Solo oggi, dal 2009 anno della strage ferroviaria di Viareggio dove persero la vita 32 persone, il processo è arrivato davanti alla Corte D’appello.
Ennesima dimostrazione di quanto la burocrazia italiana, anche nella legge, o, per meglio dire, soprattutto nella legge, viaggia a “lumaca”. Non è possibile tenere in sospeso le famiglie delle vittime che chiedono giustizia e verità, e tenere possibili autori dei reati a piede libero per così tanto tempo, soprattutto quasi sempre quando si tratta di vicende giudiziarie a rispondere delle quali sono persone importanti a livello nazionale e “collusi” con lo Stato.
Dal 2009 ad oggi ci sono state tante altre, numerose, stragi dovute alla mancata manutenzione e sicurezza di mezzi o opere di uso pubblico quotidiano, pensiamo di recente al Ponte Morandi, alla strage della funivia del Mottarone ecc.
Pensando alla strage di Viareggio, possiamo immaginare quanto tempo ci vorrà per arrivare a sentenza per queste ultime stragi più recenti.
Quello per cui rimango davvero allibito, e non trovo risposta, è che quasi solo in queste tipologie di vicende giudiziarie ci vogliono così tanti anni per avere risposte, per avere giustizia per le famiglie delle vittime e per trovare definitivamente i responsabili di queste azioni. Perché i cittadini comuni che commettono anche reati “banali” vengono subito imprigionati (scusatemi il termine, ma è quello che trovo più congruo) condannati e sentenziati, mentre ciò non avviene nel caso di vicende molto più gravi con morti, come quella di cui stiamo parlando, causate dall’ingordigia e dal menefreghismo dei responsabili?
lo trovo tutto ciò assurdo e non giusto. Chi ha responsabilità importanti deve essere una persona affidabile che ha dato modo di dimostrare che ha le capacità per gestire ciò che gli viene affidato. Invece no, si gioca al ribasso senza guardare a chi la responsabilità viene affidata; basta spendere meno, e oltre a questo, anche le persone affidatarie di tali gestioni hanno, purtroppo spesso, come principale obiettivo il risparmio. Evitano così di fare controlli di sicurezza, manutenzioni per mantenere mezzi e opere pubbliche con un alto livello di sicurezza, si limitano invece a fare piccoli “rappezzi” e a falsificare certificati per incassare sempre più spendendo quasi zero.
lo non ho parole per descrivere come queste persone possano fregarsene altamente di una tragedia che prima o dopo quasi sicuramente avverrà, persone convinte che non ci siano conseguenze dal proprio operato “ma sì, proprio a me dovrebbe capitare?”. Sono solo degli ingordi che pensano al loro portafoglio e sono convinti che quando succedono queste stragi si possa porre rimedio a tutto con i soldi.
La vita di una persona non ha prezzo, non può averlo per l’animo di Dio. Non siamo oggetti, né numeri, siamo carne e ossa generati naturalmente per compiere azioni possibilmente belle e creative, quindi non quantificabili. Invece in questi casi ci quantificano e come? In base all’età e al tenore di vita o a quanto percepiamo di stipendio, ennesima discriminazione della legge dello Stato. Perché un grande imprenditore vale più di un semplice operaio? Siamo fatti della stessa carne e strutturati allo stesso modo, però come potete verificare siamo classificati così. Queste sono riflessioni che spero colpiscano tutti noi comuni cittadini a prescindere dal ceto sociale.
Detto ciò metterò solo le iniziali dei possibili responsabili.
Il 29 aprile 2022 il PG della Corte di Appello ha appurato che in questa strage ci sono delle omissioni gravissime e reiterate negli anni sulla gestione della manutenzione e sicurezza della rete ferroviaria. Lo stesso PG ha chiesto condanne tra i 3 e i 7 anni: per il capo della divisione cargo Trenitalia M.C. chiesti anni 5 e mesi 8 di reclusione, per il certificatore della sicurezza RFI F.F. anni 3 e mesi 9 di reclusione, per il capo della direzione per la sicurezza di Trenitalia E.M. anni 3 e mesi 8 di reclusione e infine per l’ex amministratore delegato di FS e RFI M.M. anni 6 e mesi 9 di reclusione.
Ora si attende la sentenza della Corte per la conferma o la revisione delle singole condanne con le motivazioni, così potremo continuare ad occuparci di questa vicenda.
Omar P.
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