Il Carcere e gli Affetti

Anche rinchiusi in carcere gli affetti non si possono e non si riescono a dimenticare

Ricordo qualcosa, assai poco, della scorsa carcerazione… E’ vero quanto mi dicevano alcuni, una volta oltrepassati quei cancelli si tende a dimenticare tutto, la sofferenza, il dolore, le privazioni, le umiliazioni e quant’altro… Tutto viene rimosso, probabilmente grazie a qualche sorta di meccanismo di difesa messo in atto dal cervello.
So solo che soffrivo molto, moltissimo; non era, naturalmente, il mio ambiente. Io con questi posti c’entro poco e niente, se vogliamo essere sinceri.
Fatto stà che mi ci sono ritrovato di nuovo.
Un anziano carcerato, con molti anni di galera alle spalle, una volta mi disse: “Il carcere è come il miele, una volta provato ti riattrae in un modo o nell’altro”…
Quelle parole non le ho mai dimenticate, tanto che si sono rivelate veritiere.

Ad ogni modo soffrivo per me, per essere caduto così in basso, per la mia famiglia, soprattutto mia madre la quale era preoccupatissima e stravolta dalla situazione, ma in special modo soffrivo per la mia Fidanzata…
Stavamo insieme da quasi 3 anni… L’amavo disperatamente… Era tutto il mio mondo, letteralmente… Era l’unica ragazza con cui riuscissi a vedermi tutti i giorni, non mi stancavo mai di lei… Chiacchieravamo per ore e ore…
Aveva una famiglia disastrata alle spalle, era di 9 anni più piccolina di me, io cercavo in ogni modo di consigliarla, aiutarla e sostenerla, cercando soluzioni ad ogni suo problema… Trascorreva gran parte del suo tempo libero con me, a casa mia, nella nostra cameretta, così che potesse staccarsi un po’ dal suo ambiente familiare malsano…
Guardavamo la tv, parlavamo tanto, ci confidavamo, giocavamo insieme all’xbox (e lei immancabilmente perdeva…), ci tenevamo compagnia, facevamo l’Amore…
Ogni giorno, quando tornavo dal lavoro, avevamo preso l’abitudine di portare la nostra “figlioletta”, Dakota (una piccola cagnolina che lei mi aveva regalato da cucciola poiché la madre non la voleva più in giro per casa..), a fare luuunghe passeggiate per il paese… parlando e confidandoci… Così scaricavo lo stress del pesante lavoro che svolgevo e lei “staccava un po’ la spina” dalla sua casa e dai suoi problemi..
Quando entrai in carcere fu un fulmine a ciel sereno, nessuno se lo aspettava.
Il mio era un reato vecchio del 2009, di quando avevo 22 anni, coperto dalla condizionale.
La condizionale mi fu revocata nel 2014 poiché non avevo risarcito il debito alla controparte (20.000 euro) e fui affidato ai servizi sociali, avevo un lavoro, avevo una casa, affetti, una vita più o meno tranquilla e normale, come tante…
Ruppi l’affidamento poiché andai in trasferta lavorativa senza avvisare l’assistente sociale; dopo due settimane mi arrestarono.
Mi crollò il mondo addosso.

Come detto stavo male più che altro per aver abbandonato la mia ragazza… Il rapporto quasi simbiotico tra noi due venne a mancare…
Lei era il mio sostegno in tutto, ed io il suo…
Le scrissi una lettera quando mi resi conto che avrei dovuto restare in carcere… Le dissi di andare avanti con la sua vita, che sarebbe stato meglio se ci fossimo lasciati, che al massimo ci saremmo visti una volta che sarei uscito, di non restare accanto ad un coglione come me… Aveva solo 18 anni e tutta la vita davanti, non doveva perdersi dietro di me…. Anche in quel frangente il mio pensiero era rivolto a lei, al suo bene… Le dissi che qualsiasi decisione avrebbe preso ne sarei stato contento, che comunque l’avrei appoggiata e sostenuta in ogni modo, anche da quelle quattro mura…
Ricordo la sua risposta.. Non voleva assolutamente lasciarmi… Mi amava e mi avrebbe atteso… Mi scrisse tante belle parole…… Non me lo sarei mai aspettato… Davo per scontato che mi avrebbe abbandonato, come tante avevano fatto prima di lei ed in situazioni infinitamente migliori di quelle in cui, mio malgrado, mi ritrovavo…
Passò un mese prima che potessi finalmente rivederla a colloquio… Quanto era bella, e quanto mi mancava, quanto soffrivo sapendo di averla abbandonata…
Da allora mi scrisse sempre, minimo una o due lettere a settimana, e veniva sempre a trovarmi al colloquio, non mancava mai… 4 colloqui al mese da un’ora, il massimo consentito… Era sempre presente… Alle volte con mia madre, tante volte veniva da sola… Una ragazza così giovane doveva immischiarsi con luoghi del genere… Pativo..
Però ogni volta che la vedevo era come prendere una boccata d’ossigeno… Poterla toccare.. Alle volte baciare… accarezzarla, tenerle la mano…
Piccole cose che mi facevano andare avanti….
Le scrivevo sempre….. Aspettavo con tremenda ansia ogni sua lettera… Ogni parola scritta mi faceva sobbalzare il cuore..
Le conservo ancora tutte a distanza di anni, sono accuratamente custodite in una grande scatola…. Sono tantissime… Sono la cosa più preziosa che possiedo…
Non le ho mai rilette perchè avrei, molto probabilmente, pianto….
Ho pianto tante volte pensando a lei…
Questa volta non piango più, ormai ho esaurito tutte le lacrime.
Da un lato sono contento di non avere un legame così forte fuori da qui, la detenzione mi è molto meno pesante… Dall’altro mi manca……

Mia Madre ce l’ha, giustamente, con me… Non è ancora venuta a trovarmi nè ha mai risposto alle mie lettere, sono 7 mesi oggi che sono nuovamente detenuto, ma non fa nulla… ha ragione… La volta scorsa è stato uno sbaglio, per quanto grande, e ci può stare… Un errore dettato dalle mie incapacità caratteriali, dalla scarsa se non inesistente conoscenza del sistema giudiziario e penale, dalla noncuranza, dalla sfortuna e da tutta una serie di fattori..
Questa volta me la sono cercata, quindi non do colpe a mia Madre… Posso prendermela solo con me stesso…
L’altra volta anche mia Mamma c’era sempre… Mi dava tanta forza e mi sosteneva…
Ora le scrivo ogni tanto, pur sapendo che non riceverò risposta… Le faccio sapere che comunque sto bene e vado avanti.. Le chiedo scusa per il dolore che sono sicuro di averle recato nuovamente, anche se “fa la dura” e non lo da a vedere…
Che grande vergogna sapere il figlio di nuovo in carcere, che grande delusione e che grande pena…
Proprio io, di cui tutti avrebbero pensato qualsiasi cosa tranne che mi sarei ritrovato in arresto, e per la seconda volta per giunta..
Da piccolo ero così intelligente, così mite, così buono, educato e gentile.. Nessuno si sarebbe anche solo lontanamente immaginato che mi sarei ritrovato in queste condizioni…

Cerco di non pensare a tutte queste cose…

Prima scrivendo della mia ragazza mi sono salite le lacrime agli occhi… Le ho prontamente ricacciate indietro… un po’ di aria fresca, una sigaretta e via… Nessuno mi ha visto…. Ora sono un po’ scombussolato… Non credo di essere riuscito a comunicare le mie emozioni come avrei voluto, però scrivere un po’ mi aiuta…
Del carcere ricordo alcuni gesti… Il mio compagno di cella che mi abbraccia mentre ero colto da un’improvvisa crisi di pianto, che mi rincuora, che mi sostiene…
Il mio grande amico Walter, che ogni giorno mi tirava su e mi aiutava in ogni modo possibile con parole di conforto e piccoli gesti, cercando di farmi ridere con le storie della sua vita…
Le risate che mi sono fatto un giorno ascoltandolo, ridevo a crepapelle.. E’ stata l’unica risata sincera che sia riuscito a farmi durante quei 17 mesi, e mi è rimasta impressa indelebilmente nella mente…
Ce la metteva proprio tutta… E’ anche grazie a lui se ce l’ho fatta, non lo ringrazierò mai abbastanza…
Dovevo proprio essere pesante… Sempre triste, con quell’aria sofferente, profondamente depresso…
Solo la mia ragazza sapeva farmi ridere :’)
Le volevo un gran bene.. Ed ancora gliene voglio…

Ecco, ora si che piango…

Riccardo N.

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Autore dell'articolo: feniceadmin