Sono arrivato in questo Istituto Penitenziario il 01/08/2020 e dopo i 14 giorni di quarantena ho deciso di farmi mettere nella sezione semi-protetta dove mi trovo ristretto tuttora. Dopo più di 7 anni passati tra un carcere e l’altro ho voluto dare una svolta al mio presente, per il mio futuro. Ho sentito sempre parlare male di queste sezioni e di chi ci era dentro (infami, pentiti, gente che picchia i figli, la madre, la moglie ecc.).
Per dare una svolta alla mia vita ho voluto fare qualcosa che fosse il più lontano possibile dal mio vecchio modo di essere e di pensare e cosi ho deciso di farmi mettere in una di queste sezioni, anche per stare più tranquillo pensando che in queste sezioni la gente fosse meno “normale” o comunque meno problematica di dove stavo prima.
Sono rimasto sorpreso quando ho cominciato ad avere a che fare con le persone ristrette qui, a partire dal mio compagno di cella ex collaboratore di giustizia, una bellissima persona e un uomo sempre disponibile ad aiutare chi gli sta vicino. Ho avuto a che fare anche con un personaggio conosciuto prima in televisione e poi qui, una persona che uccise la sua ex fidanzata con parecchie coltellate e pensavo: “non può essere a posto uno cosi” e invece parlandoci e avendoci a che fare l’ho trovato simpatico e intelligente.
Mi è cosi venuto da pensare a quanto ci può limitare il pregiudizio che abbiamo verso l’altro, e parlo del pregiudizio a tutti i livelli e non solo di quello che sopra ho menzionato all’interno di una sezione semi protetta e all’interno di un Istituto Penitenziario.
Qualche mese fa non avrei mai pensato di poter arrivare a “capire” certe cose, situazioni ma soprattutto persone e azioni. Mi fermavo al giudizio quando sentivo parlare di qualche persona ristretta nelle sezioni protette, ma ora è diverso, nessuno vuole essere giudicato eppure siamo sempre col dito puntato, basta che non si parli di noi. Ora quando mi dicono: “quello ha fatto così o quello ha detto così” mi fermo a riflettere e mi chiedo il perché di certi gesti o parole, ci ragiono, mi metto nei panni dell’altro, cosa che non ho mai fatto prima.
Ho 27 anni, 6 passati in giro nelle Carceri Italiane e 1 passato in due diverse Comunità di Recupero per Tossicodipendenti, ma mai come nell’ultimo anno mi sono fermato a pensare a queste cose e pure alla definizione di “Normalità”.
Pensavo: “quello ha ucciso la sua ragazza con 56 coltellate e di conseguenza non è normale, è pazzo”. Oggi non sono più convinto di quelle vecchie affermazioni, perché magari parlando con una di queste persone che si sono macchiate di uno di questi delitti mi sono sentito anche in difficoltà dalla brillantezza del parlare e di esprimersi di queste persone (terroristi, assassini, collaboratori ecc.) e quindi mi sono fermato a pensare al Pregiudizio e alla definizione di Normale.
Ora sono in cella con un ex collaboratore di giustizia e prima ancora un ex capo della malavita organizzata e se io fossi un cittadino “normale” quale sarebbe la cosa che dovrebbe infastidirmi di più? Il fatto che era un boss? O il fatto che ha collaborato con la giustizia? E da detenuto qual è la cosa che dovrebbe infastidirmi di più? Il fatto che comandava più di 40 persone o il fatto che poi ne ha fatte arrestare magari altrettante?
In entrambi i casi non dovrebbe infastidirmi nulla, penso adesso, perché dovrei liberami prima dal pregiudizio e dalla definizione di “Normale” che la Società ci ha inculcato e poi proverei a mettermi nei panni di quella persona quale è ancor prima di essere un ex collaboratore o un ex boss e poi provare a capire il motivo delle sue scelte e delle sue azioni, così come si dovrebbe trattare anche uno che ha ucciso un’altra persona.
Ma la Società Italiana non lascia scampo o via di salvezza a nessuno!! Un assassino è un pazzo criminale e rimane tale e un ex boss o ex collaboratore rimane o una persona malvagia o un infame!! E la colpa di questi titoli, la colpa di questi stereotipi di chi è? La Fede Cristiana ci insegna il perdono, la comprensione … ma allo stesso tempo lo Stato Italiano condanna, giudica e non cambia opinione, cosa che solo gli stupidi non fanno.
Valerio R.
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