Quando arriva uno nuovo

Quando arriva uno nuovo, potresti essere tu. È tutto curioso, felice, a proprio agio. Sai che sarà bello e divertente conoscere altri ragazzi come te, e allo stesso tempo triste perché non vorresti mai vedere qualcuno dietro le sbarre. Speri che l’atmosfera sia tranquilla, come le volte precedenti o la prima volta. Sai che prima conoscerai l’ispettore, che provvederà alla tua collocazione, anche in base al tuo reato, dopo di che, altro momento noto, ti consegneranno coperte, lenzuola (solo se non corri pericoli di suicidio), piatti, posate, spazzolino, dentifricio e carta igienica. Tra i momenti che aspetterai, due o tre, possono passare ore e se hai qualcosa da leggere o fumare ti passa tranquillamente, e puoi anche riposare, può essere richiesta anche una perquisizione, e a volte non desideri altro, incoerentemente, che buttarti sul tetto che ti sceglieranno, perché la tua coccola ha scelto così. Prendete baracche e burattini e andate tu e un agente nel piano prescelto, alla sezione prescelta, e la curiosità sale, incoerentemente, perché si accende con questo spirito anche un piccolo sorriso, ma non fraintendetemi, c’è anche chi odia tutto questo, noi però guardiamo chi la prende bene, e sa che uscirà, tranquillo si spera.
Arrivi davanti alla tua stanza e ti piace o non ti piace, sta a te.  Arrivi davanti alla tua stanza e puoi trovare più personaggi, i più noti sono l’amico divertente e divertito, quello che vorrebbero tutti, lui si vede subito, lui regala bei momenti, è pulito, educato, lui c’è sempre, poi c’è il solitario pulito, che glielo leggi in faccia che vuole stare da solo, ma gli va bene anche un amico. C’è anche il solitario sporco, ecco quello è proprio brutto ragazzi, non ti offre da mangiare e neanche un caffè, non condivide, e grazie al cielo è meglio così, perché magari non te ne accorgi subito che è sporco… come giri per la stanza trovi polvere e sporcizia stantia nei vari angoli, sugli infissi delle porte e finestre, e non voglio aggiungere altro, perché quel prosciutto è là all’aperto in quella stanza di dieci metri per 7 e sta impuzzolendo tutto? Cavolo, ritiralo!
Ah, che fortuna, sembra proprio lui, sicuramente, anzi forse no, l’avranno avvisato.. non so.. è lui. Sembra già divertito. Grande! Fuori c’è il nome, Paolo. Entro e ci presentiamo subito e noto che anche l’agente si mostra compiaciuto del ragazzo, e si compiace con lui. Ci dice una raccomandazione, la classica, tranquilla e ininfluente “Fate i Bravi”.
Lui è un grande, stava guardando la tv ma appena sono arrivato mi ha chiesto subito se volevo un caffè, se volevo mangiare qualcosa, e se volessi una sigaretta o un po’ di tabacco. È lui, quello perfetto, quello che tutti vorrebbero.
Io non ho fame, perciò beviamo un caffè e fumiamo un paio di sigarette, per fortuna io ho le mie. Parliamo di cose nostre fin da subito, con lui si può! Con altri magari, come con il solitario sporco, non si può, si sente già la litigata. E continuiamo così fino alle due di notte. Lui mi racconta che ci sono un paio di anziani lì, super rispettati, come in ogni posto, e tutti gli altri sono ragazzi come noi, dai 20 anni circa ai 50. Io considero ragazzi anche i settantenni. Sono quelli che ne sanno di più, indiscutibilmente i più interessanti, per questo a volte hanno anche più voce in capitolo, sia fuori che dentro.
Dormo, non penso a nulla, e finalmente vado nel mondo dei sogni.
Il mattino sveglia prestissimo, non mi aveva detto che è il lavorante della sezione in turno del mese.
Insieme al portavitto e qualche anziano ci aprono prima degli altri, sono le 7 e mezza, gli altri li aprono alle 8 e mezza nove.
Alle nove circa ci presentiamo quasi tutti, qualcuno ha evitato o non si é ancora reso conto, qualcuno ancora non è uscito, ma sono sicuro come sempre che li conoscerò tutti.

Said M.

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Autore dell'articolo: feniceadmin