Delle volte, la sera prima di spegnere la tv e di spegnere il cervello da detenuto, per poi accendere quello da uomo libero, quello dei sogni, dove nessuno mi può tenere rinchiuso e dove posso andare da chi e dove desidero, mi appoggio con mani e braccia alle sbarre del cancello della mia cella.
Siccome il mio compagno di cella soffre di claustrofobia, ho il privilegio di avere la porta blindata aperta; dunque mi appoggio alle inferiate, mi metto sulle labbra una sigaretta spenta e con molta tranquillità l’accendo per rilassarmi. Ascolto i rumori ed i suoni di questo maledetto posto, ed anche di sera o di notte, questo luogo infernale non dorme mai. Non esiste pace, sembra di continuare a sentire le voci del giorno anche di notte… quando tutti dormono. Saranno le voci che le mie orecchie odono, anche se inesistenti, poiché ormai non più abituate al silenzio. Pare vivere l’esperienza di un girone infernale dantesco, dove ci sono le anime dannate e a soffrire per l’eternità. Qui si vive all’inferno, dove anche nel silenzio si odono rumori.
Mi manca tantissimo il silenzio, quello vero: non udire più il continuo brusio delle persone che parlano in continuazione durante il giorno, musiche di ogni genere che vanno e vengono, e tv accese giorno e notte. Sintonizzate su programmi di ogni genere.
Quando leggerete questo articolo, non saprò con precisione quanto mi mancherà ad uscire finalmente dal carcere e ritornare ad essere un uomo libero, ma ad oggi, 14/4/2020 mi mancano 38 giorni.
Penso già a mille cose che vorrei fare e vivere subito uscito da qui, ma in particolare, tra le prime in assoluto, vorrei subito andare in alta valle, in montagna, non so ancora bene dove…
Ma so per certo che andrò in un luogo in alto, dove non si vedranno più né pini, né altri alberi che crescono. Mi sdraierò, appoggiando la mia testa su una pietra per guardare il cielo terso e percepire l’impagabile sensazione della fresca aria sulla mia pelle. Poi mi accenderò una sigaretta e mi metterò ad ascoltare il silenzio della natura, dei paradiso terrestre, dove nel silenzio “i rumori non fanno rumore”, ma suonano dolcemente. Il corpo e la mente raggiungono un livello di quiete e di rilassamento totale e ciò che si ode in natura, vorrei definirlo come SUONI SILENZIOSI.
Non vedo l’ora di poter realizzare questo sogno che coltivo da quasi due anni. Presto finalmente riuscirò a realizzarlo, a raggiungere quella roccia…
Ora porgo un saluto, evado da queste mura con i miei sogni, ed è l’unica possibilità che ho per farlo.
A presto amatissima Libertà…
Il vostro redattore
Matte il Pazzo
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