Laika, non ti ho abbandonata

Un giorno un amico, mi chiama per telefono, mi dice che ha una cagnolina: mi chiese se io la volessi. Subito, mi preparai per andarla a vedere; sono rimasto incantato: l’ho vista cosi piccolina, sembrava un topolino, aveva 35 giorni. Non riusciva nemmeno a camminare, l’ho messa in macchina e l’ho portata a casa mia. L’ ho chiamata Laika, è una Pinscher di colore marroncino con il pelo corto; vado al negozio a comprare 2 paia di cappottini, un guinzaglio, le crocchette e tutto il necessario che serve. L’ ho adottata il 22 novembre 2017, dopo circa un mese chiamo il veterinario e gli faccio fare tutte le cure e i vaccini; ho speso un po’ di soldi, ma li ho spesi con tanta gioia.

Purtroppo dopo 25 anni di matrimonio mi sono separato, ero in casa da solo, con la mia adorata Laika, dovevo andare a lavorare e lasciarla in casa 10-11 ore giornaliere. Vivevo in una villetta, da novembre fino a gennaio pagavo una mia amica, Gabriella per andare ad accudirla e lasciarla scorrazzare libera nel cortile. Il mio pensiero é sempre rivolto alla mia Laika che è rimasta senza di me. Quando ritornavo a casa la sera con tanta soddisfazione mi faceva tante coccole e feste, che nemmeno la mia ex moglie mi aveva mai fatto in 25 anni di matrimonio. Quando mi facevo una doccia, mi vestivo, Laika, era sempre con me, fino a quando andavamo a dormire. Andavamo in giro e lei era sempre con me: al bar, per commissioni, a trovare i miei anziani genitori, c’era sempre lei con me ad accompagnarmi. Dove andavo io, c’era la mia Laika e la sera dormiva con me nel mio lettone. La mattina lei non si alzava se non mettevo io i piedi a terra per primo: dopo di che si dirigeva verso la porta di casa e con le zampe la grattava per uscire nel cortile a fare i suoi bisogni. Mi preparavo per andare al lavoro, alle 6 del mattino circa, prendevo la mia Laika e stavo in giro fino alle 7, la portavo a spasso per poi tornare a casa e lasciarla per andare a lavorare. Per mesi è venuta questa ragazza a casa mia, per far uscire Laika. Le avevo insegnato tutto: stare seduta, darmi la zampa, andare a prendere la pallina. Dimenticavo un particolare: quando mangiavo, lei mangiava con me sul tavolo, proprio come una persona.

I mesi passavano veloci e la Laika cresceva in fretta, mi decisi a fare una finestra 50×50 c.m. nel muro a 20 c.m. dal pavimento, così la mia Laika poteva entrare ed uscire senza l’aiuto di nessuno. Lasciavo cibo e acqua, sia dentro casa, che nel cortile, ero più tranquillo. Laika poteva avere tutti gli spazi durante la mia assenza. Non potete immaginare come mi sentissi felice al pensiero di tornare a casa, dopo una giornata di lavoro; non vedevo l’ora di rivederla e di ricevere le sue feste al mio rientro. Anche se arrivavo a casa distrutto dopo la giornata lavorativa, la vedevo e mi passava tutta la stanchezza. Quando guardavo Laika era come mi parlasse con i suoi occhi, orecchie, espressioni comportamentali. Capivo che voleva uscire quando lei prontamente portava tra i denti le mie scarpe e poi subito dopo il guinzaglio. Quando salivo in auto, lei faceva il giro e se il finestrino era abbassato, saliva senza aprire la portiera. Balzava sul sedile anteriore con lo scatto di un grillo, pronti per andare al parco. Il più delle volte non usavo il guinzaglio, perché cosi dolce ed ubbidiente mi stava sempre al passo. Quando dovevamo attraversare la strada si fermava al mio fianco, sapeva che le auto erano pericolose, si muoveva sempre affianco a me e solo quando io iniziavo a passare sulle strisce pedonale si incamminava con me. Dovunque andassimo tutti mi facevano i complimenti perché era molto brava, dolcissima ed ubbidiente, di lei mi sentivo cosi orgoglioso come non lo sono mai stato.

Grazie alla mia Laika, ho conosciuto tante persone, per la maggior parte donne, che non avrei immaginato. Addirittura una di queste donne; Gabriella, che ho conosciuto e con la quale siamo diventati molto amici, e ora si prende cura con amore della mia Laika. La storia e questa! in 23 anni di carcere non ho mai sofferto, sapevo dei i miei errori ma mi son sempre fatto la galera tranquillo. Ma nel momento del mio arresto ad agosto del 2018 ho dovuto lasciare la mia adorata, amatissima Laika a mio fratello e a mia sorella, solo per pochi giorni perchè entrambi non potevano tenerla. Stavo molto male, trovandomi per di più in isolamento, stavo impazzendo, il mio pensiero era solo rivolto alla Laika e a come sistemarla perché stesse bene. Mai avrei pensato di provare un così forte sentimento per un animale, ma soffrivo enormemente. Per principio non ho mai preso una terapia medica in tanti anni di carcere, ma dopo più di 30 giorni che non le trovavo una buona sistemazione, in preda ad un’ansia e magone, ho dovuto prendere qualcosa per non pensare alla Laika. In seguito , finalmente ho iniziato a vedere la luce, perché ho pensato di mettere in contatto il mio avvocato con questa ragazza, Gabriella, che come ho scritto prima,ho conosciuto in un parco, grazie alla Laika. Finalmente avevo trovato la sistemazione sicura per Laika , e questa ragazza ora mi accudisce la mia dolcissima Laika.
Con tanta fortuna avevo scoperto che Gabriella presta il suo volontariato in una associazione che si prende cura degli animali abbandonati. Ogni mese lei mi manda con premura foto della Laika. Ogni tanto Gabriella mi scrive.. nell’ultima lettera mi ha rincuorato, dicendomi di pensare a me stesso, in quando Laika sta bene; ha anche fatto tutte le visite necessarie. Ora posso concentrarmi su di me, sulla mia salute e pensare al dopo: uscire dal carcere, una volta per tutte, per andare a vivere nuovamente con la mia dolcissima Laika. Ricordo, ero solito dire a Laika, “il gatto” “il gatto” : lei mi saltava in braccio, perché l’aveva morsa un gatto e da allora aveva paura. Quando la rivedrò avrò paura, essendo passato tanto tempo, che non mi salti più in braccio . Spero non succederà, ma se succedesse, rimarrò con lei , sicuro che riconquisterò la sua fiducia. Torneremo come prima..!!!!!!!!!!

Tommaso

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Autore dell'articolo: feniceadmin