È pericoloso…..
Tutto è successo così in fretta …come se fosse esplosa una bomba, fuori da queste mura, un esplosione che ti sentivi partire da dentro , dal cuore sino in gola ,formando un vero e proprio blocco, un nodo così stretto da impedirti quasi il respiro…. Vedevo attraverso lo schermo, ascoltavo quelle notizie, poi mi affacciavo alla finestra, ma inevitabilmente il vento dell’apprensione mi riportava alla televisione … No, non è possibile mi dicevo , eppure era tutto vero. Paura mista a rabbia e soprattutto consapevolezza di impotenza estremamente netta, era vero, tutto vero, non un sogno , un incubo reale … Uomini e donne che morivano, medici e infermieri che correvano, tutte le forze dell’ordine schierate, i politici nel panico,i giornalisti alla continua ricerca di più informazioni …
E poi vedevo anche noi , noi già reclusi in queste quattro mura in totale apprensione per i nostri cari e per noi stessi…. forse c’è stato un momento in cui tra detenuti e agenti i muri che delimitano un confine relazionale sono crollati dal sentirsi così piccoli e inutili difronte a quello che stava succedendo!
Ci siamo sentiti prima di tutto uomini? O donne ? o padri, madri, figli, o fratelli.. oppure più semplicemente umani e fragili.
Non so per gli altri ma, per quanto riguarda me, ho imparato molto, ho visto tanto, ho sentito tantissimo. Ho capito molto bene le difficoltà che tutti hanno avuto a rispettare le regole, forse non tutti, non generalizziamo ma moltissimi …, ho visto la difficoltà a trovarsi in una sorta di arresti domiciliari..come li ho capiti… ho sentito di coppie sfasciate mariti e mogli, di fidanzati che soffrivano l’impossibilità di vedersi, di genitori da una parte e figli da un’altra obbligati a stare lontani…ma comune dominatore era la sofferenza per non potersi più relazionare con le persone a cui si vuole bene o più in generale con le persone che poco prima facevano parte della loro vita…… Come li ho capiti !!!
Ho cominciato a vedere nel volto delle persone vicine, che siano state agenti piuttosto che detenuti, un’espressione unica e soprattutto uguale per tutti, non c’era più il triste, il felice, il malinconico, quello stanco, lo stressato dal lavoro…. Ma solo la paura! Ho visto solo lei negli occhi di tutti, lei e solo lei, così forte e potente da riuscire a sconfiggere ogni maschera ogni differenza: LA PAURA.
Tgcom24 , sky24 , i due canali da me più visti insieme naturalmente a tutti i tipi di notiziari o di trasmissioni dove parlavano di questo VIRUS, anche perché pure che volevi stoppare per un momento e cercare di ritrovare serenità era impossibile, tutti dappertutto parlavano giustamente solo di quello dentro e fuori dallo schermo, e se non con le parole con i fatti. Mi rendevo sempre più conto che si doveva solo affrontare la dura realtà di un cambiamento potentissimo del mio stato d’animo.
Naturalmente ho seguito pure con interesse le tante rivolte occorse nei vari istituti penitenziari in tutta Italia a causa di questo virus che ha letteralmente sconvolto le vite di tutti …. Certo pure le nostre vite da carcerati ha stravolto e come di punto in bianco niente più colloqui visivi con nessuno, niente educatori, niente psicologi, niente figli, madri o padri, solo noi e gli agenti e le notizie che continuavano a devastarmi l’anima, notizie incerte, fatti molto preoccupanti e non mi stupisco proprio che alcuni carceri siano esplosi!!!!
Ciò che mi fa riflettere piuttosto è stato lo stupore delle persone che manco sanno come ci si può sentire vivendo il tutto da questa parte, e non come agente o infermiere con tanto di rispetto per il loro lavoro, ma da questa parte di recluso a scontare già una condanna con un bel blindo che tutte le sere viene chiuso a chiave, non solo il cancello ma anche il blindo! E sì, perchè dovete sapere che, anche se in molti istituti il blindo non viene più chiuso a causa del sovraffollamento, dove mi trovo adesso le cose stanno diversamente!!! Tutto chiuso : cancello e blindo…e l’ansia mi saliva a mille!!! Abbiamo dovuto aspettare l’inizio dell’estate per l’apertura del blindo.
Immaginiamoci un animale in gabbia al quale gli vengono spruzzate grandi dosi di veleno nella sua gabbia con lui consapevole …vediamo forse questo animale cercare di scappare? Si dimena? si agita? È più nervoso per caso?
Voi direte ma non è la stessa cosa !! io dico che in quel periodo così come ancora adesso l’aria è stracolma di veleno spruzzato qua dentro….forse prima lo era in maniera massiccia, appena successo, ma anche ora non si scherza…e forse ancora dico che la situazione potrebbe degenerare in rivolte ancor più gravi se non si capisce che NON SIAMO STUPIDI….
Il Ministero della Giustizia si è subito attivato per far sì di tamponare la situazione del divieto di colloqui visivo fornendo a tutti gli istituti telefonini con i quali effettuare videochiamate con parenti e familiari. E punto.
Poi ha fatto una legge strategica per cercare di evitare ulteriori rivolte, dicendo: se fai il cattivo non ti metto fuori, in poche parole….o meglio ha liberato cooon calma coloro ai quali mancava un anno e mezzo o meno.
Ma dicendo chiaramente che i responsabili o partecipanti alle rivolte accorse in quei giorni non potevano avere niente! Tac ecco fatto…Tutti zitti!
E adesso continua continua l’emergenza virus, continua il ricatto…solo che, piccolo particolare, quella legge immessa per questa emergenza che ancora esiste e persiste, quella legge è SCADUTA come la pasta che mangiamo dal carrello….!!forse si sono dimenticati? Noooo loro non dimenticano, fanno finta di non sentire, di non vedere.
Fanno finta di non capire il livello di equivalenza tra veleno indotto in gabbia e situazione velenosa in carcere: l’animale si agita, si dimena, preoccupato, disperato….alla fine o si ammala causa veleno nel vero senso dei suoi effetti oppure comunque si ammala causa effetti collaterali. Già ma quali effetti collaterali ci possono essere? Bè dico io che lo stress, causa mancanza di affettività, causa paura certo per sè stessi o appunto per i propri cari, perché vedete non dobbiamo mai dimenticarci che noi detenuti siamo molto sensibili a queste cose. Siamo iper sensibili. O forse sono solo mie fantasie, visioni distorte di una realtà che è ben diversa: TUTTI stanno bene, sono contenti di vedere i propri figli solo attraverso uno schermo, di non poterli abbracciare, di non potergli stare vicino in questo periodo che non è affatto traumatico a livello psicologico . Siamo tranquilli perché ci sentiamo al sicuro da ciò che accade fuori, perché a noi che ci frega? Alla fine voi siete a rischio non noi che non abbiamo contatti con altre persone …..gli agenti sono controllati con la temperatura corporea così come tutti quelli che entrano ed escono nei vari istituti…questo ci permette di essere sicuri, anzi scusate questo permette a tutti di essere sicuri che in carcere stiamo apposto.
Però una domanda mi sorge spontanea: perché se tutti loro possono entrare, i miei figli, attenzione inferiori ad anni 14, non possono?? mi è stato risposto: per tutelarli …a loro…ovvero per tutelare i miei figli da me che sono secondo loro al sicuro super protetto, forse ho capito male . Allora ho ripetuto la domanda ad altro ufficiale e a un altro ancora, ma la risposta è stata sempre la stessa: I BAMBINI NON ENTRANO PER TUTELARLI… azzz ma allora siamo noi il possibile problema! ma io pensavo fossimo apposto qua dentro…. e di seguito mi vengono spontanei dei pensieri riflessi da ciò che vedo e ascolto alla tele , da ciò che mi riferiscono i miei figli attraverso il telefonino…: papà oggi sono andato con mamma a prendere il gelato e a fare la spesa per comprare le cose che servono a scuola perché tra poche settimane riapre. Ma come, il gelataio ti può vedere , al supermercato ti possono vedere, a scuola ci puoi andare, se pur con tutte le dovute precauzioni dettate dal decreto…ma a me che sono tuo padre, manco dietro un vetro con la mascherina e con la temperatura corporea accertata all’ingresso….E questo non lo penso solo io, ma anche i miei figli … quindi figuriamoci se non ci arrivate pure voi con un semplice logico ragionamento comprensibile da un bambino. Certo che sì, sicuro ci arrivate, ma a chi può importare, non tocca a voi, non è a voi che vi vietano che vi allontanano, che vi obbligano alla sottomissione consapevolmente surreale e irrazionale. La soluzione è stata: bloccare i contatti con i familiari!!! Così noi tuteliamo i nostri figli… ma l’ agente, l’educatore, il direttore, i volontari, possono stare con i loro figli e con noi???? Per questo vi dico NON SIAMO STUPIDI, e secondo me stanno giocando troppo coi sentimenti.
Ma forse sto esagerando, il mantenere rapporti affettivi non è assolutamente una priorità, non è assolutamente
fondamentale per il recupero del condannato, può passare in secondo piano questa cosa ,tanto ci avete dato le telefonate in più e le videochiamate…e dobbiamo dire grazie che comunque ci si è attivati in tal senso. Sarebbe bello capire almeno quali siano le prospettive a venire, sarebbe bello essere aggiornati così come facevano all’inizio sull’evoluzione di questa situazione, sarebbe forse giusto avere sane e logiche spiegazioni delle misure adottate visto che comunque parliamo di affettività, di sentimenti appunto. Solo per noi qua dentro il mangiare che ci portano da fuori i parenti deve fare una quarantena di circa 24 ore…per il covid… poi te lo consegnano; non possiamo giocare a pallone ma possiamo stare anzi dobbiamo stare insieme in sezione al chiuso, forse è logico? Ma come mi hanno insegnato i vari colloqui con psicologi che ho avuto nell’arco di anni trascorsi in questa fabbrica surreale : non bisogna soffermarsi sul cosa è giusto o sbagliato altrimenti non si finirà mai.. questo vale qua come nella vita comune, altrimenti vediamo tutto in negativo e ci porta ansia e stress …beh, su tante cose mi è servita questa tecnica devo essere sincero.. ma ora e per questo fatto ovvero per poter riabbracciare o quantomeno poter rivedere i miei figli in carne e ossa dopo che sono trascorsi già nove mesi dall’ultima volta che ho potuto, bè su questo forse VOGLIO essere ansioso e stressato. NON VOGLIO fare finta di niente non riesco, non mi viene, nella speranza che questo mio umile sfogo possa quantomeno abbracciare il pensiero di altri per far sì che si smetta di prenderci per il sedere.
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