Vi parlo di illusioni e falsità. Non ci cascate

Lettera ai ragazzi di oggi, da uno che si sentiva il più furbo

Ciao ragazzi, mi chiamo Valerio e ho 29 anni, 9 dei quali passati tra un carcere e l’altro, ebbene sì, mi hanno condannato ormai anni fa a 12 anni per: “associazione a delinquere ai fini di commettere una serie di rapine aggravate e ai fini di spaccio”.

Ho passati i miei anni migliori in cella, lontano dalla gioventù che ognuno di noi si aspetta di vivere ma se mi trovo ancora qui è soltanto per colpa mia. Vorrei prendere un po’ del vostro tempo per raccontarvi e spiegarvi alcune cose che dai 14 ai 20 anni non diamo importanza perché ci si sente più furbi degli altri, soprattutto quando i più grandi ci danno consigli o ci rimproverano, ci si mette quasi in sfida con loro per far vedere a tutti che siamo capaci di fare qualunque cosa e che non ci succederà niente male, perché come dicevo prima ci si sente più furbi. Io ero uno di quelli, mi sentivo più furbo.

Sono un ragazzo di 29 anni. Non nego assolutamente di aver sbagliato e che una punizione la meritavo, ma se ci pensiamo bene ero semplicemente un ragazzo che voleva apparire, volevo la scarpa firmata i vestiti firmati il borsello di Gucci volevo essere il migliore e come vi ho spiegato mi sono lasciato trascinare in un circolo vizioso da cui non riesci ad uscire finché non sbatti violentemente la testa.

Mi hanno sempre detto che le canne sono l’anticamera della vera droga ed oggi posso confermare che è proprio così, ma non perché si va in cerca di qualcosa di più forte come erroneamente mi dicevano quando ero un ragazzino ma semplicemente perché il passaggio è quello e cioè che iniziando a fumare canne conosci persone e capita un giorno che in mezzo a quelle persone ce ne sia una che ti inizia a parlare di questa o quell’altra droga e se non si è abbastanza forti da dire NO ci cadi con tutte le scarpe, con tutti i vestiti e con il borsello ( anche se sono firmati).

Io non sono stato abbastanza forte da dire quel no in più che avrebbe potuto far sì che io scegliessi qualcos’altro per me stesso. Il volere belle cose a tutti i costi e voler apparire per quelli che non si è, posso dire oggi con fermezza che è senza ombra di dubbio l’anticamera della perdizione e della distruzione di sé stessi. Torniamo ancora un attimo al mio passato. Avevamo cominciato a fare rapine per conto nostro senza coinvolgere il resto del “gruppo” e parlo di me, mio fratello maggiore e di altri 4 personaggi.Ad oggi penso che fu uno sbaglio enorme anche se poi nel corso degli anni sono venuto a sapere che comunque tutti quelli che facevano parte di questo “gruppo” erano stati arrestati, chi prima e chi dopo, è toccato a tutti passare per il carcere e fermarcisi per qualche anno.

E poi di quel “gruppo” rimase solo il ricordo, alcuni finiti chissà dove, altri finiti a farsi di eroina e a fare piccoli furti, altri tornati ai loro paesi, e solo un paio di loro adesso sono liberi a farsi le loro vite e tra questi c’è anche mio fratello maggiore, io invece sono uno di quelli che sta ancora pagando con il carcere.Altri hanno pagato in modo diverso le collaborazioni che hanno dato con le Autorità Giudiziarie.Ma nonostante tutto siamo ancora tutti vivi.Siamo dei sopravvissuti.La verità è che non ho mai fatto nulla di buono, non sono neanche stato capace di prendermi la patente, ho perso la ragazza che amavo perché la mia testa era proiettata su altre cose, ho deluso e non ho mai aiutato mia madre anche se in molte occasioni avrei potuto, la verità è questa, ho fallito fino ad ora quello che sono stato è proprio quello.

Ho portato guai a casa, ho coinvolto mia madre in situazioni di cui devo solo vergognarmi. Sì mi sono divertito, ho avuto veramente tanti momenti intensi e belli, cose che uno di 50 anni ancora non ha mai provato e che neanche arriva a pensare di fare, ma cosa mi è rimasto? Anni di carcere e basta, ho perso amici veri che hanno provato anche loro a tirarmi fuori, ho perso amici, amori, fiducia di chi amo di più della mia famiglia, sono rimasto solo a soli 29 anni.

E pensare che me l’hanno sempre detto, mi hanno sempre dato buoni consigli ma io me ne fregavo perché me la spassavo, pensavo solo a divertirmi e a bruciare soldi che avrei potuto quantomeno impiegare per costruirmi qualcosa, invece no.Mi credevo più furbo degli altri, spendevo tutti i soldi che avevo in tasca il sabato sera e la domenica li rifacevo di nuovo e mi bastava questo, divertirmi andare nei locali e passare le serate tra cocaina e prostitute, con le famose scarpe firmate, vestiti firmati e borsello di Gucci.

E tutti quelli che mi osannavano perché ero il più figo di tutti dove sono? E tutte le ragazze che volevano stare con me dove sono? Non c’è più nessuno per me ora capite perché vi parlo di illusione e di falsità. Rimane un bel ricordo, rimangono le cose fatte, ma che comunque resta passato.Il “gruppo” di cui facevo parte è durato anni, poi si è dissolto nel nulla, ognuno per sé, né onore, né rispetto, niente di queste cazzate, solo un ragazzo di 29 anni in galera con i suoi sensi di colpa e con la fortuna per lo meno di aver finalmente capito che questa vita non fa per lui.

Ecco a voi la verità, un bravo ragazzo che è diventato il peggiore per dimostrare a qualche balordo che era capace di fare qualcosa meglio di chiunque altro. Per apparire, per cercare di essere quello che non ero, per indossare abiti costosi, per farmi invidiare dagli altri. Ho lasciato indietro le cose più importanti e la considerazione delle persone che erano più importanti per me.Ma purtroppo la vita è cosi, per capire certe cose devi sbattere la testa e farti male, sanguinare tanto e capire che quel sangue continuerà a scorrere se fingi di aver capito. Devi cambiare farlo per te stesso e poi per dare soddisfazioni a chi ti è stato sempre vicino e non parlo dei balordi ma di mia madre della mia famiglia che anche per colpa mia non è più quella di prima. Avrei dovuto spendere quegli anni a imparare a fare qualcosa di buono o a fare soldi in modo pulito, avrei dovuto passare quegli anni a godermi la giovinezza come un ragazzo normale che non lascia che la periferia lo cambi e lo renda un cattivo ragazzo di un brutto quartiere.

È piena l’Italia di bravi ragazzi nei brutti quartieri (CIT. SFERAEBBASTA), io ero uno di loro ma poi ho lasciato che tutto quello di cui ho scritto si impadronisse di me e sono diventato quello non avrei mai dovuto essere. So che ho ancora tempo per costruirmi un futuro, lontano da tutte le cazzate del mio passato, ma raccontando un pezzo della mia vita questo è tutto quello che mi viene da scrivere.

So di avere le capacità di mettermi apposto e fare qualcosa di buono in futuro, ma ho voluto scrivere le cose per come sono senza troppa vana gloria e senza troppo piangermi addosso, semplicemente pezzi del mio passato e con l’esperienza di oggi aggiungere riflessioni su tutto ciò che era, che è, e che sarà.

E voi sarete capaci di dire quel no in più? Sarete capaci di capire quando sarà ora di fermarsi? Riuscirete a capire che la vita è altro prima che sia troppo tardi? E che veramente non servono le scarpe firmate i vestiti firmati e il borsello di Gucci per essere qualcuno. Siete giovani godetevi la vostra età e se qualcuno vi dice che siete sfigati voi alzate la testa e siate fieri di quello che siete perché mai nessuno sarà come voi ed è per questo che ognuno di voi è speciale e non meritate di finire come sono finito io per delle cose che non hanno senso e non lo avranno mai. Lasciate che le esperienze rimangano esperienze da fare una volta sola nella vita in quella specifica situazione senza forzare le cose e senza dover apparire per quelli che non si è perché non c’è niente di più falso e di peggiore. Ora basta non voglio fare la parte di quello che vi fa la predica, spero che con il mio racconto potrete trarre qualcosa di buono e spero di avervi trasmesso un messaggio positivo. Per il resto vi auguro il meglio che la vita ha da offrirvi, siete giovani il mondo è tutto vostro. Grazie.

Valerio. R

Per contattare la Redazione La Fenice o commentare l’articolo scrivi a [email protected] oppure accedi a Facebook alla pagina La Fenice, il giornale dal carcere di Ivrea

Autore dell'articolo: feniceadmin