“A questi professori chiedo: siete mai stati in un carcere? La maggior parte dei detenuti sono ragazzi o uomini che dalla scuola non hanno ricevuto nulla se non una bocciatura.” (Chi boccia alle elementari e alle medie è un criminale – Alex Corlazzoli)
Mi ritornano in mente le parole di Alex Corlazzoli in un recente blog sul Fatto Quotidiano e rivedo la mia storia.
Sono un ragazzo che non ha mai avuto “voglia di studiare” sebbene sia capace di apprendere facilmente e velocemente. Sono stato bocciato in quarta elementare perché non facevo i compiti a casa e perché già in quei tempi venivo definito “uno scalmanato”. In casa mia mamma non riusciva a stare dietro a tutti. Siamo tanti fratelli e nella mia famiglia, a parte su certe cose, si può dire non ci fossero regole, la scuola non era considerata importante.
Le maestre delle elementari, proprio ora, dopo tanto tempo, ricordo i loro nomi: Grazia e Monica, vedendo che ero “scalmanato” e che provenivo da una famiglia ai loro occhi “problematica e disagiata”, sono arrivate alla semplice conclusione che la bocciatura fosse “la soluzione”. “… vedrai che ripetendo sarà poi per te più semplice” così mi dissero.
Di lì in poi ho sempre studiato meno, è stata una discesa continua fino ad arrivare in prima media. Non avevo più alcun interesse per la scuola, marinavo appena potevo e facevo sempre più casino in classe, quasi a voler confermare l’idea che gli insegnati avevano di me: dovevo essere “lo scalmanato.” Seguivano richiami ai miei genitori che non si occupavano di me ma quando arrivava il richiamo dalla scuola, allora per me erano cavoli …
Sono stato nuovamente bocciato e anche questa volta la giustificazione è stata “… vedrai che ripetendo sarà poi per te più semplice..”
Ho ripetuto, questa volta affiancato da un insegnante di sostegno. Si è replicato lo schema: rispetto delle regole, giudizi, sguardi senza stima, senza fiducia nel mio percorso … fino ad arrivare alla terza media dove sono stato bocciato di nuovo senza essere ammesso all’esame.
Ormai mi sentivo grande, uscivo con gli amici, facevo le mie prime cavolate in giro, non tornavo la notte, tanto nessuno mi cercava … ne ho combinata una peggio dell’altra. Sentivo di dovermi ribellare per non aver percepito nei miei confronti altro che indifferenza e castigo.
Ripensando alla scuola, se invece di escludermi con la bocciatura mi avessero aiutato, invogliato, minimamente valorizzato, probabilmente avrei scoperto anche io l’interesse per lo studio, la serenità di sentirmi parte della classe e non “lo scalmanato” da escludere.
Allora molto probabilmente sarebbe stato diverso, magari avrei continuato gli studi, magari non sari cresciuto per strada, forse oggi non sarei qui … e alla fine la mia vita sarebbe stata diversa.
Alessio P.
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