Carissimi lettori della Fenice, ci scusiamo per la lunga assenza ma purtroppo come tutti sappiamo sono tempi difficili. Siamo tornati a scrivere per ristabilire l’importantissimo dialogo tra noi e voi, tra dentro e fuori …
Oggi vorrei parlare dell’amore in generale e volgere poi il discorso su un “centro”.
Meditavo sull’amore durante le feste, da poco passate. Pensavo a tutti riuniti a far festa: pranzi e cenoni tra parenti e amici, a ridere e scherzare aspettando l’anno nuovo.
Anche noi , qui, abbiamo festeggiato con grandi o piccole tavolate di amici fedeli, con antipasti, pranzi cucinati da noi, primo, secondo, dolci … Ho percepito l’amore, il volersi bene, anche in questa “strana” situazione, tra compagni di “disavventure”. Cercare di preparare la “festa” nel migliore dei modi possibile, fare in modo di non deludere nessuno … Cerchiamo, tra mille invenzioni, espedienti, di trattarci al meglio, cerchiamo di distrarci ponendoci nuovi traguardi nella vita, oltre queste mura.
Dentro e fuori sono due mondi paralleli ma diametralmente opposti. La vita “reale” e la vita carceraria sono completamente diverse, e non per ciò che ognuno di noi può facilmente pensare: privazione della libertà, pochi contatti sociali ecc … ma anche quando si tratta di amore ..se è “sbagliato”. Un amore che tra i due mondi diversi tende a smarrirsi, un amore che si trasforma in oppressione, costante preoccupazione perché ti porta ad assorbire i problemi di chi vive fuori, ad avere la consapevolezza di non poter fare nulla, di non poter aiutare e nello stesso tempo sai che non puoi far pesare i tuoi problemi, i tuoi dolori all’amore che hai fuori.
Alla fine si arriva all’esasperazione, al non riuscire a fare un percorso “dentro”, al non essere mai sereno e tranquillo correndo il rischio di rovinare le cose buone che puoi aver fatto.
Bisogna scegliere, con coraggio, con la mente e non più con il cuore , pensare che anche se fa male, tutto prima o poi passa, il tempo guarisce tutto, è l’unico insostituibile farmaco. Lasciare con amore e per amore. Le persone che ci accompagnavano nella vita “fuori” non è detto che rimangano con noi quando siamo in carcere, non tutte. Quando riesci a capire tutto questo, allora puoi riscoprire te stesso, ritrovarti e riuscire a seguire il percorso “intramurario” che ti sembrava impossibile. E’ importante fermarsi e analizzare ogni sfumatura della vita carceraria per poter superare il dolore e le mille difficoltà quotidiane, per riuscire a vincere e cominciare a vedere un futuro diverso.
Rifletti intensamente, è importante, per vincere anche questa battaglia.
Un saluto
Omar P.
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