Il Bene che si tramuta in male

I pensieri e le immagini si affollano nella mia mente mi tormentano

Buongiorno a tutti !!!
Anzi no, sarebbe meglio dire buonanotte… Beh mentre scrivo del resto è notte fonda, in verità… ma spesso mi accade così, l’ispirazione per qualche articolo o scritto mi viene nelle ore notturne… Sono sempre stato un animale della notte…
Al momento le parole, le frasi e le immagini si affollano nella mia mente e mi danno “tormento”… E così, con la paura di perderle e di non cogliere il momento propizio, eccomi qui, carta e penna alla mano, a mettere nero su bianco ciò che frulla nella mia piccola testolina bacata…
Attendete solo un attimo, mi giro una sigaretta (le sigarette “buone” sono merce rara, in carcere, se ne vedono assai raramente, appannaggio dei detenuti più “ricchi”) e torno subito da voi…
Eccomi, penna in una mano e sigaretta saldamente in pugno nell’altra 😉
Inizio scusandomi per la lunga “assenza dalle scene”… Credevate di esservi liberati di me eh ??
E invece no, sono sempre qui (ahimè)…
Era molto che non scrivevo nulla, ma sono state settimane alquanto pesanti e stressanti, quelle che mi sono lasciato alle spalle… Sto ricevendo colpi e batoste da ogni parte… Ma ehi, sono più forte io alla fin fine.
Mi sto addentrando nel mio 14esimo mese di detenzione, ad ogni modo, e non sono più tanto “fresco”, se devo essere sincero…
Si avvicina inesorabile l’estate e con essa il caldo, da sempre mio nemico giurato e fonte inesauribile di spossatezza, già fuori da questi spazi ristretti, figurarsi qui dentro…
Vi avviso, scrivo a briglia sciolta ciò che mi passa per la mente, scusate se salterò da un argomento all’altro senza soluzione di continuità.
Purtroppo (o per fortuna, a seconda dei punti di vista) i miei scritti, similmente a quelli di molti miei “colleghi redattori”, si basano per lo più su di me, sul mio vissuto interiore e sui miei stati d’animo… Ma sono le cose che conosco meglio e con cui lotto e mi confronto quotidianamente e, quindi, sono ciò di cui più amo parlare. Chiamatelo pure egocentrismo, se vi va.
Dicevo, ho ricevuto varie batoste ed ho avuto, conseguentemente, numerose battute d’arresto.
Mi sono state rifiutate, per l’ennesima volta, le mie richieste di poter scontare la pena in maniera meno afflittiva e più costruttiva. Il sogno di poter vivere uno scampolo di libertà e del ritorno progressivo nella società civile mi è stato negato.
Pare che i miei disturbi psichiatrici (ansia e depressione in primis, di cui soffro fin dalla tenera età, purtroppo) non mi consentano un sereno rientro tra voi, la fuori…
Uhmmm… Certo, giusto, meglio lasciarlo in carcere, dove certamente i suoi disturbi non potranno far altro che migliorare e lui, cioè il sottoscritto, non potrà far altro che uscire corroborato e rinfrancato da questa piacevolissima esperienza… Geniale! =)
Hahaha, non capirò mai del tutto il sistema penale e giudiziario italico… E dire che ormai mi considero quasi un esperto, dopo aver visto e “studiato” decine e decine se non centinaia di casi, durante i miei complessivi due anni e mezzo di detenzione.
Ma che volete farci… A quanto pare non piace che io torni tra le braccia dei miei cari, che torni a lavorare e, così facendo, a contribuire al benessere collettivo pagando tasse e contributi, che possa staccarmi da questo ambiente malsano e corrotto e possa tornare a riprendere la mia vita in mano.
Meglio che continui a fare il parassita e ad essere un peso ed un costo per la mia famiglia e la collettività.
Comunque, a seguito di questi continui dinieghi, ho attraversato fasi alterne ed ora mi ritrovo ad un bivio importante e cruciale della mia vita.
Le emozioni delle settimane trascorse sono state da principio un profondo senso di rabbia misto ad un sentore di ingiustizia. Ma è stata più che altro la rabbia a farla da padrona; ira che, peraltro, non hai alcun modo di sfogare, qui dentro.
Alla rabbia ed alla frustrazione sono seguite la disperazione, la rassegnazione e la volontà di isolamento, che mi hanno portato ad un progressivo allontanamento da tutto e da tutti, ivi compresa “la redazione” e la parola scritta.
Ci ho sempre saputo fare, con le parole, sapete?
Molte delle mie ragazze le ho conosciute grazie ad esse, tramite gli ormai imperanti ed onnipresenti social… Non vi era e non vi è mai stata, sui summenzionati social network, alcuna mia immagine (soffro, tra le altre cose, di una leggera forma di dismorfofobia, che mi porta spesso a vedere la mia immagine, specie se ritratta in foto, orripilante), eppure riuscivo a stregarle, ammaliarle ed infine ghermirle nella mia tela, grazie al semplice uso della favella.
Così il passo da lì al primo appuntamento era cosa semplice e… Beh, una volta che mi vedevano non potevano far altro che innamorarsi perdutamente di me alla fine così orripilante non devo essere). Non sono altrettanto bravo con la lingua parlata, purtroppo.
Ma torniamo ai fatti.
Parlavo di un bivio, poc’anzi; due strade che si dipanano di fronte a me, le carreggiate fondamentali di una vita: la scelta tra il bene ed il male.
Se mi avessero dato la possibilità di tornare a casa, al calore dei miei affetti ed alla sicurezza delle mie cose, probabilmente avrei continuato a percorrere il resto della mia esistenza sul sentiero della rettitudine (moderata, perchè un santo non lo sono mai stato, mi sa). Così stando le cose, invece, credo che opterò definitivamente per il “lato oscuro della forza”; il suo richiamo va delineandosi con sempre maggior vigore e veemenza, in me.
Tra 17 mesi, volenti o nolenti, dovranno per forza buttarmi fuori, e credo proprio che il mio obiettivo principale nonché scopo fondante degli anni a venire sarà quello di danneggiare in qualunque modo possibile lo stato, la società ed il mio prossimo, magari raggiungendo lo scopo di arricchirmi, al contempo, perchè no; ma i soldi non sono fondamentali.
L’importante è danneggiare e disintegrare il più possibile, nel mio piccolo, questa società che mi ha sempre escluso, emarginato, bistrattato e non mi ha mai concesso una seconda possibilità.
Finalmente ho chiaro nella mia mente ciò che devo fare della mia vita.
Almeno sono onesto.
In questo le istituzioni ed il carcere sono riuscite completamente nel loro scopo “rieducativo” (tra 1000 virgolette): hanno preso una persona pressoché normale, di fondo buona, e l’hanno resa un mostro.
Quelli di poc’anzi potranno sembrarvi i vaneggiamenti di un pazzo, ma vi posso assicurare che non è così.
Mi hanno tolto ogni speranza.
Una frase, credo appartenente ad un vecchio film di Bud Spencer e Terence Hill, così recita: “non c’è Peggior Cattivo di un Buono che diventa Cattivo”, e credo mi calzi a pennello.
Perchè vi posso assicurare che io ero una brava persona.
Potrà sembrare strano, detto da un detenuto delle patrie galere, ma così è.
Ho sempre avuto un forte senso della giustizia, di cosa fosse giusto fare e cosa no, ed ho sempre cercato di seguire la strada giusta, la strada del bene.
I miei reati??
Risposte al male incommensurabile ricevuto. Giustizia. Altri la definirebbero vendetta, forse.
Voi cosa avreste fatto se a 20 anni, ancora ingenui, ancora in parte pieni speranze, sognatori, romantici, non ancora del tutto disillusi e disincantati se, tornando dopo una lunga, calda e stancante giornata di lavoro, aveste trovato la persona in cui avevate riposto tutta la vostra fiducia ed il vostro amore, con cui avevate condiviso tante gioie, delusioni, speranze, emozioni, sentimenti ed esperienze… Dicevo, cosa avreste fatto se aveste trovato tale persona a letto con un altro??
E non uno qualsiasi, badate bene, bensì proprio con lo stesso (beh, in realtà uno dei tanti…) con cui il vostro precedente, primo e grande amore vi aveva già tradito??
Non so voi cosa avreste fatto, so quello che molti qui dentro avrebbero (o hanno) fatto: li avrebbero ammazzati entrambi.
Io mi sono limitato, comunque.
Ma mi sono vendicato. Non dovevo stare male solo io. Mi sembrava una cosa ingiusta.
E, miei cari lettori, vi posso assicurare che di dolore e di sofferenza ne ho provata tanta.
Minuti, ore, giorni e mesi di incrollabile, inesauribile ed infinito dolore.
Non sono più stato lo stesso, da allora.
Però ho sempre cercato di rialzarmi, di perseguire il bene nonostante tutto, di far parte di questa società, di essere una persona il più possibile “normale”, pur con tutte le mie lacune e le mie mancanze ed i miei errori.
Ma, più cercavo di rialzarmi, più forte la vita tornava a colpirmi e, nonostante questo, ogni volta, seppur con più cicatrici, più dolorante e con una psiche sempre più a pezzi lottavo con tutte le mie forze per non restare perennemente in ginocchio….
Tutti i miei sforzi, che mi sono costati immani fatiche e dolori, non sono mai serviti a nulla; ogni volta ricacciato indietro, respinto, emarginato, escluso; ogni volta tentavo di rialzarmi, ma ero sempre più stanco, più abbattuto, più vinto.
Fino al degno epilogo.
Ed è qui, dalla cella 20 del mirabolante luna park della C/C Ivrea, che nasce il nuovo me, la persona finalmente “rieducata” si, ma al male.
Votata anima e corpo alla sofferenza ed al dolore, e di questo non posso che ringraziare voi tutti: le istituzioni in primis, che devono sentirsi orgogliose di aver creato il male, e la società in secundis, per aver reso una persona normale un fedele, cosciente e coscienzioso strumento del male assoluto.
Ogni giorno che resto qui mi incarognisco un po’ di più ed amplio le conoscenze che mi porteranno al male, la fuori; ma se è questo ciò che vogliono, questo è ciò che avranno.

Quello che vorrei è un confronto con qualcuno di voi, della società esterna…
Qui purtroppo le persone con cui parlare sono assai poche ed i discorsi spesso vuoti, monotoni e ripetitivi… La “vita” qui dentro è così povera di stimoli che ti svuota e ti inaridisce completamente.

Lascio qui i miei recapiti per chi volesse scrivermi; potremo parlare di tutto: Politica, storia, geografia, Amore, vita, lavoro, libri (sono un avido lettore), film, musica, famiglia, politica, tecnologia… Ho interessi eterogenei e variegati e, per fortuna, un’intelligenza ancora viva, per il momento…

Negro Riccardo
C\C Ivrea, Corso Vercelli n° 165, 10015 Ivrea (TO)

Ora non ho più voglia di scrivere, sono le 2e30 di notte e, con la pace nel cuore di chi ha finalmente, a 32 anni, compreso il suo ruolo nel mondo, mi accingo ad adagiarmi tra le possenti braccia di Morfeo, per affrontare una delle 500 notti che ancora mi attendono in questo girone infernale.

Per contattare la Redazione La Fenice o commentare l’articolo scrivi a: [email protected]

Autore dell'articolo: feniceadmin