Covid-19 “Il mostro”

Sto iniziando il mio settimo anno di detenzione, di una pena che non finirà mai (fine pena 9999).
Vivere con un fine pena del genere non è vivere; perché non hai nessuna speranza, passano giorni, i mesi, gli anni ma non cambia mai nulla, specialmente il fine pena, e specialmente per tutto quello che sta succedendo in tutto il mondo per colpa di questo virus, nominato nuovo corona virus. Quello che rimarrà sempre uguale fino al mio ultimo giorno di vita, è una lenta tortura, e meno male che la tortura dalla nostra costituzione è stata bandita, anzi, in realtà non è mai esistita, ma quello di cui voglio parlare oggi, non è di costituzione o di codice di P.P., ma del “mostro” che ha invaso l’Italia, il nostro amato paese, e non solo, perché ormai si sta propagando praticamente in tutto il mondo.
Si paria di pandemia, e la parola da sola fa capire il dramma che sta vivendo il mondo intero, ma un altro dramma è la “pandemia” che si sta sviluppando all’interno degli istituti di reclusione.
Per un recluso, il pensiero che possa succedere qualcosa ai propri famigliari, è il dramma più grande che gli possa succedere, e in questo momento, nella testa di noi reclusi, il pensiero martellante è proprio questo, e vi posso garantire che non è un bel vivere, perché ti rendi conto ancora di più della tua impotenza, e l’unico pensiero che ti martella, è: Speriamo che non gli succeda nulla.
Il vero dramma è che il virus piano piano sta destabilizzando l’intero continente, è peggio di una pestilenza.
Ma oltre al tasso di modalità molto alto, specialmente nelle persone di una certa età, si porta dietro un altro dramma, il dramma dell’isolamento, ma non un isolamento punitivo come a volte succede nelle carceri a individui che fanno i “cattivi”, ma un “isolamento” nei confronti delle altre persone che prima invece avevi sempre attorno, e il “dramma” è che, per come si svolge la vita oggi, la gente non è pronta. Ora si potrà ancora di più dare libero sfogo all’uso dei telefonini, dei computer ecc. ecc.; ma se tutti questi moderni “aggeggi” per un paio di giorni sparissero, cosa potrebbe succederebbe? Ci sarebbe un panico generale, che paradossalmente potrebbe fare più vittime (a livello psicologico) dello stesso virus, perché oggi la maggior parte delle persone non è più in grado di vivere senza chattare, messaggiare, ecc.
Le nuove generazioni in particolar modo, senza il telefonino in mano si perdono nel nulla, si è persa la capacità del dialogo, di parlare, solo parole scritte su di un display.
Penso comunque che questo “mostro”, con tutto il male che si porta dietro, darà almeno un’opportunità, l’opportunità di tornare al dialogo. Se le persone faranno quello che è stato chiesto dalle nostre istituzioni, cioè di rimanere a casa, allora forse nelle famiglie si tornerà a dialogare come si usava ai tempi dei nostri padri, un’usanza ormai persa da anni, perdita che, secondo me, ha arrecato un danno alla società.
Ma questi sono miei pensieri, pensieri di un uomo che non ha un futuro, pensieri di un uomo che per il resto della sua vita vedrà 11 cieli solo attraverso delle sbarre.
Voglio fare gli auguri a tutti, a chi sta male che presto stia bene, e a chi sta bene, che stia sempre meglio. L’umanità ha superato tanti grossi ostacoli, io ho fiducia che anche di questo fra non molto rimarrà solo un ricordo, magari brutto, ma un ricordo. Ciao a tutti.

L’uomo ombra… Angelo S.

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Autore dell'articolo: feniceadmin