Verità, un dono per i bambini

Bambini che sanno e genitori che si assumono la responsabilità

Sono ristretto da mesi quattro, triste e dolente non per il contesto né per la popolazione con cui vivo. Triste e dolente perché là fuori c’è una bambina che mi ama tanto e che, forse adesso pensa che suo papà non la ami così tanto ma preferisca un lavoro lontano dall’Italia, da lei e dalla sua mamma senza nemmeno avvisare, salutare ed ancora senza né sentirla né andarla a trovare, riempita di bugie alle quali nemmeno a sei anni nel ‘24 si può credere. Papà non ha il telefono, papà non trova i numeri per chiamarci ecc. ecc.
Una bambina uguale al bambino che porto dentro, una bambina introversa che non esterna ma ragiona e
che, temo, quando ci pensa si sentirà non amata e messa come seconda scelta, presa in giro anche se per
fortuna i bambini hanno la capacità di shiftare su qualcosa di divertente la loro attenzione quando la
situazione si fa pesante e dolorosa, e spesso si porrà silenziosamente domande fino a che, a mistero svelato, la verità le darà rabbia e sollievo.

Rabbia per riuscire ad esternare e sollievo per la verità donata.


Ancora ricordo un camion della EssO passare e l’autista nemmeno voltarsi per salutarmi mentre passeggiavo o, meglio ancora, fermarsi e giocare un po’. Quell’autista era mio padre ed io, piccolo ma abbastanza grande da passeggiare da solo sentivo il corpo diventare pesante, lo stomaco stringersi e la credenza che non mi volesse bene né lui né forse gli altri si radicava con sempre più forza in me ed ora, una trentina di anni dopo mi ritrovo a sapere che lei sa di me la stessa cosa che mi fece così male. Tra lei e la famiglia io preferisco il lavoro.

Questa bugia bianca ma per me nera è la menzogna che, anche se detta per protezionismo suo e dell’immagine sociale mia e della famiglia a mio parere non è così giustificata e può ora farla star bene, ma di sicuro non per molto.
Tra due giorni vedrò la madre e potrò parlarle di questo, di verità e di amore. Di come dopo non essermi sentito visto dall’autista di quel camion finivo a vomitare provando sollievo ma allora non sapevo il perché, mi dava semplicemente sollievo ma non sapevo da che cosa. Cercherò di confrontarmi e di capire insieme come una verità più pulita e trasparente può farla sentire comunque amata, magari arrabbiata e momentaneamente convertita in genitore ma mai una seconda scelta come nella storia che lei ora conosce, a mio parere più brutta della realtà, perché sbagliare è umano ma non c’è niente di più triste di un padre che non ha amato e questo non è il mio caso.
Un Padre può prendersi piena responsabilità di fregarsene e manifestarlo o può fare lo stesso in un modo
onorevole, riconoscendo che in un periodo in cui era molto triste ed arrabbiato ha preso strade sbagliate ed ha fatto cose brutte, ora è in carcere lontano dalle sue risate pulite, dal suo profumo e dalla fiducia totale della sua mano data per passeggiare. Allora forse a verità svelata il fiume di domande nel piccolo/a si trasformerà in affermazione.
Papi è stato talmente monello che ora è in prigione, però mi ama sempre tanto…

E.B.

Autore dell'articolo: feniceadmin