Ergastolo: Lo Studio ed il Lavoro, le Fondamenta per il Cambiamento di un Uomo…

L’art.27 della Costituzione dice che…

In base a quello che dice l’art.27 della nostra amata costituzione ed alla riforma dell’ordinamento penitenziario, Decreto Legislativo approvato lo 02/10/2018 ed in vigore dal 10/11/2018, firmato dal nostro Presidente Mattarella, dal Presidente del consiglio dei ministri Conte, dal Ministro della Giustizia Bonafede e vistato dal guardasigilli Bonafede, dove vengono messi in evidenza i diritti dei detenuti e degli internati, in particolar modo riguardo al diritto allo studio e lavoro, l’art.1 (Trattamento e Rieducazione) specifica che il trattamento penitenziario deve essere conforme ad un senso di umanità e deve assicurare il rispetto e la dignità delle persone, e si conformi a modelli che favoriscano l’autonomia, la responsabilità, la socializzazione.
Detto questo, io mi chiedo: com’è possibile che, con una pena come la mia (ERGASTOLO, FINE PENA MAI), e cioè, come dice il nostro amato Santo Padre Francesco, un condannato alla pena di Morte Viva, dopo più di 5 anni di reclusione scontati, si trovi ancora in un carcere giudiziario, dove praticamente non c’è trattamento adeguato per queste tipo di pene, dove non si hanno strumenti, né per lo studio né per il lavoro, e tutto è usato solo come statistica fine a se stessa.
Nei primi circa 4 anni di reclusione ero arrivato, in un altro istituto, al 4° anno di superiori, mentre ora mi trovo arenato da due anni in un carcere dove, giusto per non vegetare in branda, ho potuto al massimo ripetere la 2a superiore, mentre il resto del tempo lo trascorro sul mio letto, a guardare il soffitto.
Ora che ho tutto il tempo necessario per poter ampliare la mia cultura, le mie conoscenze, per poter finalmente cambiare quella mia sub-cultura, cosa che, per colpa dell’ambiente in cui sono nato e cresciuto, non mi è stata mai possibile fare, mi trovo bloccato in un Istituto (Casa Circondariale), dove le norme sul trattamento sono quasi inesistenti, ancor di più per una pena come la mia.
Questo Istituto non garantisce, a differenza di quello che prevede il regolamento penitenziario, un trattamento adeguato a un Fine pena mai.
Alla mia età (63 anni), con un futuro praticamente inesistente, lontano dai miei affetti (la mia più grande sofferenza) e dovendo oltretutto gravare su di loro, non mi capacito del perché le istituzioni non facciano il loro dovere, a differenza di quello che gli ”addetti ai lavori” scrivono; non sarebbe ora di finirla di usarmi come “dato statistico” e cominciare a mettere in pratica quello che il regolamento penitenziario prevede? MA soprattutto la nostra amata ma sempre più calpestata Costituzione indica !!!!
Diritto allo studio, al lavoro ed all’affettività.
Così, senza un giusto trattamento, rischio solo di perdere del tempo inutilmente e di regredire.
Ho presentato varie richieste di trasferimento…
Ho chiesto di essere trasferito in una Casa di Reclusione, in primis perché un istituto di questo tipo è l’unica struttura adatta ad una pena “perenne”, come la mia; e poi perché in una casa di reclusione potrei avere un trattamento adeguato, potrei diplomarmi, e potrei successivamente, magari, accedere ad un polo universitario.
Questo per me significa cercare di progredire, migliorare, crescere culturalmente, che è la base del cambiamento di un soggetto, ed inoltre non sarebbe il tempo a mancarmi.
Ma purtroppo, inspiegabilmente, tutte le mie richieste di trasferimento, non sono state accolte, né tanto meno prese in considerazione.
Mi sorge spontanea una domanda: ma allora l’art.27 della nostra Costituzione, a cosa serve?
Perché i cosiddetti “Padri della Costituzione” l’hanno scritto?
Bisogna forse prenderlo come un vecchio detto: “Fatta la legge, trovato l’inganno”?
Eppure è scritto a chiare lettere cubitali che l’ergastolo è incompatibile con la costituzione italiana, in questa condizione io dico che è l’uccisione dell’essere umano. Allora, a questo punto, visto che viene citata dalle nostre istituzioni a loro comodo, salvo però calpestarla quando non fa comodo a loro, così facilmente, mi parrebbe giusto che anche l’art.27 venga preso in considerazione per quello che vi è scritto.
E visto che bisogna credere nella nostra Giustizia, e dato che chi sbaglia paga, mi chiedo: <<Perché le istituzione che dovrebbero vigilare sulla sua applicazione si girano dall’altra parte e non “pagano” mai?!?>>

L’Uomo Ombra (Fine Pena Mai) Angelo S.

 

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Autore dell'articolo: feniceadmin