Ci sono voluti 30 anni, 30 anni di torture psicologiche fisiche e mentali.
A nulla per anni sono serviti i continui richiami e le multe da parte della Corte Europea di Strasburgo.
La parola d’ordine da parte del nostro Stato era “non ascoltare”, fare come i muli, andare avanti, guardare solo avanti come se avessero i paraocchi. Qualcuno moriva dopo 30 anni di carcere senza mai vedere la luce della libertà o poter sentire il suo profumo? Pazienza, era un cattivo, un irriducibile, un mafioso, un assassino; ma dopo 30 anni di carcere qual è l’individuo che è rimasto lo stesso del giorno dell’arresto 30 anni prima?
Ma per quanto si è visto, alla Magistratura italiana non è mai interessato se un uomo potesse cambiare, e ancora di meno, dare a quest’uomo la possibilità di poter cambiare, che, tradotto in parole povere, significa tortura, privare la persona della sua dignità.
E stando così le cose, è plateale che la magistratura oltre che la condanna usa la vendetta, tanto chi giudica può essere giudicato?
Questa volta pare di sì, e con l’aiuto dato dalla sentenza “Viola”, finalmente si è arrivati (ci sono voluti 30 anni) a una svolta.
Chissà se sarà una svolta decisiva! Comunque è un inizio, e…
Il 22 ottobre 2019, l’ergastolo ostativo finalmente è stato cancellato, finalmente anche l’Italia ha capito (forse) che:<senza speranza non c’è rieducazione>. È fondamentale per un individuo condannato al fine pena 9999, che gli rimanga il diritto alla speranza, quella piccola luce che non si spegne mai. Finalmente l’articolo 27 della nostra Costituzione comincerà a funzionare, perché fino ad ora, in barba alla nostra amata Costituzione, il nostro ordinamento si è basato sulla repressività, e di conseguenza remando controcorrente a discapito dell’articolo 27, che invece dice molto chiaramente che l’obbligo di tutte le pene è di tendere alla rieducazione del reo. Penso che “purtroppo” ci sarà ancora molta strada da percorrere per far sì che quello che è stato deciso il 22 ottobre a Roma dalla Consulta sia completamente accettato dalla maggior parte dei nostri politici, ma quello che più conta è che dopo un trentennio di “torture”, grazie alla Corte Europea di Strasburgo e all’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che proibisce la tortura e i trattamenti inumani e degradanti, si è giunti ad una svolta. Forse un giorno si riuscirà a far cancellare la parola “ergastolo” dal nostro Ordinamento, ma nel frattempo questa “piccola grande” vittoria ci porta a ben sperare.
L’uomo ombra
Angelo S.
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