Immaginare la vita senza te

Lettera dal carcere
Sono un detenuto del carcere di Ivrea, oggi voglio rivelare cosa si possa provare ad accettare una vita senza una famiglia, un deserto con nessuna forma di vita come se non
esistesse più nulla che possa farmi vivere con il sorriso e respirare un aria fresca.
Ricordi di emozioni che non potranno mai essere cancellate dalla mente,
Insieme noi due eravamo forti e tante volte
le persone della nostra età, erano invidiose persino che non ci vedevano litigare
insieme abbiamo visitato posti mozzafiato, e conosciuto persone buone, insomma siamo stati
complici dei nostri errori.
Dopo qualche anno abbiamo deciso di essere ancora più uniti
e ci siamo sposati, mi ricordo il primo giorno che siamo entrati nel nostro nido d’amore
io qualche mese prima avevo lavorato molto duro per renderlo accogliente e unico
difatti anche tu sei rimasta a bocca aperta quando sei entrata per la prima volta.
Io non ho voluto farti vedere prima il nostro nido dove noi avremmo trascorso il nostro
Amore e avremmo avuto dei figli come tutte le famiglie. Ci sposammo nel 1989, qualche
anno dopo nacque il nostro primo figlio Cristian fu il regalo più grande che ci potesse
succedere e noi accogliemmo questa nascita con un grande pianto di contentezza.
Sono stato presente anche alla nascita, indimenticabile vedere come viene al mondo una vita
sono stato molto colpito, mi ricordo anche tu piangevi: di contentezza con il piccolo appena nato sul tuo petto.

Questi momenti non potrò mai abbandonarli saranno sempre con me per il resto della mia vita.
La mia prima volta in carcere è successo nel 2002 per truffa, tre anni dopo sono uscito con indulto avrei dovuto scontare fino a tutto il 2006.
E tu eri sempre presente per un aiuto morale ed economico ora sono ancora in carcere da moltissimo tempo, e mi si è spezzato il cuore, hai deciso di separarti da me, ancora oggi porto le ferite di questa separazione inaspettata io ho solo firmato e ti ho accontentato della tua decisione.
Ora sono tre anni che non so più nulla della mia famiglia le mie lettere tornano al mittente
non ho più nessun contatto, anche il telefono mi è stato bloccato.
E’ dura sopportare tutto questo ma sono molto forte e ce la farò a superare tutto e rispetterò la tua decisione non ti cercherò
ti auguro solo il bene possibile dalla vita, e spero che tu abbia trovato una persona
meglio di me che non ti dia dispiaceri come ho fatto io e ti faccia felice ogni giorno della tua vita.
Voglio solo dirti una cosa dove sono andati tutti i nostri momenti trascorsi insieme l’essere complici di ogni situazione, e lasciarmi in questa situazione praticamente da solo ad andare avanti senza affetto, e anche senza un aiuto economico,
ma va bene così mi sono adeguato a questo tenore di vita carceraria, ripeto accetto la separazione ma non tollero questo menefreghismo nei miei confronti.
Tra un annetto uscirò a testa alta e ricomincerò una nuova vita, ma non commetterò più gli stessi errori mi cercherò un lavoro che mi faccia vivere dignitosamente il resto della mia vita.
Cari lettori chissà quanti detenuti come me hanno avuto questa sorpresa dalla propria compagna ma tenete duro, la vita continua, dobbiamo solo prendere la strada giusta che ci porti a camminare per strada a testa alta e ad essere felice con accanto una persona che ci possa volere bene.

Franco C.

Autore dell'articolo: feniceadmin