti, alla propria libertà.
Ognuno a modo suo, per qualcuno, per qualcosa , sente di non poter sentirsi libero.
Che cos’è la libertà? Cosa ci rende liberi dalle più alte mura, dai più grandi ostacoli della vita?
Forse nessuno si accontenta, tutti vogliono di più, così cercando quel senso di libertà che ci possa appagare, far sentire bene.
In un mondo dove l’apparire è modo di sentirsi appagati, dove si cerca rifugio in un social network.
In un mondo dove la semplice libertà di essere liberi non basta, dove essere se stessi non è sufficiente.
Forse è l’uomo che si rende schiavo, cosi’ privandosi della propria libertà.
Nel nostro inconscio talvolta è difficile ritrovarsi, in un mondo distratto, ostentato, dove è sempre più difficile sentirsi felici, non ostacolati, dai nostri stessi ostacoli.
Forse la libertà dovremmo cercarla in noi stessi, quella felicità interiore che ci fa ridere e sorridere delle cose più semplici e naturali, nell’essere liberi di essere.
Nel mondo che vorrei, non ci sarebbero volatili privati della loro natura, non ci sarebbero animali, chiusi in gabbia o legati da una catena.
Non ci sarebbero esseri umani prigionieri a se stessi.
Nel mio sogno di libertà chiudo gli occhi e sento il suono del vento che struscia tra le piante, ascolto il rumore del mare, nell’infrangersi contro i suoi scogli, sento il profumo di un prato in fiore.
Apro gli occhi e vedo il mare, orizzonte che non mette limite ai sogni.
Alla ricerca della libertà è il mondo che vorrei, in infiniti orizzonti, di sogni in realtà, della felicità della libertà.
Robert M.
Per contattare la Redazione La Fenice o commentare l’articolo scrivi a [email protected]